2021-11-05
Montepaschi chiede soldi al mercato ma non ha ancora idea del suo futuro
Conti in utile di 388 milioni nei nove mesi, resta però il peso dei 4 miliardi di crediti deteriorati di Amco. Dopo il fallimento del negoziato tra il Mef e Unicredit ci si aspettavano chiarimenti sulla ricapitalizzazione«Il cda di Mps ha dato avvio alla revisione del piano industriale in vista anche di un aumento di capitale da realizzarsi a condizioni di mercato nel 2022». Questo è scritto nella nota che ieri ha accompagnato i conti dei primi nove mesi 2021 del Monte dei Paschi che sono stati chiusi con un utile di 388 milioni, a fronte del rosso di 1,54 miliardi accumulato nello stesso periodo del 2020. Gli analisti che si aspettavano chiarimenti su importo e tempistica della ricapitalizzazione, nonché su chi ci metterà i soldi, sono rimasti però delusi. Durante la presentazione dei risultati l'amministratore delegato del Monte, Guido Bastianini, ha infatti detto che «per ora non siamo in grado di quantificare una possibile entità di un aumento di capitale» e ha tagliato corto anche sui tempi: «Se si deve fare meglio prima che dopo. La tempistica dipende un po' dall'andamento dei negoziati» con l'Antitrust europeo. Cui si aggiunge anche la trattativa aperta con Bruxelles dal Mef sulla proroga delle scadenze imposte da Bruxelles per la dismissione della quota del Tesoro. Che quindi dovrà sottoscrivere l'aumento? «Sulla base delle interlocuzioni in corso, è ragionevole attendersi il sostegno del socio di riferimento», è la risposta dei manager del Montepaschi.L'unica certezza è che dopo il fallimento del negoziato tra il Mef e Unicredit, l'istituto senese deve cambiare il piano industriale 2022-2026 e che questa revisione «potrebbe contenere ulteriori elementi di discontinuità rispetto a quanto già ipotizzato in vista delle precedenti discussioni» con la Commissione Ue. Nel frattempo, nella data room resta Amco, la società del Tesoro che gestisce i crediti deteriorati (Mps ne ha in pancia ancora 4 miliardi di euro). I vertici del Monte aggiungono che sul fronte patrimoniale non è più previsto uno shortfall di capitale a fine settembre 2022 e che eventualmente, sulla base di alcune condizioni, potrebbe essercene uno da 500 milioni al primo gennaio 2023 per effetto di una serie di effetti regolamentari. Bisognerà vedere se dello stesso avviso sarà anche la Vigilanza di Francoforte o se invece chiederà di rafforzare i requisiti macroprudenziali.Tornando ai conti, l'utile del terzo trimestre, pari a 186 milioni, è superiore alle attese degli analisti, che prevedevano una chiusura del periodo con profitti di poco superiori ai 3 milioni. Il risultato operativo netto dei 9 mesi si è attestato a 648 milioni, di cui 321 milioni nel terzo trimestre, segnando un'inversione di tendenza rispetto alla perdita di 46,4 milioni del 2020. I volumi di raccolta diretta si sono attestati a 92,9 miliardi, in calo di 1,1 miliardi rispetto a fine giugno mentre i finanziamenti a clientela del gruppo sono scesi a 81,2 miliardi, in lieve diminuzione rispetto a fine giugno 2021. I ricavi sono saliti del 3% a 2.265 milioni (+6,8% su base pro-forma), con le commissioni in aumento del 6%, grazie anche al collocamento di prodotti di wealth management per oltre 11 miliardi (+35% rispetto ai primi 9 mesi del 2019, pre-covid) mentre i costi sono calati del 2% anno su anno e del 3,7% trimestre su trimestre nonostante il mancato rinnovo degli accordi sindacali. Infine, ha sottolineato Bastianini, «i rischi legali e i contenziosi sono in calo del 40% rispetto a dicembre 2020, sugli stessi livelli del 2019». Dopo l'accordo con la Fondazione Mps perfezionato ad ottobre (l'ente di palazzo Sansedoni ha ricevuto 150 milioni a fronte di un petitum per richieste risarcitorie di 3,8 miliardi) il petitum complessivo è sceso a 6 miliardi e per due terzi riguarda «l'attività ordinaria» della banca. I rischi legali classificati a rischio di soccombenza probabili, pari a 2,2 miliardi, sono coperti ora al 45 per cento, indica la banca in una slide. Oggi a dare i numeri degli ultimi nove mesi sarà il Banco Bpm che questa mattina presenterà anche il nuovo piano industriale 2021-2024. L'istituto guidato da Giuseppe Castagna è tornato anche di recente sotto ai riflettori di Piazza Affari come possibile centro di gravità del terzo polo bancario alternativo a Intesa Sanpaolo e Unicredit ma anche come possibile nuova preda del gruppo di piazza Gae Aulenti dopo lo stop alle trattative per la good bank del Monte. Di recente Castagna si è chiamato fuori dal risiko e sembra deciso per il momento a ballare da solo. Vedremo oggi se lo confermerà.Nel frattempo, ieri in Borsa il titolo Mps ha chiuso la seduta con un rialzo dell'1,04% mentre le azioni del Banco Bpm hanno lasciato sul terreno l'1,29 per cento.