2018-04-16
Đukanović si riprende il Montenegro e ferma l'avanzata di Putin nei Balcani
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Il candidato socialista, vicino all'Ue e alla Nato, vince con il 54% sul filoserbo e filorusso Mladen Bojanić. Ora i negoziati con Bruxelles potrebbero subire un'accelerata per frenare le ambizioni del Cremlino nell'area. Ma Mosca prepara le contromosse.Milo Đukanović, l'uomo che non riesce ad abbandonare la politica, ha vinto al primo turno le elezioni presidenziali di ieri in Montenegro, dichiarando che il suo successo è la migliore prova possibile dell'invincibilità della coalizione di governo in questo momento al potere nel piccolo Stato balcanico. Dalla sua decisione di entrare nella Nato, il Montenegro è attraversato da lotte intestine e complotti di servizi segreti stranieri che vorrebbero farlo ripassare al fronte pro Russia. La netta vittoria dell'europeista Đukanović (il 54% dei voti) sull'avversario filoserbo e filorusso Mladen Bojanić avrà ora l'effetto di circoscrivere, almeno per un determinato periodo di tempo, le paure euroatlantiche sul destino del Paese.È tuttavia ironico che a battere un candidato sostenuto dalla Russia sia una persona che per capacità di controllo del potere potrebbe fare invidia allo stesso Vladimir Putin. Il neo eletto presidente della Repubblica di Montenegro nasce politicamente negli anni Novanta del secolo precedente come allievo socialista di Slobodan Milošević. Inizialmente favorevole al mantenimento di un unico Stato serbo-montenegrino, abbraccia l'opzione indipendentista nel momento in cui essa diventa storicamente ineluttabile e, stando alle carte dei procuratori di Bari e Napoli, la prepara ovvero finanzia con i provenienti del contrabbando di sigarette tra la sponda balcanica dell'Adriatico e la mafia italiana. L'intervento della giustizia italiana, confermato nel 2005 dal diniego dell'immunità diplomatica da parte della Corte di cassazione, venne condannato da Đukanović come un'operazione gestita dai circoli lobbistici esteri della Grande Serbia allo scopo d'ostacolare l'indipendenza del Paese, ottenuta poi l'anno successivo. Dal 1991 a oggi, sempre come capo indiscusso del Partito socialista, egli ha ricoperto per sei volte la carica di primo ministro, una volta quella di ministro della Difesa e una volta quella di presidente della Repubblica. Ma soprattutto nel frattempo ha dato per ben tre volte l'addio alla politica dimettendosi da tutte le funzioni e ritornando poco dopo lanciandosi come l'unico in grado di salvare la Patria. Putin oltre al camaleontismo politico probabilmente potrebbe essere anche indispettito dalle capacità finanziarie di Đukanović, che secondo diverse ricerche internazionali sarebbe tra i venti uomini politici più ricchi del mondo. Anche se l'origine di tanto benessere, come riporta il quotidiano britannico The Independent, rimane a tutt'oggi assai misteriosa. L'Europa e la Nato hanno puntato tutto su questo politico balcanico per allargare la propria sfera di influenza e ora ne stanno cogliendo i frutti. I negoziati con l'Unione europea, aperti nel 2012, potrebbero ora subire un'accelerata in modo da sfruttare il momento favorevole per togliere il terreno sotto i piedi della Russia, anche se il confronto certamente non si spegnerà. Come chiaramente dichiarato dallo stesso Bojanić, la battaglia continuerà nonostante la sconfitta. Il prossimo appuntamento arriverà presto: a fine maggio in Montenegro ci sono le elezioni comunali. Leggi anche Putin ed Erdogan si spartiscono i Balcani: la Serbia ai russi, il Kosovo ai turchi.