2025-09-30
Ed Gein, l’orrore americano raccontato da Ryan Murphy
True
«Monsters: La storia di Ed Gein» (Netflix)
La terza stagione della serie antologica Monsters, in uscita su Netflix il 3 ottobre, ricostruisce la vicenda di Ed Gein. Ryan Murphy racconta senza sensazionalismi la storia vera dell’assassino che ispirò personaggi come Norman Bates.La stagione è la terza, ma, come le precedenti, vive di vita propria. Monsters: La storia di Ed Gein, in streaming su Netflix da venerdì 3 ottobre, è parte di un progetto più ampio, più ambizioso: quello di raccontare, attraverso la formula dell'antologia televisiva, i casi più macabri della nera statunitense. Jeffrey Dahmer, dunque, poi i fratelli Menéndez, infine Gein, Norman Bates a cavallo fra i secoli. Ed Gein non aveva il volto che Ryan Murphy, regista, gli ha dato, magnetico e affascinante quanto quello di Charlie Hunnam. Era schivo, un uomo di mezza età, solo e poco brillante. Viveva a La Crosse, nel Wisconsin, lavorava nella fattoria ereditata dai genitori, morti - come anche i fratelli - tra il 1940 e il 1945. Gein, allora, aveva poco meno di quarant'anni, in paese la nomea di essere picchiatello. Parlava di rado con chi lo conosceva, e il lutto per la morte improvvisa dell'intera famiglia lo ha elaborato da solo, ignorando il padre ed eleggendo la madre a figura mitica.Quel che si pensa è che Gein, di quella madre fanatica, ossessionata dalla religione e dai suoi riti, moglie pur pia e devota di un alcolizzato, abbia fatto un feticcio. Un santino. L'adorava. Ha continuato a farlo anche dopo il suo decesso, prendendosi cura in maniera meticolosa della stanza in cui dormiva. Era quello l'unico spazio pulito della fattoria, che negli anni sarebbe caduta a pezzi. Quando gli inquirenti hanno fatto irruzione in casa sua, trovandosi di fronte l'orrore della morte in serie, hanno trovato la camera come la madre l'aveva lasciata: perfetta, profumata, le lenzuola pulite su un letto intatto. Nient'altro s'avvicinava a quella armonia. Ed Gein aveva santificato la madre e non aveva mai smesso di cercarla. Accusato di due omicidi, entrambi confessati, aveva cercato nelle donne che gli erano attorno la figura di chi lo aveva cresciuto. Ammazzava donne di mezza età, simili alla madre. Poi, profanava le tombe, riesumando corpi che potessero ricordargli quello materno. Non solo. Li sminuzzava, portando a casa parti e resti. Nella fattoria, le forze dell'ordine avrebbero scoperto femori a sorreggere tavolini, crani usati come ciotole. Avrebbe aperto gli armadi per trovare abiti realizzati con la pelle di cadaveri femminili, maschere fatte delle loro facce. Gein ha provato a spiegare che non voleva altro che trasformarsi in una donna, avvicinarsi a sua madre. Ma niente avrebbe potuto attenuare l'orrore e il raccapriccio.Cos'abbia fatto davvero Gein, giudicato poi demente, dunque incapace di intendere e di volere, nessuno lo ha mai capito davvero. C'è chi lo ha accusato di cannibalismo, sostenendo macellasse corpi umani per offrirli poi ai vicini, dicendo loro si trattasse di selvaggina. C'è chi ha sostenuto abbia ucciso molte più donne, chi si è astenuto dal dare adito a congetture tanto macabre.Ryan Murphy, dunque, si è limitato alla verità giudiziaria, ricostruendo in una miniserie televisiva le gesta assurde di uno fra i mostri americani.
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