2023-10-27
È a Roma l’uomo che «mantiene gli orfani dei kamikaze islamici»
Mohammad Hannoun, annunciato a un un evento su Gaza destinato a creare nuove tensioni nella Capitale, è considerato uno dei bracci finanziari di Hamas in Europa. Da 20 anni è in tutte le liste nere ed è nel mirino di magistrati e 007. Tra inchieste e chiusure di conti.Il nome del sodalizio che presiede è quanto di più innocuo possa esserci: Associazione benefica di solidarietà con il popolo palestinese (Abspp). Ma il suo rappresentante legale (dal 2003), l’architetto giordano Mohammad Hannoun, ha un profilo un po’ diverso da quello del signorotto desideroso di aiutare il prossimo. Da decenni magistrati, forze dell’ordine e 007 lo tengono sotto controllo considerandolo di fatto uno dei bracci finanziari di Hamas in Europa. Dal 2002, dopo l’attentato delle Torri gemelle, è entrato in tutte le liste nere possibili e Israele l’ha dichiarato soggetto indesiderato sul proprio territorio. Secondo alcuni media oggi e domani dovrebbe partecipare a Roma alla conferenza internazionale dei presunti amici di Hamas pomposamente intitolata «Fermare la Terza guerra mondiale. Per una pace vera e giusta».Sessantun anni, residente a Ceranesi, paese sulle colline di Genova, Hannoun è finito nel mirino degli israeliani e non solo.L’Investigative project on terrorism statunitense, fondato nel 1995 da Steven Emerson, scriveva già nel 2010 che l’Abspp era affiliata alla cosiddetta Unione del Bene e che manteneva rapporti stretti e di lunga data con la leadership di Hamas a Damasco e a Gaza. Per l’Ipt l’Unione del Bene è una coalizione radicale di enti di beneficenza islamici che fornisce sostegno finanziario sia all’infrastruttura «sociale» di Hamas, sia alle sue attività terroristiche.Sia l’Unione del bene che l’Abspp italiano sono stati banditi da Israele nel 2002.«Analisi dei materiali sequestrati durante le perquisizioni delle Forze di difesa israeliane negli uffici e nelle strutture di diversi enti di beneficenza di Hamas che agiscono come “umanitarie” organizzazioni di facciata in Cisgiordania hanno dimostrato che l’Abspp era coinvolto nella fornitura di fondi e sostegno materiale attraverso queste organizzazioni di beneficenza di facciata di Hamas alle famiglie degli attentatori suicidi in Cisgiordania». Destinataria dei bonifici, per esempio, la Orphan care society Betlemme. A dimostrare i legami tra Hamas e Genova sarebbero stati lettere, promemoria, estratti conto bancari, ricevute e altro materiale. «Il denaro è stato anche distribuito in pagamenti mensili alle famiglie degli attentatori suicidi, dei prigionieri e dei terroristi di Hamas come mezzo per ricompensarli per i loro sforzi terroristici e come programma di “sicurezza sociale” per le famiglie».Tre attivisti sarebbero stati coinvolti anche nel violento tentativo di forzare un blocco navale israeliano con la Freedom flotilla (composta da sei imbarcazioni) gestita dalla Ong turca Ihh e sostenuta anche dalla Abspp e successivamente sequestrata da Israele. Nella battaglia vennero feriti diversi soldati e furono uccisi 10 attivisti.In quel periodo di forte tensione Hannoun fece parte anche di una delegazione politica italiana guidata dall’ex parlamentare Fernando Rossi che andò a incontrare a Damasco l’allora leader di Hamas, Khaled Mashal. La creatura italiana di Hannoun, già nel 2010, era considerata dal nostro Antiriciclaggio come «sospettata di distrarre i fondi raccolti a favore di orfani palestinesi, al fine di finanziare l’attività terroristica di Hamas nel Medio Oriente e o sostenere sostenere le famiglie e gli orfani di attentatori suicidi». Forse perché nella cosiddetta World check list, la Abspp è «sospettata di essere una copertura di Hamas; presunta rappresentante italiana dei Fratelli musulmani; sospettata di essere coinvolto, in tutto o in parte, nell’appropriazione indebita di fondi di beneficenza per finanziare l’attività terroristica di Hamas in Medio Oriente».Hannoun, con chi gli chiedeva spiegazioni, non si scompose e «ammise di essere oggetto di indagini per il sospetto finanziamento del gruppo terroristico già dal 2002. Affermava comunque che nel 2006 il gip di Genova Maurizio Dematteis aveva proposto l’archiviazione del procedimento a suo carico e che la Procura di Genova aveva invece chiesto il rinvio a giudizio». Ma sia da questa inchiesta che da un’altra portata avanti dalla Procura di Roma Hannoun è uscito indenne. In compenso, recentemente, è stato raggiunto da un provvedimento di messa alla prova presso i servizi sociali per una falsità ideologica commessa in un atto pubblico. Questa la spiegazione alla Verità dell’architetto: «Per i magistrati la mia associazione non aveva diritto all’appellativo di onlus, ma io davanti a un notaio l’ho inserito in buona fede. Se era sbagliato usufruire di quell’acronimo avrebbero dovuto condannare anche il notaio e l’Agenzia delle entrate».A proposito del procedimento ligure per terrorismo l’avvocato di Hannoun, Dario Rossi, ha precisato che il procedimento avviato nel 2003 con l’imputazione di aver partecipato e finanziato l’organizzazione terroristica Hamas (270 bis) è stato definitivamente archiviato il 17 febbraio 2010 a seguito di richiesta del pm. Quindi il legale ha aggiunto: «Nel corso delle indagini, la richiesta di arresto del signor Hannoun è stata rigettata dal gip che non ha ravvisato, “dopo anni di indagini e la raccolta di copioso materiale” (anche di natura bancaria), alcun estremo per l’applicazione della misura cautelare». Per i giudici «non risulta che il denaro o i beni inviati dal nostro Paese siano stati impiegati per scopi diversi dalla assistenza alle famiglie dei deceduti ad esempio per acquistare armi o esplosivi». Con noi Hannoun rifiuta anche il collegamento con la prole dei presunti «martiri»: «Anche questa è una bufala. Chi lo dice è stupido e ignorante, visto che i kamikaze sono per lo più giovanissimi e senza figli».E sulle decennali contestazioni di contiguità con il terrorismo di Hamas, taglia corto: «Tutte le accuse che provengono da Israele non mi fanno né caldo, né freddo perché si tratta di un criminale che accusa una persona civile come me di terrorismo. Io non ho mai lanciato un missile o una bomba, vivo da persona perbene. Il mio compito è smascherare la faccia criminale dell’entità sionista e questo lo farò per sempre».Per gli scivolosi rapporti con Hamas, l’associazione si è vista chiudere i conti sia dalla Banca nazionale del lavoro che da Unicredit. E ogni richiesta di apertura di rapporti bancari deve sempre tenere conto che il legale rappresentante dell’associazione «risulta soggetto presente nelle liste antiterrorismo». Recentemente un bonifico diretto a una società francese è stato rifiutato senza indicazione del motivo. I soldi sono stati poi dirottati su un altro istituto. La fattura da 10.000 euro era collegata a presunte consulenze informatiche, anche se la banca ha preferito segnalare l’anomalia e evidenziare il saldo di quasi 140.000 euro sul conto. I conti della Abspp sono alimentati mediante accrediti di bollettini, giriposta, bonifici, versamento di contante e assegni bancari. I soldi vengono utilizzati in uscita per operazioni con il pos e su Internet, per il pagamento di alberghi anche all’estero, per spese come l’abbonamento a Spotify in Svezia o a Flixbus a Berlino, per acquisti in un centro moto alle porte di Milano. Diversi pagamenti e bonifici riguardano la Turchia. Per l’Antiriciclaggio «destano sospetto i pagamenti effettuati per i collegamenti al sito Playstation network Internet, si presume per eludere i controlli delle attività investigative». L’avvocato di Hannoun, in risposta ad alcuni articoli di stampa, ha ricordato come l’estate scorsa notizie di agenzia abbiano riferito di un «provvedimento del ministero della Difesa israeliano notificato alle forze di polizia italiane, con richiesta di una serie di sequestri in tutto il mondo - dagli Stati Uniti alla Germania, per un valore di circa un milione di euro, che sarebbero destinati al “finanziamento del terrorismo” ed in particolare ai gruppi di Hamas». Ma Rossi aveva anche specificato che la richiesta del ministero della Difesa israeliano di sequestro dei conti correnti della Abspp» era «tutta da verificare».Hannoun, con noi rincara: «Non c’è stato nessun sequestro. Sono invenzioni di alcuni giornalisti sionisti corrotti».Ai nostri apparati di sicurezza risulterebbe che Hannoun sia uomo vicino ad Arafat Boujemma segnalato dalle autorità tedesche. Ma al momento deterrebbe un regolare permesso di soggiorno. Le sue attività italiane sarebbero supervisionate dall’avvocato di Hamas Abdelmajid Mrari, il quale opera in tutta Europa. Sui conti dell’associazione opererebbero anche il cinquantacinquenne marocchino Hamid Haichami, già indagato per simulazione di reato, e il cinquantenne giordano Adel Ibrahim Salameh Abu Rawwa, già segnalato per false dichiarazioni sulla propria identità o altrui e per detenzione di materiale pornografico. Hannoun, sposato con una cinquantasettenne connazionale, due figli di 26 e 17 anni, nati a Genova, possiede una casa di sette vani a Ceranesi, ha intestate una Lancia Dedra e una Bmw e, nel 2022, avrebbe dichiarato come dipendente della sua associazione un reddito di circa 25.000 euro. L’architetto, negli anni, è diventato un interlocutore privilegiato di alcuni politici italiani. Per esempio ha condotto in visita nei campi profughi gestiti da Hamas personaggi come Alessandro Di Battista e la deputata 5 stelle Stefania Ascari. Secondo alcuni articoli avrebbe avuto rapporti anche con Laura Boldrini, Stefano Fassina e Nicola Fratoianni. Sarebbe, inoltre, tra gli organizzatori della conferenza annuale che mette insieme tutte le associazioni pro Hamas che si trovano in Europa e che l’anno scorso ha avuto come ospite d’onore proprio la Ascari. La quale ha difeso Hannoun: «Questa è la macchina del fango? Dove sono le condanne? Dove sono le sentenze?». E a proposito dei viaggi ha aggiunto: «Io sono stata con Di Battista e l’associazione di Hannoun e ho visto l’orrore». Dopo l’aggressione del 7 ottobre a Israele Hannoun ha rilasciato un’intervista all’organo di informazione italo-palestinese Infopal, regalando chicche come queste. Su Israele ha detto: «Ricordiamo loro che sono dei colonizzatori, dei suprematisti, dei razzisti e che nel mondo multipolare non ci sarà posto per loro». Sulla sanguinaria operazione di Hamas: «Noi ci atteniamo al concetto di Resistenza prevista dalla legalità internazionale […] abbiamo imparato dalla Resistenza italiana ed europea con tutti i tipi di lotta». Ha negato la decapitazione dei bambini israeliani («vergognosa fake»), non ha condannato la strage di civili e anzi ha sottolineato che chi «rimane nella terra altrui», non può «lamentarsi di venire colpito dai combattenti della Resistenza». Hannoun con noi ha accettato di biasimare le violenze di Hamas, a modo suo: «Io condanno ogni atto terroristico contro i civili, comunque e dovunque. Ma in Palestina c’è un’occupazione che dura da 75 anni».Alla fine ha negato che parteciperà alla conferenza sulla «pace giusta» di oggi e domani e ci ha spiegato che andrà solo al corteo pro Palestina di sabato a cui dovrebbero aver aderito «250 realtà politiche, sociali e sindacali». Insomma l’uomo si dipinge come un sincero «democratico». In barba a tutte le accuse.
Nel riquadro Roberto Catalucci. Sullo sfondo il Centro Federale Tennis Brallo
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