2019-12-05
Mittal riapre la trattativa: chiesti 4.700 esuberi
«Sconto» ridicolo rispetto ai 5.000 ventilati. Stefano Patuanelli: «Siamo disposti a investire».La precondizione per aprire un tavolo di confronto tra il governo e Arcelor Mittal era chiara: il gruppo indiano voleva 5.000 esuberi, cifra inaccettabile per il governo. Così ieri, nel nuovo piano industriale diffuso da Arcelor Mittal, il gruppo ha spiegato di prevedere per l'Italia 4.700 esuberi, appena 300 in meno rispetto a prima, di cui 2.900 già nel 2020, con il personale complessivo dell'ex Ilva che passerebbe da 10.789 a 6.098 dipendenti nel 2023. I numeri sono stati resi noti dall'ad Lucia Morselli nel corso del tavolo tra governo, azienda e sindacati che si è tenuto ieri al Mise e indicano uno sforzo nullo da parte del colosso guidato dalla famiglia Mittal. Inoltre, la scelta di concentrare la trattativa sugli esuberi rafforza l'ipotesi il nodo dello scudo penale sia secondario, e che sia stato sfruttato per ridiscutere gli accordi presi.Sempre nel corso dell'incontro, il numero uno dell'acciaieria in Italia ha fatto sapere che il piano prevede anche un aumento dei volumi di produzione dagli attuali 4,5 milioni di tonnellate a 6 milioni dal 2021.Dopo, però, che i vertici dell'ex Ilva hanno presentato questi numeri, il tavolo di confronto è saltato e le sigle sindacali hanno giudicato «irricevibili» i tagli annunciati da Arcelor Mittal. «Non ci sono condizioni per aprire confronto per un accordo. Si deve ripartire dall'accordo di un anno fa, con i livelli occupazionali e investimenti indicati dal piano del 2018», ha detto il segretario generale della Cisl, Anna Maria Furlan a nome di tutti le sigle presenti (c'erano Fiom, Fim e Uilm), bocciando l'aggiornamento del piano industriale presentato dall'azienda.Subito dopo le dichiarazioni della sindacalista, la sigla dei metalmeccanici ha diffuso un comunicato spiegando che le segreterie nazionali «proclamano per martedì 10 dicembre 24 ore di sciopero in tutti gli stabilimenti di Arcelor Mittal e nell'indotto con manifestazione a Roma che confluirà nell'iniziativa di Cgil, Cisl e Uil già programmata a piazza Santi Apostoli».Le trattative, insomma, sono in stallo. «Invece di un passo avanti, l'azienda ha fatto un passo indietro parlando di 4.700 esuberi alla fine del nuovo piano industriale, questa non è l'idea che il governo ha sullo stabilimento», ha detto il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli, «Sono molto deluso. Oggi speravo che l'azienda facesse qualche passo avanti, nelle prossime ore faremo le nostre proposte».Secondo il ministro «la produzione a fine piano deve essere di almeno 8 milioni di tonnellate: vogliamo far diventare quello stabilimento all'avanguardia della produzione siderurgica europea. Su questo il governo è disponibile a investire, a partecipare e ad accompagnare l'azienda in questa transizione. In una fase di trattativa ci sta anche un momento di particolare criticità: spero che oggi sia l'elemento di maggior criticità e si voglia risolvere definitivamente il problema», ha concluso.