2021-10-03
Un «miracolo» con i soldi pubblici
Il centro di vaccinazione Covid-19 dell'azienda chimica e farmaceutica Merck KGaA a Darmstadt, in Germania (Ansa)
Il molnupiravir fu ideato da una società Usa legata all'ateneo di Atlanta e finanziata dall'amministrazione Trump. I privati (Merck e i coniugi Wendy e Wayne Holman) sono arrivati dopo.La nuova pillola anti Covid verrà prodotta dal colosso americano Merck. Ma i veri deus ex machina della terapia basata sul molnupiravir sono Wendy e Wayne Holman. Moglie e marito. Se dietro al vaccino Pfizer c'è la coppia di migranti turchi Ugur Sahin e Özlem Türeci, a capo della tedesca Biontech, anche dietro alla pillola di Merck ci sono due coniugi che vivono in Florida, a Miami, e che possiedono la società Ridgeback Biotherapeutics, fondata nel 2015 e focalizzata sulle malattie infettive emergenti. Wendy è l'amministratore delegato, e prima di creare la società col marito era gestore alla Ziff Brothers investments, un hedge fund multimiliardario di family office. Nel 2019, quindi sotto la presidenza di Donald Trump, è stata nominata membro del Presidential advisory council (Pacha) sull'Hiv/Aids. Anche il marito Wayne è un gestore di hedge fund e ha fondato il fondo Ridgeback capital nel 2006. La Ridgeback Biotherapeutics ha già sviluppato l'Ebanga, un farmaco per il trattamento dell'ebola (si tratta di un anticorpo monoclonale isolato da un uomo sopravvissuto all'epidemia di ebola del 1995 a Kikwit nella Repubblica democratica del Congo), sulla base di ricerche effettuate da diversi istituti federali americani, tra cui il Naiad di Anthony Fauci e lo Us Army. A gennaio 2020, però, la coppia ha puntato i riflettori su una ricerca della Drug innovations at emory (Drive), una società di biotecnologie senza scopo di lucro interamente di proprietà della Emory University di Atlanta.I ricercatori universitari, sovvenzionati con 16 milioni di dollari dai contribuenti Usa, avevano infatti scoperto l'Eidd-2801, ovvero il molnupiravir, concepito come farmaco per virus encefalitici rari ma che mostrava risultati promettenti nell'affrontare i coronavirus come Sars e Mers. Il 19 marzo 2020, Ridgeback Biotherapeutics ha firmato un accordo con Emory's Drive che ha concesso alla piccola azienda biotecnologica una licenza esclusiva per il molnupiravir. I termini specifici dell'accordo non sono stati resi noti, ma Ridgeback il 10 aprile ha avviato nel Regno Unito una sperimentazione di fase 1 sulla sicurezza per il consumo umano del farmaco finanziata grazie al programma «Agile» del governo Johnson (una nuova piattaforma di sperimentazione clinica gestita da diverse istituzioni accademiche inglesi). Sempre all'inizio di aprile, una rivista scientifica ha pubblicato uno studio che mostrava che il medicinale era in grado di ostacolare la capacità del virus di replicarsi nelle cellule polmonari umane in provetta, ostacolando anche la replicazione di altri coronavirus nei topi. Gli scienziati della Merck, la grande azienda farmaceutica statunitense, sono rimasti colpiti dallo studio sugli animali e hanno contattato Emory per l'acquisizione dei diritti sul farmaco, ma hanno scoperto di essere arrivati secondi dopo Ridgeback, che aveva già studiato il medicinale nella fase 1. Morale: il 26 maggio Merck ha annunciato un accordo di collaborazione commerciale con Ridgeback che è stato poi concretizzato il primo luglio, dopo le necessarie verifiche dell'Antitrust americano. Eventuali profitti dalla collaborazione saranno divisi equamente tra i partner (Merck e gli Holman faranno fifty fifty). Poiché il farmaco è concesso in licenza da Ridgeback, tutti i fondi utilizzati per lo sviluppo di molnupiravir sono stati forniti da Merck e da Wayne e Wendy Holman. Insomma, la Merck ha intercettato una possibilità, come ha fatto Ridgeback portando avanti il lavoro dei ricercatori universitari di Atlanta, che avevano avviato la sperimentazione solo in vitro su una coltura di cellule e poi sui furetti. Negli studi sugli animali di due distinti coronavirus (Sars-Cov-1 e Mers), molnupiravir ha dimostrato di migliorare la funzione polmonare, ridurre la perdita di peso corporeo e ridurre la quantità di virus nel polmone. A portare avanti gli studi sugli effetti sull'uomo è stata poi la società biotech di Miami. Che nella fase 1 fatta in Inghilterra ha, ad esempio, valutato l'effetto del cibo sulla farmacocinetica del molnupiravir nello stomaco ma anche nel plasma e nelle urine a seguito di dosi singole e multiple. Quanto a Merck, ha acquisito i diritti esclusivi mondiali per sviluppare l'EIDD-2801 e molecole correlate in collaborazione con Ridgeback che continuerà a finanziare e condurre più studi di Fase 1 e 2 sponsorizzati da Ridgeback e finanziare campagne di produzione per la fornitura clinica. Le parti collaboreranno allo sviluppo clinico per Covid-19 e alla produzione, guidate da Merck. Non solo. Nei comunicati ufficiali, Merck e Ridgeback puntano anche ad esplorare il potenziale dell'Eidd-2801 in altre gravi malattie virali acute, come l'ebola e gli altri coronavirus diversi dal Sars-Cov-2, e si impegnano a garantire che tutti i farmaci sviluppati per Sars-Cov-2 siano «accessibili e convenienti» a livello globale.
Bologna, i resti dell'Audi rubata sulla quale due ragazzi albanesi stavano fuggendo dalla Polizia (Ansa)