
Gli adolescenti tra i 13 e i 15 anni avranno bisogno del permesso dei genitori per pubblicare alcuni dati personali. Così il re dei social vorrebbe recuperare credibilità dopo lo scandalo Cambridge analytica.Quelle di Mark Zuckerberg ricordano tanto le lacrime dei coccodrilli. Comunque bisogna ammettere che Facebook, nelle ultime settimane, sta tentando in ogni modo di riconquistare la fiducia dei suoi iscritti, dopo lo scandalo Cambridge analytica, che ne ha profondamente minato la credibilità. Tanto che il fondatore del social network è stato costretto a scusarsi pubblicamente davanti al Senato americano, per non aver vigilato sulla fuga di dati personali utilizzati a fini politici e commerciali. Questa la sua ricetta per il rilancio: più trasparenza, miglioramento dei controlli grazie all'intelligenza artificiale e un comitato indipendente di esperti e accademici che monitori quanto accade sul social network. L'impegno nel migliorare la piattaforma, e gli strumenti atti a tutelare la privacy degli utenti, è sicuramente aumentato.Infatti ieri il colosso di Menlo Park è sceso nello specifico, annunciando una serie di novità sulla protezione dei dati, in linea con il nuovo Regolamento generale dell'Unione europea, che entrerà in vigore il 25 maggio. A tutti gli iscritti, indipendentemente dal Paese in cui vivono, sarà chiesto di rivedere le informazioni su come Facebook usa i dati, e di compiere scelte in merito alla loro privacy. Ma la vera rivoluzione riguarda i teenager: i minori di età compresa tra i 13 e i 15 anni avranno bisogno del permesso di un genitore o tutore per compiere azioni specifiche su Facebook. Questi adolescenti vedranno una versione meno personalizzata e più protetta del social, fino a quando non otterranno il permesso da un genitore o tutore per usare tutte le potenzialità di Facebook. L'aggiornamento sarà disponibile a partire da questa settimana in Europa e poi verrà esteso al resto del mondo, Stati Uniti compresi.Il Regolamento sulla protezione dei dati varato dalla Commissione europea riconosce l'importanza di «fornire protezioni ed esperienze specifiche per gli adolescenti». Sono stati quindi introdotte in Facebook impostazioni speciali per i minori, indipendentemente dalla loro posizione geografica. In pratica protezioni sulla pubblicità, il riconoscimento facciale e limitazioni alle informazioni condivise come la città natale o il compleanno. Le categorie pubblicitarie per gli adolescenti sono limitate, spiegano da Facebook, e le loro opzioni predefinite di pubblico per i messaggi e i post non includono la voce «pubblico». È stato disabilitato anche il riconoscimento facciale per chiunque abbia meno di 18 anni, e non si potranno vedere o cercare informazioni specifiche che gli adolescenti hanno condiviso, come la città natale o il compleanno, se non si è loro amici. Entro il 2018 verrà aperto un nuovo centro online globale di risorse dedicate ai ragazzi, puntando sull'educazione per rispondere alle domande più comuni sulla privacy. In base al Regolamento europeo, i giovani di età compresa tra i 13 e i 15 anni hanno bisogno del permesso di un genitore o di un tutore per compiere alcune azioni su Facebook, come vedere inserzioni sulla base dei dati dei partner e includere nel loro profilo le opinioni religiose e politiche. I minori vedranno quindi una versione semplificata di Facebook, con condivisione limitata e annunci meno rilevanti, fino a quando non otterranno il permesso da un genitore. Come concretamente debba essere concesso questo permesso ancora non si sa. Resta fuori invece chi ha meno di 13 anni: al momento non è possibile iscriversi alla piattaforma, così come a molti altri social, se si è under 13.Su Facebook, verrà chiesto a tutti di rivedere ed effettuare scelte a proposito dei dati condivisi che verranno forniti ai partner pubblicitari, come le informazioni sul proprio profilo a proposito delle appartenenze politiche, religiose e sulla situazione sentimentale, il cui inserimento resta facoltativo. Verrà richiesto anche il consenso alla tecnologia di riconoscimento facciale. La funzione aiuta gli utenti a proteggere la propria privacy e a migliorare l'esperienza sul social, ad esempio rilevando quando altri potrebbero tentare di utilizzare l'immagine di una persona come immagine del proprio profilo, consentendo al social network di suggerire amici che si potrebbero voler taggare in foto o video.I cittadini dell'Ue e del Canada, possono scegliere se attivare o meno il riconoscimento facciale. È bene sottolineare, avvertono dal quartiere generale di Menlo Park, che non verranno richiesti nuovi diritti per raccogliere, utilizzare o condividere i dati degli utenti. Noi cittadini europei vedremo dettagli specifici che riguardano il Vecchio continente, come ad esempio le modalità per contattare il Data protection officer basato Europa. Come detto, le nuove impostazioni arrivano con un aggiornamento della privacy in vista dell'entrata in vigore, il 25 maggio, del Regolamento generale sulla protezione dei dati della Ue. Già da questa settimana dovrebbero debuttare le nuove funzioni e si potranno testare per vedere se, effettivamente, promettono quanto promesso.
Giancarlo Giorgetti e Mario Draghi (Ansa)
Giancarlo Giorgetti difende la manovra: «Aiutiamo il ceto medio ma ci hanno massacrati». E sulle banche: «Tornino ai loro veri scopi». Elly Schlein: «Redistribuire le ricchezze».
«Bisogna capire cosa si intende per ricco. Se è ricco chi guadagna 45.000 euro lordi all’anno, cioè poco più di 2.000 euro netti al mese forse Istat, Banca d’Italia e Upb hanno un concezione della vita un po’…».
Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, dopo i rilievi alla manovra economica di Istat, Corte dei Conti e Bankitalia si è sfogato e, con i numeri, ha spiegato la ratio del taglio Irpef previsto nella legge di Bilancio il cui iter entra nel vivo in questa settimana. I conti corrispondono a quelli anticipati dal nostro direttore Maurizio Belpietro che, nell’editoriale di ieri, aveva sottolineato come la segretaria del Pd, Elly Schlein avesse lanciato la sua «lotta di classe» individuando un nuovo nemico in chi guadagna 2.500 euro al mese ovvero «un ricco facoltoso».
Ansa
«Fuori dal coro» smaschera un’azienda che porta nel nostro Paese extra comunitari.
Basta avere qualche soldo da parte, a volte nemmeno troppi, e trovare un’azienda compiacente per arrivare in Italia. Come testimonia il servizio realizzato da Fuori dal coro, il programma di Mario Giordano, che ha trovato un’azienda di Modena che, sfruttando il decreto flussi, importa nel nostro Paese cittadini pakistani. Ufficialmente per lavorare. Ufficiosamente, per tirare su qualche soldo in più. Qualche migliaia di euro ad ingresso. È il business dell’accoglienza, bellezza.
Servizio di «Fuori dal coro» mostra com’è facile arrivare in Italia: aziende compiacenti richiedono stranieri, un connazionale li sceglie e si fa pagare migliaia di euro dall’extracomunitario che, una volta qua, gira incontrollato. Libero di delinquere, come accade ogni giorno. Il Pd in Emilia Romagna chiede più migranti, ma non vuole più curare chi viene dal Sud.
Non c’è il due senza il tre e infatti siamo alla terza violenza consecutiva a opera di clandestini. Prima una modella aggredita sul treno tra la Brianza e Milano, un assalto che solo la pronta reazione della ragazza ha evitato si trasformasse in qualche cosa di peggio. Poi una turista trascinata da due stranieri dietro una macchina in centro a Firenze e violentata. Quindi una commessa che a Cantù, mentre la mattina stava iniziando il turno di lavoro, è stata assalita quando si apprestava ad aprire il supermercato. Tutti e tre gli immigrati non avrebbero dovuto trovarsi sul territorio nazionale, perché irregolari e in qualche caso già autori di violenze.
Questa puntata di KISS è dedicata agli errori di progettazione, quelli che accadono quando gli ingegneri si dimenticano di pensare a chi dovrà usare le loro invenzioni.






