2020-03-08
Minali smentisce le spese pazze da candidato per Mps
Dopo le rivelazioni della Verità, l'ex ad di Cattolica annuncia querela: «Tutto in regola». Resta confermata la corsa al Monte. Ieri si sarebbe dovuta tenere l'assemblea decisiva per il futuro della governance di Cattolica. Il coronavirus è intervenuto a gamba tesa lasciando in sospeso beghe e problematiche. Venerdì gli esperti del cda sono intervenuti per bocciare il parere dei dissidenti. Lasciando aperto lo scontro su alcune clausole statutarie. I quattro esperti chiamati dal cda per valutarle, Piergaetano Marchetti, Mario Cera, Matteo Rescigno e lo studio Tremonti, nelle scorse settimane le avevano bocciate. Successivamente, i soci dissidenti avevano incaricato i professori Niccolò Abriani (ordinario di diritto commerciale dell'Università di Firenze) e Marco Lamandini (ordinario di diritto commerciale dell'Università di Bologna) i quali, in un parere pro veritate, sostenevano invece che nessuna delle nuove clausole statutarie sottoposte all'assemblea si esponesse a vizi di legittimità. I quattro esperti incaricati dal cda sono nuovamente intervenuti, bocciando le conclusioni a cui è pervenuto il parere pro veritate. Ma ciò non scioglie il nodo e lo scontro è solo posticipato. Anche se in questi giorni alcuni soci avrebbero mandati segnali distensivi alla presidenza con l'obiettivo di trovare una mediazione. Sembra inoltre accantonata la possibilità che il gruppo capitanato da Francesco Brioschi e Massimiliano Cagliero e supportato anche da Luigi Frascino (titolare della Credit Network and finance che per Cattolica ha gestito lo scorso anno recupero crediti per 7 milioni di euro), prosegua nell'idea di avanzare una azione di responsabilità per la rimozione dell'ex ad Alberto Minali, dal loro punto di vista assolutamente ingiustificata. Alla luce di quanto rivelato ieri dalla Verità in sede di assemblea non sarà facile portare avanti la linea. Anche se ieri Minali si è difeso annunciando querela e smentendo ogni spesa pazza. «Ritengo quanto scritto lesivo della mia onorabilità, della cui tutela ho già incaricato i miei legali», afferma in una nota. Per Minali «basta leggere i risultati delle diverse audit, svolte dopo il ritiro delle mie deleghe e di cui il cda ha preso atto nella riunione del 25 febbraio, per apprendere che ho sempre operato rimanendo all'interno del budget annuale approvato dal cda, senza mai esondare; che le spese più significative sono sempre state approvate dal cda, e all'unanimità; che sotto la mia gestione il risultato operativo è aumentato del 40%, a dimostrazione che quelle spese, in particolare quelle pubblicitarie, erano investimenti che hanno fruttato». Attribuire alle presunte «spese pazze» «il motivo della mia defenestrazione», conclude Minali, «è in aperto contrasto con le motivazioni formali adottate dal consiglio e rese note con uno specifico comunicato stampa, secondo cui il motivo del mio allontanamento risaliva al venir meno della fiducia nei miei confronti per i miei rapporti con il cda medesimo e per le mie relazioni, ritenute sgradite, con il mercato finanziario e in particolare con il gruppo americano di Warren Buffet». La Verità è in possesso di documenti che tracciano contestazioni in relazione agli argomenti in oggetto e non risultano audit preventivi. Esiste, come afferma il manager veronese, un audit successivo datato febbraio 2020 che non rileva anomalie. Ma non elide il tema della fiducia da parte del cda. È chiaro però che le giornate sono delicate perché si intrecciano con la candidatura a Mps. Non smentita dallo stesso Minali. Il quale martedì dovrebbe uscire dall'azienda assicurativa. Entro il 12 il Mef deve presentare le liste per il nuovo cda e l'ex ad di Cattolica resta in lizza, opponendosi a Marco Selvetti e a Marina Natale già al vertice di Sga. A decidere sarà principalmente Alessandro Rivera, direttore generale del Tesoro sulla cui scrivania passano tutti i curriculum individuati dai cacciatori di teste. Chi andrà a Mps dovrà fare da traghettatore verso la privatizzazione, passando da una maxi cessione di sofferenze.