2024-01-12
Milei si è avvicinato agli Usa e il Fmi nonostante i debiti sblocca 4,7 miliardi di aiuti
L’Argentina è inadempiente sul rientro dei prestiti ma al neopresidente arrivano i fondi per impostare le sue politiche. Vuole privatizzare anche la banca centrale. Dopo l’«afuera!» (fuori!) , il grido di battaglia di Javier Milei, l’Argentina riceve una boccata d’ossigeno dal Fondo monetario internazionale con lo stanziamento prima di fine mese di 4,7 miliardi di dollari nell’ambito del programma di ristrutturazione del debito. Milei lo ha descritto come «il più veloce negoziato della storia. L’unico dubbio - ha aggiunto - è se la leadership del Paese sia all’altezza del compito». Il capo dell’esecutivo ha poi indicato che un’inflazione attorno al 25% su base mensile «sarà considerata un successo» (a novembre i prezzi erano cresciuti del 12,8% su base mensile) e che l’idea è quella di privatizzare il Banco de la Nación, la banca centrale argentina, così come le altre aziende statali. «Faremo tutto ciò che possiamo trasferire al settore privato. Abbiamo avuto così tanti anni di indottrinamento e di lavaggio del cervello che la gente ha paura della libertà», ha chiosato Milei. Confermando anche che lunedì prossimo si recherà a Davos. E annunciando di aver invitato formalmente papa Francesco a Buenos Aires.Intanto, ha portato a casa l’intesa con l’Fmi che è stata raggiunta nonostante il Paese non abbia rispettato i termini del prestito da 43 miliardi di dollari concesso negli ultimi mesi, garantendo così al nuovo presidente le risorse necessarie per portare avanti le riforme annunciate. Il finanziamento consiste in una tranche di 3,3 miliardi di dollari del prestito che doveva essere erogata a novembre, ma che è stata ritardata dall’insediamento di Milei a dicembre, e 1,4 miliardi di dollari che il Fmi ha accettato di erogare prima del previsto. Il Fondo ha sottolineato che il neopresidente e il suo team economico si sono mossi con rapidità e decisione per sviluppare e iniziare ad attuare un solido pacchetto di politiche per ripristinare la stabilità macroeconomica e sono pienamente determinati a riportare l’attuale programma in carreggiata. Per l’Fmi, le autorità stanno costruendo un sostegno sociale e politico per il loro piano di stabilizzazione, il piano è incentrato sulla creazione di un’ancora fiscale forte e credibile, insieme ad azioni per ricostruire le riserve, correggere i disallineamenti dei prezzi relativi, rafforzare il bilancio della banca centrale e creare un’economia più semplice, basata su regole e orientata al mercato. Lo stesso piano prevede anche un aumento dell’assistenza sociale per proteggere i più vulnerabili. Anche se il percorso verso la stabilità sarà impegnativo, con un peggioramento delle condizioni prima di un miglioramento, ha evidenziato l’Fmi, le azioni iniziali sono riuscite a evitare un peggioramento della crisi. Questo ha segnato un punto di svolta, con gli acquisti di valuta estera da parte della banca centrale che hanno superato i 3,6 miliardi di dollari nell’ultimo mese e con alcune aziende argentine che hanno iniziato a reperire risorse sui mercati internazionali. Nelle fasi iniziali, l’eliminazione dei controlli sui prezzi e la correzione del disallineamento dei tassi di cambio avranno un impatto inflazionistico e approfondiranno la contrazione dell’attività già in corso. Comunque sia, sempre secondo l’Fmi, con l’attuazione delle politiche e la ricostruzione della credibilità, dovrebbe prendere piede un graduale processo di deflazione, accompagnato da un ulteriore rafforzamento della posizione esterna e da un’eventuale ripresa della produzione, della domanda e dei salari reali. Certo, restano grandi incertezze e infatti le autorità si impegnano a ricalibrare le politiche se sarà necessario per raggiungere gli obiettivi del programma. Bisogna ricordare che le riserve di valuta dell’Argentina sono state praticamente azzerate dalla più grave crisi economica degli ultimi vent’anni. L’inflazione morde, le riserve si sono esaurite, la valuta si è ulteriormente sopravvalutata e il divario del tasso di cambio è salito ai massimi storici. Il governo fa, dunque, affidamento sugli esborsi dell’istituto di Washington per rimborsare il denaro prestato in precedenza nell’ambito del programma - lanciato per la prima volta nel 2018 e rifinanziato nel 2022 - con rimborsi per oltre 2,7 miliardi di dollari in scadenza entro il prossimo primo febbraio. L’entrata in mora destabilizzerebbe i mercati e aggraverebbe la crisi. Dal canto suo, Milei ha da tempo promesso che le sue misure di austerità saranno ancor più drastiche di quelle richieste dall’Fmi. La sua «terapia d’urto» prevede tagli alla spesa e aumenti delle tasse per raggiungere un avanzo di bilancio primario quest’anno, che supererebbe l’obiettivo fiscale del 2024. Nelle settimane scorse, ha inoltre rinunciato a entrare nel gruppo dei Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica), strizzando l’occhio agli Usa e rimarcando la distanza con il Dragone.Ieri, inoltre, la sorella del presidente dell’Argentina, Karina Milei, e il capo dell’ufficio della presidenza dell’Ucraina, Andrii Yermak, hanno avuto una conversazione telefonica durante la quale è stata valutata la possibilità di organizzare un vertice Ucraina-America Latina. L’informazione è stata diffusa dalla Casa Rosada ed è in linea con quanto avevano anticipato lo stesso Milei, e il suo omologo ucraino, Volodymyr Zelensky, quando si sono incontrati a Buenos Aires durante l’insediamento del leader ultraliberista. Karina, nominata da Milei segretaria generale della presidenza, ha parlato con Yermak degli accordi raggiunti tra il neo presidente e Zelensky e, soprattutto, dell’importanza di proseguire il dialogo e rafforzare le relazioni bilaterali.
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