2025-10-16
Asse Salvini-De Pascale sui balneari. Il Pd impazzisce e grida allo scandalo
Michele De Pascale (Ansa)
Il governatore dell’Emilia-Romagna sostiene il vicepremier che vuole indennizzare i titolari degli stabilimenti quando scatterà la Bolkestein. Apriti cielo, maggiorenti dem e sindaci protestano: «Niente aiuti, sono lobby».E niente... per una volta che il governatore dell’Emilia-Romagna, Michele De Pascale, ci ha visto giusto e ha fatto prevalere la sua parte romagnola (pratica e sanguigna) sul pensiero unico della tradizione dem, il suo Pd, quello della costa romagnola, gli si rivolta contro come da queste parti non si era mai visto. La pietra del contendere, tanto per cambiare, è «l’interesse privato», quello di chi fa impresa, guardato con ostilità dalle logiche della sinistra, soprattutto quando sfugge al giogo delle spartizioni di partito. Qualche giorno fa, alla Fiera del turismo di Rimini, durante un convegno organizzato da Confartigianato e Confesercenti sul tema dei balneari e della annosa questione della direttiva Bolkenstein che dal 2006 incombe sul destino degli stabilimenti, De Pascale si è trovato a dar ragione al ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini. L’idea del ministro è quella di indennizzare i titolari uscenti che, salvo sorprese, nel 2027, proprio a causa dell’applicazione non più rinviabile della Bolkenstein, vedranno scadere le loro concessioni. «Stiamo lavorando a un nuovo decreto per garantire un indennizzo giusto e il riconoscimento del sacrificio fatto. È una cosa che porteremo a casa, costi quello che costi», ha dichiarato Salvini dal palco della Fiera, facendo espresso riferimento alla bocciatura arrivata lo scorso luglio dalla Commissione europea e dal Consiglio di Stato del primo «decreto indennizzi» proposto dal suo ministero per sanare la questione.«Amministro una Regione in cui è evidente quanto la qualità dei servizi sulla riviera sia stata determinante nell’attrarre milioni di turisti, con servizi per tutte le tasche», gli ha fatto eco De Pascale, «ed è inaccettabile non sostenere chi li ha garantiti». E con una malcelata vena di ribellione al giogo europeo, il governatore dell’Emilia-Romagna ha aggiunto: «Se si decide che una quota di canone, anche in aumento rispetto a quelli attuali, viene utilizzata da nostro Paese per indennizzare chi avesse perso la concessione cosa, deve interessare all’Europa? È una politica italiana. Perché l’Europa si mette di traverso a una misura di welfare? Su questo tema non devono esistere giacche di partito». Non l’avesse mai detto. Dalla base silente del Partito democratico, quella che, per decenni, si è fatta andare bene qualsiasi virata (dal renzismo al controrenzismo, dalle primarie «truccate» fino all’armocromista di Elly Schlein per citarne solo alcune) sono arrivate coltellate e fendenti a mezzo stampa.Una lettera, firmata da 65 rappresentanti del partito tra cui l’ex assessore regionale al Turismo, Maurizio Melucci, e diversi amministratori dei Comuni dell’entroterra riminese, ha preso, infatti, nelle ore immediatamente successive al congresso, il via alla volta dei giornali locali. E, la cosa, in una Regione dove vale un solo verbo, ha fatto parecchio scalpore. Perché, in effetti, non si era mai vista una ribellione per iscritto, se non appena prima di una decapitazione politica di qualche segretario locale di passaggio.Nella lettera e nei tanti commenti social a cui il popolo dem si è lasciato andare, lo zoccolo duro del Partito democratico ribadisce la sua posizione ferma e chiara. Non solo i balneari meritano in pieno le direttive della Bolkestein, ma non sono degni di alcun aiuto perché «sono una lobby» e perché la Commissione europea ha pienamente ragione quando dice che «gli indennizzi ai concessionari uscenti creano un vantaggio competitivo e alterano la concorrenza». Inoltre, definendo senza tema di reprimende la posizione espressa da De Pascale «improponibile e fuori luogo», i nostalgici hanno ribadito l’accorato appello: «Il partito non si schieri a difesa di una lobby ormai priva di motivazioni credibili. Pensare di compensare la categoria dei balneari, che per anni ha beneficiato di canoni bassi e proroghe automatiche, con i proventi dei canoni (dunque con i soldi dello Stato) significa alimentare un privilegio». Mentre ancora una volta, dunque, il Partito democratico resta impegnato a soffocare con i rari aneliti di libertà dal giogo europeo che arrivano dalle sue fila, una soluzione potrebbe essere vicina. L’ipotesi in campo, come estremo tentativo di bypassare tutti i veti, è modificare l’articolo 49 del Codice della navigazione. Secondo questo articolo, infatti, quando il titolare di uno stabilimento rimette la concessione e conclude la sua attività, il valore creato dalla attività stessa viene incamerato dallo Stato. E alla modifica di questo principio, simile a una «norma sovietica e statalista», che il ministero sta lavorando: «Io sono per modificare questo articolo», ha dichiarato Salvini, «del tutto assurdo in quanto dice sostanzialmente che una volta finito il tuo mestiere, tutto ciò che hai costruito lo incamera lo Stato». E ha aggiunto: «Porterò a casa il risultato costi quel che costi. Ci sono rischi perché si potrebbe finire davanti alla Corte penale europea ma potrei assumermeli, come ho già fatto in passato. Il bando-tipo è pronto e uscirà quando ci sarà un decreto indennizzi».
Ecco #DimmiLaVerità del 16 ottobre 2025. Ospite il deputato della Lega Davide Bergamini. L'argomento del giorno è: "La follia europea dei tagli all'agricoltura e le azioni messe in campo per scongiurarli".