La città all'ombra della Madonnina pullula di ristoranti, locali, negozi ed esperienze. Considerata una delle capitali dello shopping in Europa e nel mondo, vi portiamo alla sua scoperta con una guida per vivere al meglio un fine settimana in città.
La città all'ombra della Madonnina pullula di ristoranti, locali, negozi ed esperienze. Considerata una delle capitali dello shopping in Europa e nel mondo, vi portiamo alla sua scoperta con una guida per vivere al meglio un fine settimana in città.All'interno consigli su dove dormire, mangiare e cosa vedere.Milano è una delle quattro capitali mondiali della moda, ma il fascino di questa città globale va ben oltre le griffe e le boutique dalle vetrine luccicanti. Conosciuta per la sua atmosfera frenetica, il fascino antico e l'eleganza, Milano è la città più cosmopolita d'Italia. Metropoli transalpina che non è solo la porta d'Europa per gli italiani, ma anche la rotta per il Mediterraneo, è un luogo vibrante e multiculturale che combina un'atmosfera da grande città con la quintessenza dello spirito italiano.Milano è un microcosmo della cultura italiana, ricca di arte e design, ha molto da offrire ai suoi visitatori: potreste passare settimane a cercare di scoprire tutti i segreti della città e trovereste comunque sempre qualcosa di nuovo in grado di sorprendervi appena girato l'angolo. Quindi, se avete solo pochi giorni da dedicare a Milano, abbiamo l'itinerario perfetto per farveli sfruttare al meglio. Ammirate i luoghi più belli e famosi del mondo, girate per i quartieri più vivaci, concedetevi un mini shopping e godetevi l'arte italiana dell'aperitivo. Giorno 1MattinaIniziate con una passeggiata mattutina al Parco Sempione, l'equivalente milanese di Central Park. I sentieri color sabbia, i giardini verdeggianti e i ruscelli gorgoglianti sono lo sfondo perfetto per i milanesi mattinieri che corrono, bevono caffè o passeggiano. Entrate all'Arco Della Pace, un arco neoclassico che rivaleggia con l'Arco di Trionfo in quanto a grandezza. Nel parco ci sono numerosi venditori di caffè chic che servono cappuccini, quindi prendete un caffè da asporto e fate una passeggiata intorno al maestoso Castello Sforzesco, che si trova all'interno del parco. Costruito nel XIV secolo da Francesco Sforza, duca di Milano, era la più grande cittadella d'Europa. Oggi ospita una serie di musei e gallerie, tra cui una collezione d'arte, una biblioteca e il Museo degli strumenti musicali.PranzoDal Castello Sforzesco, percorrete via Dante per raggiungere Santa Maria Della Grazie, la piccola chiesa che ospita l'Ultima Cena di Leonardo da Vinci. Lungo la strada passerete per Corso Magenta, la via dello shopping più antica d'Europa, ricca di gioiellerie indipendenti e pasticcerie d'altri tempi. La leggenda narra che da Vinci abbia costruito dei tunnel sotterranei segreti per consentire l'accesso diretto tra la chiesa e il Castello Sforzesco. Assicuratevi di prenotare i biglietti online con almeno un mese di anticipo, perché si esauriscono sempre rapidamente. Vi consigliamo di recarvi in orari, come quello di pranzo appunto, dove la città si rallenta il suo ritmo ed è più semplice godersi del tempo nell'area della chiesa. Questo non significa che dovete saltare il vostro pranzo! PomeriggioUna visita a Milano non può dirsi completa senza una visita al Cimitero Monumentale, un cimitero che probabilmente non vi sembrerà molto interessante finché non ci sarete stati. Il sorprendente design delle tombe fa di questo cimitero un autentico museo all'aperto, con opere d'arte sorprendenti. È possibile prendere i tram 7, 12 e 14 dal centro città o l'autobus 37. È a breve distanza a piedi dalla stazione della metropolitana Garibaldi F.S. Una volta completata la visita, andate a caccia delle migliori location per i servizi fotografici intorno a Porta Garibaldi e all'Isola, con i loro imponenti grattacieli e la vivace street art. Non si può non fare una sosta in Piazza Gae Aulenti, una delle più recenti costruzioni della città e perfetta rappresentazione dell'anima più moderna di Milano - grazie anche alla sua riconoscibilissima torre, la più alta d'Italia - e scattare una o due foto ai famosi edifici residenziali del Bosco Verticale, che fungono da giardino verticale vivente per mitigare l'inquinamento della zona.AperitivoL'aperitivo è una vera istituzione in Italia. Irrinunciabile, quasi quanto il caffè appena svegli al mattino. Nell'area di Gae Aulenti e Corso Como avrete l'imbarazzo della scelta. Vi consigliamo di infilarvi nel giardino coperto di Corso Como 10, e dopo aver dato un'occhiata al loro negozio e alla galleria d'arte, ordinate uno dei cocktail simbolo dell'aperitivo milanese: il negroni sbagliato. SeraDopo cena, concedetevi un'altra passeggiata. I Navigli sono un quartiere vivace, noto per i suoi bar stravaganti e i suoi ristoranti appetitosi, lungo una rete di corsi d'acqua progettati da Leonardo da Vinci. Passeggiate lungo gli ultimi canali rimasti della città e godetevi l'energia serale e trovate un posto dove gustare il vostro primo aperitivo milanese. Dal tradizionale al contemporaneo, dal milanese all'americano, non avrete problemi a trovare un piatto delizioso nei numerosi ristoranti alla moda della zona, prima di avventurarvi nella vicina Porta Genova per un assaggio della vita notturna italiana. iStockGiorno 2MattinaLa vera sfida a Milano è fare una lista ristretta di ciò che si vuole vedere, perché la città ha assolutamente tutto. Iniziate il vostro secondo giorno seguendo il vostro cuore verso una delle destinazioni più iconiche della città: Piazza Duomo e la facciata in marmo del Duomo. Iniziate presto e potrete averla quasi tutta per voi. Dopo aver ammirato le delizie del Duomo, recatevi nella vicina Galleria Vittorio Emanuele II e ammirate il suo intricato soffitto di vetro e i negozi di lusso. Tuffatevi poi in un viaggio indietro nel tempo e raggiungere la Piazza dei Mercanti, che nel Medioevo era il vero cuore della città. Da lì, dirigetevi a nord verso il Teatro alla Scala: il suo museo in loco offre un intrigante dietro le quinte della storia di questo centro di arti sceniche. Se trovate uno spettacolo che vi affascina, chiedete al botteghino i biglietti per il giorno stesso; gli spettacoli sono regolarmente esauriti con mesi di anticipo, ma spesso si trovano opzioni all'ultimo minuto. Uscendo dal palcoscenico a destra e dirigendovi verso nord-est troverete un altro tipo di paese delle meraviglie in costume. Il Quadrilatero è uno dei quartieri dello shopping più famosi al mondo e vale la pena di visitarlo anche se il vostro budget non può permettervi di spendere cifre da capogiro per le griffe.PranzoArrivati in via Montenapoleone non riuscirete a trattenervi dall'acquistare qualcosa. Le strade intricate sono affollate di persone con sacchetti di ogni dimensione. Recatevi verso il Café Chopard per una vera esperienza di lusso. Vicino allo sfarzoso quadrante dello shopping di Via Montenapoleone si trova Villa Necchi Campiglio. Costruita per un magnate delle macchine da cucire negli anni Trenta, la villa è stata recentemente restaurata ed è un eccellente esempio dello stile modernista per cui Milano è famosa. Immersa in un incantevole giardino completo di campo da tennis, palestra e sala proiezioni (servizi di lusso per l'epoca), è possibile ammirare lo stile art-decò al suo meglio durante una visita guidata dal mercoledì alla domenica. Per il pranzo c'è anche un delizioso ristorante che si affaccia sulla piscina. Villa Necchi Campiglio è stata anche la location elegante e impeccabile del film di Luca Guadagnino del 2009, Io sono l'amore, con Tilda Swinton.PomeriggioAttraversate la città e recatevi in una delle attrazioni più all'avanguardia di Milano, la Fondazione Prada, che ospita arte contemporanea in uno spazio di oltre 200.000 metri quadrati incentrato su una vecchia distilleria. Anche se le mostre sono a rotazione, troverete sempre opere degli artisti Louise Bourgeois e Dan Flavin. Se tutta questa arte vi fa venire appetito, visitate il Bar Luce, progettato da Wes Andersen, per un drink e un boccone in quello che sembra un set cinematografico degli anni Cinquanta.AperitivoUno dei quartieri più cool della città, Porto Venezia. Dopo aver camminato così tanto, è il momento di bere qualcosa e non mancano i bar più belli tra cui scegliere: provate Leccomilano per un cocktail e un'atmosfera rilassata, Kilburn per un assaggio di Londra a Milano o Kanpai per un'esperienza di stile di ispirazione giapponese. Andate da Eppol per un mix tra la vecchia tradizione milanese e le nuove vibrazioni underground, o da Mint Garden Café per un inizio serata pieno di fiori (e di sapori).SeraPer la vostra ultima serata recatevi della zona di Brera. Potreste approfittare per visitare con l'ultimo accesso la più nota Pinacoteca prima di perdervi nelle viette del quartiere. Questa è l'area che più rappresenta la vecchia Milano. Osservatela con gli occhi di un bambino e lasciatevi incantare da quello che ha da offrire. E non perdete l'occasione di farvi leggere la mano o i tarocchi dalla "zingara di Brera", una vera e propria istitutizione cantata anche nelle canzoni più belle della tradizione meneghina.
Il tocco è il copricapo che viene indossato insieme alla toga (Imagoeconomica)
La nuova legge sulla violenza sessuale poggia su presupposti inquietanti: anziché dimostrare gli abusi, sarà l’imputato in aula a dover certificare di aver ricevuto il consenso al rapporto. Muove tutto da un pregiudizio grave: ogni uomo è un molestatore.
Una legge non è mai tanto cattiva da non poter essere peggiorata in via interpretativa. Questo sembra essere il destino al quale, stando a taluni, autorevoli commenti comparsi sulla stampa, appare destinata la legge attualmente in discussione alla Camera dei deputati, recante quella che dovrebbe diventare la nuova formulazione del reato di violenza sessuale, previsto dall’articolo 609 bis del codice penale. Come già illustrato nel precedente articolo comparso sulla Verità del 18 novembre scorso, essa si differenzia dalla precedente formulazione essenzialmente per il fatto che viene ad essere definita e punita come violenza sessuale non più soltanto quella di chi, a fini sessuali, adoperi violenza, minaccia, inganno, o abusi della sua autorità o delle condizioni di inferiorità fisica o psichica della persona offesa (come stabilito dall’articolo 609 bis nel testo attualmente vigente), ma anche, ed in primo luogo, quella che consista soltanto nel compimento di atti sessuali «senza il consenso libero e attuale» del partner.
Tampone Covid (iStock)
Stefano Merler in commissione confessa di aver ricevuto dati sul Covid a dicembre del 2019: forse, ammette, serrando prima la Bergamasca avremmo evitato il lockdown nazionale. E incalzato da Claudio Borghi sulle previsioni errate dice: «Le mie erano stime, colpa della stampa».
Zero tituli. Forse proprio zero no, visto il «curriculum ragguardevole» evocato (per carità di patria) dall’onorevole Alberto Bagnai della Lega; ma uno dei piccoli-grandi dettagli usciti dall’audizione di Stefano Merler della Fondazione Bruno Kessler in commissione Covid è che questo custode dei big data, colui che in pandemia ha fornito ai governi di Giuseppe Conte e Mario Draghi le cosiddette «pezze d’appoggio» per poter chiudere il Paese e imporre le misure più draconiane di tutto l’emisfero occidentale, non era un clinico né un epidemiologo, né un accademico di ruolo.
La Marina colombiana ha cominciato il recupero del contenuto della stiva del galeone spagnolo «San José», affondato dagli inglesi nel 1708. Il tesoro sul fondo del mare è stimato in svariati miliardi di dollari, che il governo di Bogotà rivendica. Il video delle operazioni subacquee e la storia della nave.
Gli abissi del Mar dei Caraibi lo hanno cullato per più di tre secoli, da quell’8 giugno del 1708, quando il galeone spagnolo «San José» sparì tra i flutti in pochi minuti.
Il suo relitto racchiude -secondo la storia e la cronaca- il più prezioso dei tesori in fondo al mare, tanto che negli anni il galeone si è meritato l’appellativo di «Sacro Graal dei relitti». Nel 2015, dopo decenni di ipotesi, leggende e tentativi di localizzazione partiti nel 1981, è stato individuato a circa 16 miglia nautiche (circa 30 km.) dalle coste colombiane di Cartagena ad una profondità di circa 600 metri. Nella sua stiva, oro argento e smeraldi che tre secoli fa il veliero da guerra e da trasporto avrebbe dovuto portare in Patria. Il tesoro, che ha generato una contesa tra Colombia e Spagna, ammonterebbe a svariati miliardi di dollari.
La fine del «San José» si inquadra storicamente durante la guerra di Successione spagnola, che vide fronteggiarsi Francia e Spagna da una parte e Inghilterra, Olanda e Austria dall’altra. Un conflitto per il predominio sul mondo, compreso il Nuovo continente da cui proveniva la ricchezza che aveva fatto della Spagna la più grande delle potenze. Il «San José» faceva parte di quell’Invencible Armada che dominò i mari per secoli, armato con 64 bocche da fuoco per una lunghezza dello scafo di circa 50 metri. Varato nel 1696, nel giugno del 1708 si trovava inquadrato nella «Flotta spagnola del tesoro» a Portobelo, odierna Panama. Dopo il carico di beni preziosi, avrebbe dovuto raggiungere Cuba dove una scorta francese l’attendeva per il viaggio di ritorno in Spagna, passando per Cartagena. Nello stesso periodo la flotta britannica preparò un’incursione nei Caraibi, con 4 navi da guerra al comando dell’ammiraglio Charles Wager. Si appostò alle isole Rosario, un piccolo arcipelago poco distanti dalle coste di Cartagena, coperte dalla penisola di Barù. Gli spagnoli durante le ricognizioni si accorsero della presenza del nemico, tuttavia avevano necessità di salpare dal porto di Cartagena per raggiungere rapidamente L’Avana a causa dell’avvicinarsi della stagione degli uragani. Così il comandante del «San José» José Fernandez de Santillàn decise di levare le ancore la mattina dell’8 giugno. Poco dopo la partenza le navi spagnole furono intercettate dai galeoni della Royal Navy a poca distanza da Barù, dove iniziò l’inseguimento. Il «San José» fu raggiunto dalla «Expedition», la nave ammiraglia dove si trovava il comandante della spedizione Wager. Seguì un cannoneggiamento ravvicinato dove gli inglesi ebbero la meglio sul galeone colmo di merce preziosa. Una cannonata colpì in pieno la santabarbara, la polveriera del galeone spagnolo che si incendiò venendo inghiottito dai flutti in pochi minuti. Solo una dozzina di marinai si salvarono, su un equipaggio di 600 uomini. L’ammiraglio britannico, la cui azione sarà ricordata come l’«Azione di Wager» non fu tuttavia in grado di recuperare il tesoro della nave nemica, che per tre secoli dormirà sul fondo del Mare dei Caraibi .
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Manifestazione ex Ilva (Ansa)
Ok del cdm al decreto che autorizza la società siderurgica a usare i fondi del prestito: 108 milioni per la continuità degli impianti. Altri 20 a sostegno dei 1.550 che evitano la Cig. Lavoratori in protesta: blocchi e occupazioni. Il 28 novembre Adolfo Urso vede i sindacati.
Proteste, manifestazioni, occupazioni di fabbriche, blocchi stradali, annunci di scioperi. La questione ex Ilva surriscalda il primo freddo invernale. Da Genova a Taranto i sindacati dei metalmeccanici hanno organizzato sit-in per chiedere che il governo faccia qualcosa per evitare la chiusura della società. E il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al nuovo decreto sull’acciaieria più martoriata d’Italia, che autorizza l’utilizzo dei 108 milioni di euro residui dall’ultimo prestito ponte e stanzia 20 milioni per il 2025 e il 2026.







