2025-02-18
A Milano cala la ghigliottina sul fumo. Già multati i primi 20 «fuorilegge»
Il divieto non è rimasto sulla carta. E la maggioranza in Comune chiede più sanzioni.La belva woke è ferita ma non molla l’osso. Milano, capofila del pensiero progressista, non retrocede di un millimetro.Un regolamento demenziale e che si pensava fosse destinato all’ennesima inutile conferenza stampa sulla città green, ha avuto le sue vittime sacrificali.Venti persone sono state multate per non aver rispettato il draconiano divieto di fumo emanato all’inizio di quest’anno; di queste dieci son state multate perché fumavano a meno di dieci metri da altre persone. Si è già scritto di questo regolamento comunale, sulla sua pretesa di educare i cittadini, in pieno stile rivoluzione culturale maoista. E la polemica scoppiata nel Comune guidato da Beppe Sala riguarda il basso numero di multe erogate, segno di una blanda applicazione della norma.Al di là di questo approccio, che può piacere solo a vecchi compagni fuori dalla realtà e nuovi woke, abituati a considerarsi tesorieri della verità e unti da qualche entità divina per indicare la strada da intraprendere, fa ridere la motivazione ambientale che viene utilizzata, e cioè che fumare contribuisce ad aumentare le polveri sottili.Ovviamente in misura minima l’affermazione è vera, ma a quel punto bisognerebbe vietare il fumo ovunque, anche nelle abitazioni private, perché le persone, a volte, aprono le finestre e le polveri del fumo da sigaretta diventano una minaccia alla salute pubblica. Ma a tanto non siamo «ancora» arrivati anche se sarebbe auspicato dai duri e puri della salute pubblica, così attenti ai danni ai polmoni dei cittadini e così tolleranti nei confronti di spacciatori e furfanti di ogni tipo che pullulano per le strade di Milano e che hanno reso parti della città infrequentabili. Ma in quel caso vanno compresi, sono le Forze dell’ordine i cattivi, a volte si vedono addirittura carabinieri e poliziotti che fumano in un momento di pausa. Non sia mai, devono integrare, devono versare una quota del loro stipendio per finanziare un teatro nelle periferie dove giovani farabutti senza speranza alcuna di integrazione potrebbero trovare una alternativa al crimine.Il problema, oltre alla impossibilità di integrare buona parte dei delinquenti che rendono invivibili le periferie, e non solo, di Milano e delle altre città italiane e europee, è che è impossibile ragionare con chi non vede la realtà e continua imperterrito a seguire ideologie fallimentari. Non c’è niente da fare, inutile discutere; hanno deciso che la strada è quella, quella dei divieti , delle delazioni di comunista memoria, della riduzione dell’orario di lavoro anche se tra un po’ non ci sarà più lavoro perché le imprese chiudono, dei diritti senza doveri. Un mondo perso, che ha zavorrato questo Paese e l’Europa e di cui si vedono oggi i risultati. La produzione industriale scende costantemente, ma alla fine non dispiace a quel mondo, importante non inquinare (e non lavorare), lo stipendio lo garantirà lo Stato, tutti andranno a lavorare al futuro museo del Giambellino, dove saranno formati come guide che racconteranno del modello Milano, una città che una volta correva e produceva ricchezza e dove oggi invece tutti camminano, perché la mobilità deve essere dolce e sostenibile, dove tutti succhiano pasticche di zenzero e curcuma e passano il pomeriggio a fare yoga per trovare l’equilibrio interiore. Purtroppo la sera qualcuno, di nascosto fuma una sigaretta, nonostante qui al museo si offra ogni tipo di droga possibile, gratuitamente, con la copertura del «servizio benessere nazionale».Spero che le persone multate facciano ricorso e lo vincano, nel frattempo mi è venuta voglia di cominciare a fumare.
Ecco #DimmiLaVerità dell'11 settembre 2025. Il deputato di Azione Ettore Rosato ci parla della dine del bipolarismo italiano e del destino del centrosinistra. Per lui, «il leader è Conte, non la Schlein».