2021-02-26
Prezzi al ribasso e metodo Speranza. Ecco perché ora elemosiniamo le dosi
A giugno il ministro s'imbrodava per un contratto inesistente con Astrazeneca e nel suo libro lodava l'alleanza europea per le trattative col colosso. Affidate da Bruxelles a Sandra Gallina, mai occupatasi di sanità, bensì di pesca.Il rebus dell'Europa senza vaccini potrebbe esser l'uovo non di Colombo, ma di Gallina (Sandra). Ci sono stati immensi ritardi nella prenotazione dei sieri e nella loro approvazione, ci sono stati errori nel negoziato e nella scrittura dei contratti con le big pharma e questo spiega il fallimento della strategia europea sull'approvvigionamento. Almeno così la pensa il virologo da combattimento Roberto Burioni che stanco di urlare alla luna che l'unico rimedio è «vaccini, vaccini, vaccini» ha deciso di passare alla comunicazione forte. Così su Facebook scrive: «La funzionaria che ha condotto la trattativa dell'Eu per i vaccini è laureata alla scuola interpreti e ha avuto a che fare per la prima volta con la sanità nel 2020. Prima si occupava di agricoltura e pesca. No comment». Nel post mette a confronto le competenze di Sandra Gallina con quelle di Kate Bingham, la negoziatrice di Boris Johnson, considerata «miss mastino» da chi tratta affari internazionali. A Burioni hanno provato a replicare spiegando che Sandra Gallina è una che da venti anni fa negoziati commerciali internazionali, che era già vicedirettrice di una direzione generale della Ue quando Ursula von der Leyen, la presidente della Commissione, all'inizio dell'estate le ha affidato d'urgenza la direzione generale per la salute e la sicurezza alimentare pregandola di contrattare con le case che producono vaccini forte dell'esperienza fatta nella trattativa col Mercosur (il mercato comune dell'America Meridionale) in cui si è appunto discusso di pesci, di soia e di libero scambio delle barbabietole. E così Sandra Gallina, friulana 45 anni, carriera tutta nell'Ue, ha fatto a capo della solita taske force. Non sapendo che - per dirla nel gergo degli affari internazionali - quelli di big pharma sono i manager più agguerriti e astuti del mondo ha tirato sul prezzo: è partita da 5 euro, è arrivata a 12. Israele ha offerto tre volte tanto e ha vaccinato già tutta la popolazione. Perché sono loro ad aver il coltello dalla parte del manico: se gli fai uno sgarbo smettono di fornirti un campionario intero di medicinali salvavita. Perché anche se il governo italiano fa finta di dimenticarselo si continua a morire tanto e ad ammalarsi (ora spesso non curate) di moltissime altre malattie che non siano il virus cinese. Che il fallimento dell'Europa dipenda anche dai contratti è ormai palese. Si sa ad esempio che la Bingham ha vincolato le aziende a fornire precise quantità di vaccini e in cambio ha loro riconosciuto una sorta di manleva sui rischi. L'Ue al contrario ha negoziato tirando al risparmio e male. Ha messo sul piatto 2,7 miliardi contro i 18 degli Usa, ha addossato alle aziende produttrici i rischi da vaccino e non ha concesso la procedura di urgenza per le autorizzazioni. Come si sa una delle partite che Von der Leyen ha giocato per cercare di arginare le critiche è stata quella contro AstraZeneca, peccato che il contratto (gli altri sono secretati) con questa «casa» sia stato in parte rivelato e si legga che l'Ue ha speso solo 870 milioni con AstraZeneca per circa 300 milioni di dosi e si capisce che gli obblighi di consegna sono spostati a luglio. L'Ue si è trovata spiazzata, riceve i vaccini col contagocce e deve fronteggiare il malumore crescente degli Stati. In Germania - che peraltro ha finanziato con quasi mezzo miliardo Biontec - la strategia europea viene messa in discussione e come si sa ci sono quei 30 milioni di dosi supplementari che la Bundesrepublike si è assicurata. Resta il dato che l'Europa è ultima tra i grandi della terra (meno di 30 milioni di vaccinati contro il doppio degli Usa) e che tra gli ultimi degli ultimi c'è l'Italia ferma a 3,8 milioni di persone che hanno ricevuto la prima dose, poco più del 6% della popolazione con solo 1,34 milioni di immunizzati e appena il 70% di dosi distribuite (sui 5,2 milioni di ricevute). Perché in Italia ai ritardi dell'Europa si sommano quelli nostri. E ancora una volta si torna ad AstraZeneca. Tutti fanno finta di non ricordarselo, ma il ministro della Salute, il riconfermato Roberto Speranza, (Leu) il 13 giugno scorso si presentò in Parlamento e diffuse un comunicato in cui affermava: «Insieme ai ministri della Salute di Germania, Francia e Olanda ho sottoscritto un contratto con AstraZeneca per l'approvvigionamento fino a 400 milioni di dosi di vaccino da destinare a tutta la popolazione europea». Fu La Verità a scoprire che quel contratto non c'era mai stato. Oggi sappiamo che le dosi erano 300 milioni, che sono state comprate da Sandra Gallina, chiamata perché il gruppo ristretto dei quattro Paesi non riusciva a trovare neppure una fiala. Eppure Roberto Speranza - quello che non ha comprato i vaccini, che si è fidato di Domenico Arcuri e delle Primule di Boeri, che non ha un piano vaccinale ma che vuole però tenere agli arresti domiciliari il Paese addossando a cittadini e imprese la responsabilità dei contagi - nel suo fantomatico libro (che La Verità ha saputo e potuto leggere) Perché guariremo, ritirato dalle librerie prima dell'uscita ha scritto (pag. 14): «È stata l'Italia la nazione dell'alleanza per il vaccino che con Germania, Francia e Olanda ha aperto alla prima intesa con AstraZeneca per lo sviluppo e la produzione di 400 milioni di dosi». Sono dosi fantasma. Per questo siamo in ritardo sui vaccini. Facile come l'uovo di… Gallina anche se di uscire dalla pandemia abbiamo poca Speranza.
Nucleare sì, nucleare no? Ne parliamo con Giovanni Brussato, ingegnere esperto di energia e materiali critici che ci spiega come il nucleare risolverebbe tutti i problemi dell'approvvigionamento energetico. Ma adesso serve la volontà politica per ripartire.