2025-04-21
La crisi delle due ruote era annunciata. Ma è peggio del previsto
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Scooter elettrici a noleggio parcheggiati (iStock)
Simboli di una mobilità giovanile ormai estinta, i ciclomotori sono in grande crisi tra divieti e burocrazia. Dopo mesi di calo, il mercato delle due ruote rallenta la caduta e fa ben sperare, ma serve semplificare e smetterla con l’Euro corsa al green.
Simboli di una mobilità giovanile ormai estinta, i ciclomotori sono in grande crisi tra divieti e burocrazia. Dopo mesi di calo, il mercato delle due ruote rallenta la caduta e fa ben sperare, ma serve semplificare e smetterla con l’Euro corsa al green.Bene le biciclette, meno le moto, il cui mercato si sta riprendendo da un inizio dell’anno davvero complicato, un disastro i ciclomotori. Secondo i dati dell’Ancma (Associazione Ciclo Motociclo Accessori), dopo due anni di segni meno a doppia cifra, le vendite di biciclette in Italia hanno smesso di calare. Il 2024 si era chiuso con oltre 1,3 milioni di unità vendute -0,7% sul 2023, frenando una crisi che pareva destinata a protrarsi dopo gli anni record 2020 e 2021. L’attuale volume d’affari (2,6 miliardi di euro), è oggi certamente dovuto e al successo dell’e-bike (le bici elettriche a pedalata assistita) che ha segnato ancora una crescita, in questo caso +24%, in linea con il 2023, con 274.000 unità vendute (+40% sul 2019), confermando la quota del 20% nell’intera composizione del venduto in Italia. Bene anche l’esportazione, (+28%), mentre si assiste a una lieve flessione della bici tradizionale con 1,08 milioni di unità vendute (-0,9%). Ancma ha comunicato che sebbene le biciclette a trazione muscolare rappresentino ancora l’80% del mercato, il confronto con il 2019 segna un calo del 29% dei volumi di vendita nonostante un’export che si attesta intorno al +1,2%. Il report di Ancma dice anche che tra i vari tipi di e-bike il 43% sono da città, il 51% da montagna e il 5% da corsa/gravel. Tra quelle tradizionali, il 33% sono mountain-bike, 33% city-trekking, il 14% da corsa, il 17% per ragazzi e il 2% pieghevoli. A livello industriale, il comparto della bicicletta fa lavorare oltre 38.000 addetti tra diretti e indiretti), distribuite in 230 imprese e nella rete di rivenditori e riparatori. Per le due ruote a motore la situazione è differente: i dati delle immatricolazioni di gennaio e febbraio erano pessimi, un fenomeno successivo alla crescita di fine 2024 dovuta anche alle vendite delle “km zero” e delle fine serie correlata alla chiusura dell’omologazione Euro 5. Possiamo quindi ribadire che nonostante l’inquinamento prodotto dalle moto sia quasi irrilevante, siamo sempre schiavi delle euro-manie ecologiste e certamente agli appassionati non piace l’incertezza. Se poi guardiamo alle grandi città, dove vive il 75% della popolazione italiana, decisioni come quella di Milano di fermare la circolazione delle moto Euro 0, 1 e 2 previsto nell’autunno 2025, nonché delle Euro 3 a partire dal 2028. A Milano è stata organizzata anche una raccolta di firme che in pochi giorni ha raggiunto oltre 1.900 adesioni. L’iniziativa è stata depositata dal capogruppo di FdI a Palazzo Marino Riccardo Truppo e ispirata dai comitati "no Ztl" che cercano di lottare contro le politiche di immobilità della giunta Sala. A febbraio la situazione era peggiorata (-20,87%), con le moto a -28.3% e i ciclomotori a -40,34% sul 2024. Per questi ultimi sembra ormai da tempo tramontata un’era, sia per cambiamento culturale – non sono più considerati mezzi per conquistare la libertà e nella fascia 14-18 anni i giovani non hanno questa come priorità – sia per i costi e la burocrazia associata. Anche peggio vanno i veicoli elettrici (-18,5% con meno di seicento unità immatricolate), le cui vendite certo non sono influenzate dalla morte dell’omologazione Euro 5, quanto da costi ancora elevati, difficoltà logistiche per le ricariche e spesso eccessiva digitalizzazione che rende schiavi di app e telefonini. Non c’è verso di far capire che un mezzo di trasporto popolare come il motorino deve essere accessibile e semplice da usare quanto da gestire, oltre che bello. Invece, tra patentino, casco, assicurazione, targa, revisione, collegamenti allo smartphone che non vanno mai e densità di autovelox in aumento, è sempre peggio. Non a caso sono invece molto richieste delle Piaggio Vespa di oltre 30 anni e dei vecchi Ciao e Si che possono anche essere convertiti in elettrico con batterie sostituibili facilmente. E che hanno meno plastica e più cromature. Del resto siamo italiani e l’occhio vuole la sua parte. Quanto alle moto più vendute, il podio va all’Honda Africa Twin con 651 esemplari, seconda la Bmw R1300GS (627) e terza la Ducati Multistrada V4 (528). Per gli scooter è in testa l’Honda SH125 (2.654), mentre per i ciclomotori il Piaggio Liberty 50 (273). E mentre a marzo abbiamo assistito a una ripresa generale (Scooter a +5.2%), moto ancora in negativo ma a -14%, si spera in una primavera soleggiata e in un bagno di realtà per i sindaci “verdi”.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.