L’emendamento che doveva fermare le sanzioni sulle emissioni spostato a data da destinarsi. Intanto il mercato europeo continua a perdere colpi: a febbraio -3%. Malissimo Stellantis (-16%) e Tesla (-49% nel 2025), mentre Volkswagen e Bmw invertono il trend.
L’emendamento che doveva fermare le sanzioni sulle emissioni spostato a data da destinarsi. Intanto il mercato europeo continua a perdere colpi: a febbraio -3%. Malissimo Stellantis (-16%) e Tesla (-49% nel 2025), mentre Volkswagen e Bmw invertono il trend.Che il 2025 sarebbe stato un anno complesso l’avevamo capito. Ci aspettano altri nove mesi di transizione nella transizione green. Non è uno scioglilingua ma il tentativo, abbastanza raffazzonato, che stanno compiendo Bruxelles e le case automobilistiche che operano in Europa per mitigare i danni del Green deal sulle quattro ruote. Così nessuno si è sorpreso più di tanto nel leggere l’ennesima sequela di numeri negativi dell’Acea (l’associazione delle case europee dell’automotive) rispetto all’andamento del mese di febbraio che parla di immatricolazioni in rosso per il 3,1%. Mentre ha lasciato di sasso l’inaspettato rinvio dello stop alle multe sulle emissioni a data da destinarsi. Anche perché ci sono in ballo 17 miliardi di buone ragioni.Ma andiamo con ordine. Nel secondo mese dell’anno dei cinque mercati maggiori, solo la Spagna registra un rialzo (+11%), mentre Germania e Italia sono ancora in netta contrazione (poco sopra il 6%), seguite dal -1% del Regno Unito e dal -0,7% della Francia. Non tutti i segni meno però hanno la stessa portata. Se dai costruttori tedeschi arrivano i primi flebili indizi di ripresa, non altrettanto si può dire per il principale player italiano, Stellantis, che ha immatricolato appena 155.970 auto, il 16,2% in meno rispetto allo stesso mese del 2024, con una quota di mercato del 16,2% contro il 18,7% di 12 mesi fa. Un rosso che va ad aggiungersi al rosso di un anno terribile come è stato il 2024. Meglio invece è andata ad altri due grandi malati dell’automotive come Volkswagen e Bmw che sono cresciuti del 4,9% e del 5,7%. Entrambi i produttori tedeschi hanno guadagnato quote di mercato e seppur in una situazione di evidente criticità hanno iniziato a invertire il trend. Bene anche Renault (+11%), ma la risalita della casa francese sorprende meno. Un trend ribassista nel quale si intravede una crescita dei veicoli elettrici, dall’11,5% del gennaio-febbraio 2024 si è arrivati al 15,2% dell’anno in corso, e delle vetture ibrido-elettriche che sono le vere protagoniste del mercato raggiungendo una quota pari al 35,2%. «Le ragioni del calo delle immatricolazioni», spiega in un comunicato Per il Centro Studi Promotor, «sono ben note e riconducibili essenzialmente all’imposizione da parte dell’Unione Europea di una transizione energetica che prevede l’abbandono dei motori a combustione interna entro il 2035». E a bene vedere, quello che si sta delineando è un quadro che nasce direttamente dalle scellerate decisioni di Bruxelles che ci sta portando a vendite complessive sempre più in discesa, a un lento incremento delle elettriche e a una sorta inesorabile invasione dei costruttori cinesi.Se c’era una norma che lasciava ben sperare era quella annunciata dalla Von der Leyen che prevedeva lo stop delle multe per le case che superano i limiti di emissioni. Una boccata d’ossigeno, anche perché le sanzioni valgono circa 17 miliardi. E invece è arrivato un inatteso rinvio a data da destinarsi. «Le discussioni interne alla Commissione europea sono ancora in corso, si tratta solo di una questione di giorni», lasciano trapelare con fiducia da Bruxelles, ma più di qualcuno sopratutto tra i produttori più in difficoltà inizia ad avere dei dubbi chiedendosi come sia possibile rinviare una decisione che per molte case potrebbe fare la differenza tra la sopravvivenza e la morte. Per giunta con il fiato sul collo dei dazi di Trump. Incomprensibile. E nei corridoio della Commissione si precisa che la scadenza di fine mese non è «un obbligo vincolante». Pensare che le multe non dovrebbero essere cancellate, ma solo spostate. I costruttori dovrebbero avere tre anni di tempo invece di uno per adeguarsi agli standard di conformità, evitando così le multe salate da 95 euro per ogni grammo di CO2 extra emesso per chilometro per ogni nuovo veicolo immatricolato nell’anno. Vedremo. L’altro grande malato del mercato europeo e non solo, in questo momento è Tesla. La casa di Musk continua a perdere quote di mercato e a soffrire la concorrenza della qualità in crescita e dei prezzi al ribasso delle concorrenti asiatiche, Byd in testa. A gennaio e febbraio la casa americana ha visto un ribasso delle immatricolazioni del 49%. Motivo? Da un lato c’è la lentezza nel rinnovare alcuni modelli che oggi vengono considerati obsoleti, ma di certo pesa la sovraesposizione di Elon Musk che è entrato prepotentemente sulla scena politica americano a sostegno del presidente Donald Trump inimicandosi una fetta dei potenziali acquirenti della casa di Austin. Dall’altro Byd fresca di sorpasso per fatturato su Tesla continua a crescere in Europa e secondo le stime di S&P nel 2025 dovrebbe raddoppiare le vendite nel Vecchio continente arrivando a quota 186.000 immatricolazioni. Insomma, il piano di Bruxelles per cinesizzare l’automotive europea continua a segnare successi.
Eugenia Roccella (Getty Images)
I ministri Roccella e Nordio puntano i fari sulle strutture per i minori, una rete di cooperative che fa girare quasi 1 miliardo all’anno per ricollocare i piccini sottratti alle famiglie. Il primo obiettivo è verificare quanti di questi provvedimenti siano sensati.
Carlotta Vagnoli (Getty Images)
Per oltre 23 mesi, Carlotta Vagnoli, Valeria Fonte e Benedetta Sabene (candidata anche con Santoro) avrebbero perseguitato un uomo colpevole di avere una relazione parallela: «Lo dobbiamo mutilare».






