2024-10-09
Giorgia isolata? Oggi vede Zelensky
Giorgia Meloni e Volodymyr Zelensky (Ansa)
L’insinuazione di Renzi («Non ci invitano al vertice con gli Usa») cade nel vuoto. Ramstein salta, ora il leader ucraino disposto a concessioni incontra il premier.Dire che Giorgia Meloni è isolata porta bene all’Italia. Sì perché, anche se la sinistra ancora non l’ha capito, più si dice che l’Italia non è determinante, come ha fatto di recente anche l’ex premier Matteo Renzi, più si dimostra che invece è proprio all’estero che Meloni non solo non è isolata, anzi, risulta anzi spesso al centro di tutti i dossier più importanti. L’attacco di Renzi, due giorni fa: «Mi spiace molto che prima del vertice sull’Ucraina a Ramstein ci sia un incontro tra Usa, Germania, Francia e Uk senza l’Italia. Fare un incontro con la Casa Bianca dei Paesi europei del G7 senza l’Italia (che pure quest’anno è presidente del G7 anche se molti non se ne sono accorti) è un grave errore della diplomazia italiana. Suggerisco alla presidente Meloni di attaccarsi al telefono e farsi invitare a quest’evento, cui forse non veniamo chiamati per la posizione altalenante che abbiamo in politica estera. Cara Giorgia, sei la presidente del G7: passa meno tempo a cercare le talpe nelle chat di WhatsApp di Fratelli d’Italia e fai il tuo lavoro senza far isolare l’Italia». Renzi ancora non poteva saperlo, ma era in programma, poi confermata nelle ore successive una cena a Roma per questa sera a Villa Pamphili tra il premier e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.Non l’unico incontro, prima alle 15 a Parigi un bilaterale con il presidente francese Emmanuel Macron. Domani mattina papa Francesco in Vaticano e il cancelliere tedesco Olaf Scholz nel pomeriggio a Berlino. Zelensky ha fatto sapere che questa settimana incontrerà anche il premier britannico Keir Starmer nel Regno Unito. Incontri con cui si intende rimediare all’annullamento del summit di Ramstein previsto per sabato 12 ottobre, rinviato dal presidente Joe Biden a causa dell’uragano in Florida. Per ora non sono state fissate nuove date e non ce ne sarebbero molte, viste le imminenti elezioni americane.Intanto all’ultima riunione del Coreper i 27 hanno dato il via libera preliminare all’ultimo pacchetto a favore dell’Ucraina, comprendente i 35 miliardi di prestiti e il nuovo meccanismo di cooperazione per favorire i prestiti nei confronti di Kiev. È stato dato l’ok a tre testi legislativi su quattro del pacchetto. A causa del veto dell’Ungheria è stato escluso il testo che estende da 6 a 36 mesi la durata delle sanzioni alla Russia sul congelamento dei beni custoditi nell’Unione europea. Modifica che avrebbero chiesto gli Stati Uniti per contribuire al finanziamento in maniera più incisiva di quanto non farebbero con i rinnovi di sei mesi in sei mesi. In questo momento secondo Bloomberg, che cita funzionari vicini alla Nato, c’è la sensazione da parte degli alleati di Kiev che Zelensky possa essere pronto ad adottare un approccio più flessibile nell’esaminare i modi per contribuire a porre fine alla guerra contro la Russia. «Entro novembre sarà pronto il documento che delinea le condizioni dettagliate per la giusta fine della guerra. Stiamo preparando il secondo vertice di pace», ha detto Zelensky ieri pomeriggio in Croazia. Probabile che il piano, già sottoposto agli Stati Uniti che non lo avevano accolto con grande entusiasmo, proprio a causa di questa reazione, sia sotto revisione e che questa versione aggiornata possa appunto essere più accondiscendente di quella precedente. Il leader ucraino in pubblico però ha rafforzato le principali richieste di Kiev per porre fine alla guerra, escludendo mediazioni o compromessi in tema di sovranità o di cessioni del territorio ucraino. Ma allo stesso tempo, spiega Bloomberg, i funzionari di Kiev hanno chiarito che sono pronti ad ammettere che la guerra deve finire. Anche perché la tensione con Mosca, che prosegue la sua avanzata nel Donetsk, non accenna a diminuire. Il pericolo di una guerra nucleare «è seriamente aumentato a causa delle politiche distruttive dell’Occidente» ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. «Su questo avvertiamo chiaramente sia gli Stati Uniti sia gli altri membri della Nato che seguono la linea americana. Invece che agire sconsideratamente lungo la rotta americana, si dovrebbe tornare in sé e rendersi pienamente conto delle conseguenze catastrofiche di cui è irta la loro linea provocatoria ed estremamente pericolosa». La portavoce è poi tornata sull’attacco al gasdotto Nord Stream del settembre 2022. La Russia infatti avrebbe le prove di un coinvolgimento di Stati Uniti e Gran Bretagna nell’attentato. Prove che tuttavia non sono state presentate per il momento. «Procederemo in base all’opportunità e a come si svilupperà la situazione attorno all’indagine» le sue parole. In precedenza il capo del servizio d’intelligence esterno russo, Serghei Naryshkin, aveva affermato che nell’azione sono stati impiegati sabotatori professionisti dei servizi segreti americano e britannico, e che l’amministrazione americana «ha ritenuto giustificato intraprendere un simile sabotaggio per garantire la separazione dell’Europa e, soprattutto della Germania, dalla Russia».
La nave Mediterranea nel porto di Trapani (Ansa)