2024-06-07
La Meloni «benedice» Elon Musk: nozze spaziali pensando a Trump
Telespazio (partecipata da Leonardo) commercializzerà i satelliti Starlink. Il premier: «Buona notizia». Il rapporto col patron dell’ex Twitter le serve per avvicinarsi a The Donald senza schierarsi apertamente.«Un’ottima notizia»: così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, commenta la firma di un accordo tra Telespazio, joint venture tra il colosso aerospaziale italiano Leonardo (67%) e la francese Thales (33%), e SpaceX per la commercializzazione dei servizi Starlink, la costellazione di satelliti concepita per fornire servizi internet a banda larga in tutto il mondo, in particolare nelle aree rurali e scarsamente servite da altre reti. «Grazie a questo accordo», fa sapere l’azienda, «Telespazio potrà integrare Starlink nella propria rete globale di connettività ibrida, realizzata con soluzioni satellitari e terrestri, in grado di garantire servizi di comunicazioni affidabili e resilienti, fissi e mobili, con copertura globale». Starlink è una costellazione di satelliti progettata per fornire servizi Internet a banda larga in tutto il mondo, ed è proprietà di Elon Musk. La Meloni, ha commentato l’accordo «auspicando una collaborazione sempre maggiore», e ha colto l’occasione «per rivolgere i complimenti a Elon Musk per aver concluso con successo il test con Starship». Il riferimento è alla riuscita del lancio, avvenuto ieri da Boca Chica, in Texas, della Starship, l’astronave più grande e potente della storia delle esplorazioni spaziali, dopo i due tentativi nel 2023 finiti in esplosioni, e un altro lo scorso marzo in cui nessuno dei due stadi è riuscito a tornare sulla Terra. Il rapporto tra la Meloni e Musk è solido e caratterizzato da una reciproca simpatia: il magnate statunitense, numero uno di X, Tesla e Space X, ha partecipato alla festa di Atreju, lo scorso dicembre, e sei mesi prima era stato ricevuto dalla premier a Palazzo Chigi. A questi livelli, però, i rapporti personali non sono mai scollegati dai ragionamenti politici, ed è evidente che la Meloni non perda occasione per rinsaldare il suo legame con Musk, che è il più importante, oltre che ricco, sostenitore di Donald Trump in vista delle elezioni presidenziali negli Usa del prossimo novembre. La Meloni sta riuscendo a non farsi trascinare nella trappole degli «endorsement» a Joe Biden o Trump: non è certo un mistero che il suo cuore, in termini politici, batta per The Donald, ma la collaborazione con l’attuale amministrazione Usa a guida Biden, a partire dal sostegno a Kiev, è il pilastro della sua azione in politica estera. Essendo presidente del Consiglio, la Meloni ha gioco facile nel non schierarsi apertamente, e la parola d’ordine è cautela: non a caso, dopo aver partecipato personalmente per due volte, nel 2019 e nel 2022, alla Conservative Political Action Conference, il congresso dei principali partiti conservatori statunitensi, lo scorso febbraio ha inviato in Maryland una piccola delegazione guidata dal vicecapogruppo alla Camera Manlio Messina. Meglio non dare troppo nell’occhio, in sostanza, e quindi ecco che il rapporto con Musk diventa per la Meloni un modo per mantenere aperto un canale di primissimo livello con il trumpismo. A proposito di presidenziali: in una intervista rilasciata a Open, la Meloni affronta il tema della riforma costituzionale. Alla domanda relativa al cambio di rotta dal presidenzialismo, battaglia storica di Fratelli d’Italia e proposta contenuta nel programma elettorale, al premierato, la premier risponde cosi: «Non ho abbandonato nessuna battaglia. Anzi. Noi ci siamo presentati alle elezioni dicendo chiaramente che avremmo presentato una riforma costituzionale che garantisse l’elezione diretta del vertice del potere esecutivo, e abbiamo rispettato quell’impegno. Noi partivamo da alcune idee, in particolare il semipresidenzialismo alla francese, ma abbiamo consultato le varie forze politiche, abbiamo testato la sensibilità diffusa e ciò che è emerso da questa consultazione sono tre elementi: la necessità di una riforma per rendere il sistema più efficiente e garantire che il governo possa lavorare con un orizzonte di legislatura; mantenere la centralità del Parlamento; conservare la figura di garanzia del presidente della Repubblica. Su questi tre elementi», ha aggiunto la Meloni, «abbiamo costruito la proposta di riforma che abbiamo presentato in Parlamento. È una riforma che lascia immutata l’ossatura del nostro sistema istituzionale, che mantiene la figura di garanzia del presidente della Repubblica e che con l’elezione diretta del presidente del Consiglio garantisce stabilità al governo».
Il valico di Rafah (Getty Images)
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