2025-09-11
Mediobanca sventola la bandiera bianca. «L’offerta del Monte arriverà all’80%»
Il dg di Piazzetta Cuccia: probabile fusione ma il nostro nome potrebbe restare. Blackrock al 5% di Mps. L’Ue benedice l’Opas.ha avuto pieno successo, visto che con la riapertura dei termini prevista per il 16 settembre verrà raggiunto almeno l’80% del capitale. La domanda ora è: che cosa succederà al management di Mediobanca? Preoccupazioni? Sospetti? Vinci ha cercato di rassicurare i manager e i 6.700 dipendenti della banca, dicendosi certo che la loro professionalità verrà salvaguardata. Ma la verità è che, in fondo, la sconfitta è già riconosciuta. Il panorama finanziario ha cambiato pelle e i protagonisti dovranno adattarsi. Ma partiamo da un dato oggettivo: l’operazione di fusione è stata una mossa strategica, ben pensata, riconosce Vinci. Mediobanca è stata pagata «un prezzo ragionevolmente alto» da Mps. La qualità di tutto il gruppo bancario è stata riconosciuta e, nonostante le iniziali perplessità, la verità si fa strada a suon di numeri. Come ha sottolineato Vinci, la partecipazione di Mps in Mediobanca sta per raggiungere il 80%, e con questo assetto è difficile immaginare che il flottante della banca possa bastare a mantenere la quotazione. La Bce, si sa, non si farà scrupoli a suggerire che la fusione sia la via da percorrere, soprattutto alla luce della necessità di sinergie più concrete. Vinci si è detto certo che il marchio Mediobanca verrà salvaguardato. Ha ricordato il precedente della fusione fra Chase e Jp Morgan e alla fine è stato proprio il brand di quest’ultima a prevalere nonostante il differente peso dei due contraenti.A quanto pare, non c’è molto spazio per mantenere due entità bancarie separate ma unite da un azionariato comune. Il direttore generale di Mediobanca lo sa bene: «La fusione è il male minore». E chi può dargli torto? In un mercato che non perdona, le sinergie sono tutto, e separare la banca d’affari dalla Mps sarebbe illogico considerato che le sovrapposizioni fra una banca commerciale e una banca d’affari sono poche e le sinergie molte. Un nuovo soggetto che tenga conto delle differenze ma che punti a un disegno unificato: questo è l’obiettivo della fusione. «Mps ha acquisito Mediobanca con uno sforzo economico notevole, e ora è il momento di valorizzare l’investimento» dice Vinci. E mentre il destino di Mediobanca si fa sempre più oscuro, c’è una grande novità: Blackrock.A chi pensava che la fusione sarebbe stata un colpo a sorpresa solo per i manager di Mediobanca, arriva la conferma che non è affatto così. L’Opas di Mps ha già ricevuto grandi consensi a livello internazionale, e uno dei nomi più noti nel panorama finanziario globale, Blackrock, ha deciso di salire a bordo. Il fondo statunitense, attraverso 14 società controllate, ha acquisito una partecipazione di oltre il 5% in Mps, dimostrando fiducia nel piano di rilancio della banca senese. Non si tratta di un gesto da poco: Blackrock non entra in una società che considera un rischio, ma piuttosto in una realtà che sta guardando al futuro con rinnovato ottimismo.E la Commissione europea? Anche lei è sulla stessa lunghezza d’onda. Come ha confermato un portavoce dell’esecutivo Ue, l’Opas è considerata un passo positivo perché segna il completamento della ristrutturazione di Mps, un processo iniziato con la ricapitalizzazione precauzionale nel 2017. La Commissione non solo ha monitorato con attenzione l’andamento dell’operazione, ma ha anche apprezzato il fatto che la maggior parte degli azionisti di Mediobanca abbia accettato l’offerta A questo punto, si può dire che la fusione non solo sia positiva per Mps, ma anche per l’intero sistema bancario europeo. L’apprezzamento è tanto più importante perché arriva dagli uffici della direzione dg Comp guidata da Teresa Ribera. Un’esponente di punta del partito socialista spagnolo che ha riconosciuta la validità di un progetto sponsorizzato dal governo italiano a maggioranza di centrodestra. Un successo oltre che finanziario anche politico. Anche per questo Vinci ha cercato di rincuorare i manager. La loro professionalità, con ogni probabilità, non verrà sacrificata sull’altare della fusione. Le sfide ci sono, è vero, ma saranno proprio le loro competenze a trovare una nuova collocazione in un gruppo più grande, più solido, più internazionale. E per il resto? In fondo, non si può chiamare «sconfitta» quella che è, in realtà, una grande opportunità di crescita e consolidamento, non solo per Mps, ma per l’intero sistema bancario. E quando Blackrock, la Commissione e la Banca centrale europea sono tutti sulla stessa lunghezza d’onda, significa che l’operazione era valida.
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