Dopo aver spostato a settembre l’assemblea sull’operazione Banca Generali, Nagel promette una pioggia di dividendi nei prossimi tre anni per contrastare l’Ops di Montepaschi, stimando ricavi oltre quota 4,4 miliardi. Operazione real estate nel Principato.
Dopo aver spostato a settembre l’assemblea sull’operazione Banca Generali, Nagel promette una pioggia di dividendi nei prossimi tre anni per contrastare l’Ops di Montepaschi, stimando ricavi oltre quota 4,4 miliardi. Operazione real estate nel Principato.Dopo aver buttato la palla sugli spalti (spostando a settembre l’assemblea che dovrebbe decidere l’operazione Banca Generali) e mentre incombe sempre più da vicino la scalata di Mps a Mediobanca, Alberto Nagel, numero uno di Piazzetta Cuccia, tenta la nuova strategia di marketing avanzato. E lo fa aggiornando il piano «One brand-One culture», lanciando al mercato la sfida a pioggia dei dividendi. In tre anni, Mediobanca stima una crescita dei ricavi del 20%, arrivando a oltre 4,4 miliardi; un utile netto incrementato del 45,1% a 1,9 miliardi ed eps a 2,4 miliardi.Tradotto? La politica di remunerazione degli azionisti in tre anni dovrebbe raggiungere 4,9 miliardi, di cui 4,5 miliardi in dividendi e il resto con un buyback. Per Nagel si tratta di un «entusiasmante percorso di crescita stand-alone, compiuto rimanendo ancorati alla scuola di banca responsabile radicata nel Dna della Banca» e verrà «ulteriormente potenziato dalla combinazione con Banca Generali, in grado di creare un leader europeo nel wealth management per dimensioni, capacità di crescita e remunerazione degli azionisti, il cui closing è previsto per il prossimo mese di ottobre». «L’estensione al 2028», ha detto l’ad agli analisti ieri mattina, «del piano dimostra come Mediobanca sia in grado di realizzare, pur in un contesto macroeconomico complesso, un’ulteriore solida crescita di ricavi, utili e redditività, puntando a conseguire i migliori rendimenti di settore, associati a un basso profilo di rischio e di execution nonché a un significativo aumento della remunerazione degli azionisti».Ma Piazzetta Cuccia non si ferma qui. Vale la pena scorrere il piano aggiornato fino a pagina 23. Qui spunta la vocazione da immobiliarista dell’istituto un tempo guidato da Enrico Cuccia. Il piano prevede, infatti, che mezzo miliardo di valore arrivi dallo sviluppo di un palazzo nel Principato di Monaco collegato a Cmb, quella che un tempo si chiamava Compagnie Monégasque de Banque ed era partecipata dalla Comit. Da ormai 26 anni anni lo sportello monegasco è passato sotto il controllo di Mediobanca e ora torna alla ribalta per un mega progetto da 24 piani in altezza e altri 8 sotterranei. Alla boutique bancaria andrà solo il settimo piano. Gli altri sono destinati e diventare appartamenti residenziali.Colpisce come Nagel abbia deciso di rastrellare tutto ciò che può portare acqua al suo mulino e convincere il maggior numero possibile di soci a voltare le spalle a Mps. D’altronde la partita per Piazzetta Cuccia si fa sempre più difficile. L’operazione su Banca Generali - difficile argomentare il contrario - è finita su un binario rallentato e di secondo livello. La mancata adesione dell’istituto guidato da Gian Maria Mossa a un pre patto a tre (con Generali e la stessa Piazzetta Cuccia) su wealth management e bancassicurazione ha probabilmente dato il via a una serie di riflessioni tra gli shareholder tanto che, con un cda straordinario domenicale, Nagel ha spostato l’assemblea di oltre mesi. Trovandosi di fronte alla possibilità concreta di non avere la maggioranza e correre così il rischio di dover dare le dimissioni. Se l’Ops di Mps dovesse saltare o non andare in porto, a quel punto a Mediobanca basterebbe il cda per chiudere Banca Generali. Ma è molto più probabile lo scenario opposto. Cioè che dopo le ultime autorizzazioni, Mps acceleri per chiudere la scalata. E a quel punto cambierebbe tutto il paradigma e, forse, di Banca Generali non si parlerebbe nemmeno più.Ecco perché si è reso necessario l’aggiornamento del piano. Per far sapere al mercato che Piazzetta Cuccia da sola farà o farebbe dividendi miliardari. Peccato che su tutto questo incombe un altro tema: la Procura. Non vorremmo che a Milano qualcuno si aspetti sgambetti giudiziari al di fuori del perimetro di mercato. Sarebbe un evento pari a un terremoto. I pm si metterebbero contro il Mef e contro una strategia concordata anche con Bce e Dg Comp. Se parliamo di tempistiche, è difficile immaginare quali possano essere quelle della Procura che ora si è limitata ad acquisire documenti presso Banca Akros che ha gestito il collocamento delle quote Mps. Ma se la vediamo dal punto di vista di Siena allora potrebbe esserci uno stimolo a spingere il piede sull’acceleratore. Se così fosse stiamo a vedere chi arriverà a festeggiare Ferragosto.
2025-11-04
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