2025-04-30
È già partita la caccia ai titoli Mediobanca prima dell’assemblea che decide sull’Ops
Balzo del 5,27%: l’assise di giugno deve liberare l’offerta su Banca Generali. Aumentano i dubbi sull’affare Natixis.Dopo il lancio dell’Ops su Banca Generali parte il rastrellamento su Mediobanca la cui quotazione ieri ha raggiunto il massimo storico. A muoversi, secondo fonti di mercato sono soprattutto fondi e altri operatori istituzionali probabilmente a difesa di Alberto Nagel, amministratore delegato dell’istituto di Piazzetta Cuccia. Ma non è escluso che a comprare possa essere qualcun altro con mire opposte. L’obiettivo è quello di presentarsi con il maggior numero di azioni possibili all’assemblea dei soci del 16 giugno che deciderà le sorti della partita. La mobilitazione dovrà essere molto serrata considerando che Delfin e Caltagirone che posseggono insieme il 28% del capitale sicuramente voteranno contro. Da segnalare, a margine di questo confronto che Alessandro Caltagirone, figlio dell’imprenditore romano, si è dimesso dalla carica di amministratore della cassaforte Caltagirone Spa. Resta consigliere di Mps che al momento è al centro degli interessi della famiglia. Per spuntarla nel braccio di ferro contro i suoi principali azionisti il capo di Mediobanca dovrà mobilitare i suoi alleati da aggiungere ai componenti del patto di consultazione che raggruppa circa il 12% del capitale. Non stupisce quindi il volo del titolo di Piazzetta Cuccia verso vette mai frequentate prima accompagnata da scambi record. Ieri sono passate di mano circa 7,5 milioni di azioni contro una media di circa cinque milioni. L’azione chiude con un balzo del 5,27% a 18,37 euro. Banca Generali continua la sua corsa e sale dell’1,7% a 52,2 euro mentre Generali, che dovrà decidere se consegnare la quota di maggioranza della società di risparmio gestito a Piazzetta Cuccia, avanza dell’1,6% a 32,11 euro, dopo che ieri aveva perso l’1,1%.C’è anche da dire che il compito spettante al consiglio d’amministrazione del gruppo triestino è molto delicato. Chiudere una partita così delicata con il proprio azionista di riferimento è materia radioattiva considerando gli inevitabili conflitti d’interesse. Senza contare ovviamente l’ostilità del governo che ha benedetto l’Ops di Montepaschi. Terreno minato con un rischio più grande di tutti: l’affare Natixis che potrebbe deflagrare con effetti al momento non misurabili Mps ha chiuso in rialzo del 3,77% a 7,63 euro. C’è anche da dire che a muovere la quotazione è proprio il traino almeno parziale di Mediobanca. Lo sconto viaggia intorno al 4,5%.Per ora il gruppo senese non farà cambi di programma: «L’offerta di Mediobanca su Banca Generali non è ostativa per l’Ops su Piazzetta Cuccia, anzi rafforza il valore industriale dell'operazione», hanno fatto sapere a caldo fonti vicine a Siena. L'Ops insomma andrà avanti nei tempi previsti con l’obiettivo di incassare le autorizzazioni entro giugno. Per il momento insomma il mercato non sembra percepire nuovi elementi di rischio per l’operazione, che pure deve ancora ottenere la decisiva autorizzazione della Bce.Per lanciare l’Ops a Mediobanca servirà l’ok dell’assemblea ordinaria con una maggioranza quindi del 50% più un’azione, assise convocata per il 16 giugno. Ipotizzando un’affluenza intorno al 70%, un via libera dell’assise ordinaria richiederebbe di coagulare un fronte vicino o superiore al 35%. Oltre il 28% del capitale di Piazzetta Cuccia è in mano a Delfin e al gruppo Caltagirone (grandi soci della banca senese, a cui si aggiunge l’Enpam che della banca di Nagel ha l’1%) che spingono per il successo della scalata del Montepaschi.Il 35% è nel portafoglio invece dei grandi investitori istituzionali e quasi il 12% nelle mani dei soci storici, che sono pro-management, riuniti in un patto di consultazione, tra questi c’è il gruppo Unipol che ha una quota fra il 2 e il 3% di Piazzetta Cuccia. Questo blocco ha già vinto con largo scarto in assemblea a ottobre 2023 quando aveva riconfermato il tandem Nagel-Renato Pagliaro. I soci dunque potranno dare luce verde o mantenere una strategia di crescita autonoma.Già subito dopo l’annuncio l’offerta era stata salutata positivamente dagli analisti, per la «logica strategica e finanziaria per Mediobanca». Equita Sim ha parlato di una «operazione con un solido razionale industriale».Intesa Sanpaolo ha scritto che l’affare ha «senso per Mediobanca, sia da un punto di vista industriale, sia da un punto di vista finanziario». Per Morgan Stanley l’Ops porterà a una «un’integrazione strategica coerente tra Mediobanca e Banca Generali, in linea con l’attuale piano aziendale di Mediobanca».Tra ostacoli normativi, sfide politiche e manovre di potere tra i grandi gruppi finanziari, l’ad di Mediobanca, Alberto Nagel, si prepara a una battaglia complessa.
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Dopo l'apertura dei lavori affidata a Maurizio Belpietro, il clou del programma vedrà il direttore del quotidiano intervistare il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, chiamato a chiarire quali regole l’Italia intende adottare per affrontare i prossimi anni, tra il ruolo degli idrocarburi, il contributo del nucleare e la sostenibilità economica degli obiettivi ambientali. A seguire, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, offrirà la prospettiva di un territorio chiave per la competitività del Paese.
La transizione non è più un percorso scontato: l’impasse europea sull’obiettivo di riduzione del 90% delle emissioni al 2040, le divisioni tra i Paesi membri, i costi elevati per le imprese e i nuovi equilibri geopolitici stanno mettendo in discussione strategie che fino a poco tempo fa sembravano intoccabili. Domande cruciali come «quale energia useremo?», «chi sosterrà gli investimenti?» e «che ruolo avranno gas e nucleare?» saranno al centro del dibattito.
Dopo l’apertura istituzionale, spazio alle testimonianze di aziende e manager. Nicola Cecconato, presidente di Ascopiave, dialogherà con Belpietro sulle opportunità di sviluppo del settore energetico italiano. Seguiranno gli interventi di Maria Rosaria Guarniere (Terna), Maria Cristina Papetti (Enel) e Riccardo Toto (Renexia), che porteranno la loro esperienza su reti, rinnovabili e nuova «frontiera blu» dell’offshore.
Non mancheranno case history di realtà produttive che stanno affrontando la sfida sul campo: Nicola Perizzolo (Barilla), Leonardo Meoli (Generali) e Marzia Ravanelli (Bf spa) racconteranno come coniugare sostenibilità ambientale e competitività. Infine, Maurizio Dallocchio, presidente di Generalfinance e docente alla Bocconi, analizzerà il ruolo decisivo della finanza in un percorso che richiede investimenti globali stimati in oltre 1.700 miliardi di dollari l’anno.
Un confronto a più voci, dunque, per capire se la transizione energetica potrà davvero essere la leva per un futuro più sostenibile senza sacrificare crescita e lavoro.
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