2025-10-03
Piantedosi: «Rischio di infiltrazioni nei cortei. Pronti a contenere possibili derive»
Le riflessioni del ministro, ospite all’evento di «Panorama», sulla serie di mobilitazioni diffuse: «Galassia variegata, sarà un weekend impegnativo. Ma l’Italia va bene e non si protesta più sui temi classici».A Napoli, ieri, Maurizio Belpietro, direttore della Verità e di Panorama, ha inaugurato il primo appuntamento della seconda serie di «Panorama on the road», iniziata nel 2024. Un tour sulla strada per conoscere l’Italia, accompagnati dal settimanale su temi cruciali del presente e per il futuro del nostro Paese.Il confronto è iniziato con il ministro degli Interi Matteo Piantedosi, intervistato dal direttore, in primis sul tema delle manifestazioni che si sono verificate, in particolare, in questi giorni e che, rispetto al passato, sfociano in scontri significativi. Sembrano quasi gestite da una sorta di regia, un’Intifada all’italiana. Si resta in allerta per questo tumultuoso fine settimana di manifestazioni a sostegno dei palestinesi, con lo sciopero generale indetto da Cgil e Usb e con il dubbio di possibili infiltrazioni.Il ministro fa notare che queste manifestazioni non hanno più a oggetto i classici temi come la sanità, il lavoro, le tasse ma si sono spostate su argomenti come Gaza e Israele. Guardando il lato positivo, quindi, questo effetto è proprio dovuto ai risultati di questo governo: i parametri finanziari sono soddisfacenti, boom del turismo, apprezzamento internazionale e stabilità di governo.Il dialogo prosegue sul rischio di emulazione e di infiltrazioni soprattutto in manifestazioni che sono collegabili anche all’antisemitismo. Il ministro rassicura riportando che le Forze dell’ordine non solo si stanno adoperando costantemente per prevenire e presidiare zone o eventi critici, ma anche tenendo sempre alto il livello di allerta.In considerazione dello sciopero generale odierno, Belpietro domanda al ministro quali misure straordinarie siano state adottate. In realtà, ribatte il ministro, «non si è predisposto un vero e proprio piano di emergenza straordinaria». Tuttavia, sono state sospese ferie e permessi delle Forze dell’ordine, al fine di avere la massima capacità di prevenzione e difesa, con un focus sulle grandi arterie per la circolazione, porti e stazioni.Il titolare del Viminale è fiducioso, confida anche nella responsabilità dei manifestanti e non ritiene che vi sia un’organizzazione premeditata, dimostrando rispetto per il diritto di manifestare sia pro Pal sia per lo sciopero generale.Il direttore insiste, puntualizzando proprio sulla tattica di questi manifestanti nel prendere di mira le infrastrutture logistiche del Paese. Senza mezzi termini, il ministro non esita a precisare che parrebbe un pretestuoso metodo per ottenere la massima resa da disagio e per insinuare una relativa responsabilità imputabile al governo. Insinuazione del tutto infondata, tra l’altro, visti gli impegni del governo per gli aiuti ai palestinesi, anche per mezzo di Food for Gaza e con la collaborazione dei vescovi italiani, inviando beni di prima necessità. Tentare di mettere in crisi il governo svilisce il fine della manifestazione pro Pal e non giova nemmeno agli italiani o ai palestinesi.Il direttore cambia argomento chiedendo cosa ne pensa dell’effetto Kirk in Italia, se vede dei rischi ma il ministro è sereno a riguardo, anche perché sono, a suo dire, solitamente «cani sciolti» e l’Italia è in grado di intercettarli e prevenirli. «Inoltre, abbiamo una diversa gestione e disciplina della detenzione delle armi», precisa Piantedosi.Il dialogo si sposta sulla gestione degli immigrati (inclusi quelli radicalizzati) e sull’estero: caso Almastri, sulla gestione dei traffici di esseri umani da parte delle Ong e su che fine abbiano fatto i centri in Albania. Il titolare del Viminale parte dai risultati delle Procure e del ddl sicurezza: «Sono stati espulsi più di 200 soggetti dal territorio italiano, per fondato sospetto e/o per irregolarità, in alcuni casi, si è richiesta anche la revoca della cittadinanza italiana, sempre previo accertamento della sussistenza delle giuste condizioni di fatto e di legge». Sul caso Almastri e sulla relativa appendice giudiziaria, Belpietro incalza, dicendo che c’è stato un particolare tempismo insolito nel mettere in difficoltà il governo, anziché presumere che abbia agito solo ed esclusivamente nell’interesse nazionale. Il ministro, tuttavia, confida nella Procura di Roma, ritenendola composta ed equilibrata, quindi, da non temere. Reputa che sia fondamentale mantenere la miglior relazione possibile con la Libia non solo per la gestione del rischio immigratorio ma anche per stabilizzare aree complesse, fermo restando che i livelli di sbarchi sembrerebbero in diminuzione. A proposito delle Ong, il problema risiede nelle organizzazioni stesse, dietro le quali c’è chi si occupa di tratte umane illecite e con implicazioni criminali correlate. Per quanto attiene ai centri in Albania, Piantedosi rinvia alla realtà: una non magistratura che valuta di caso in caso chi rimpatriare e perché e su cui si può poco sindacare. Si stanno però predisponendo tutti i corredi giuridici per procedere anche con il Patto europeo sull’immigrazione.