2021-01-30
Mattarella pesca Fico per fare di nuovo la solita maggioranza
Roberto Fico (Getty images)
Il Colle delude il centrodestra ma sembra rimproverare Matto Renzi e gli mette il cerino in mano: i numeri ci sono? Dimostratelo...Quindi il verdetto del Colle è arrivato: un mandato esplorativo al presidente della Camera Roberto Fico, che durerà fino a martedì. Ma dietro questo passo si può già leggere la prospettiva di qualcosa di più: si è «manifestata la prospettiva» di un nuovo governo formato «dalle stesse forza del governo uscente», spiega il capo dello Stato, «con una maggioranza da verificare doverosamente in Parlamento». È dopo queste parole che arrivano la convocazione di Fico e quell'incarico («esplorativo») di cui si parlava da tutto il pomeriggio. Ci sono solo due dubbi che troveranno risposta nelle prossime ore: «l'esplorazione» porterà davvero ad un nuovo governo Conte? Questo percorso comporta una «stretta» del Colle su Matteo Renzi, l'unico che non ha chiarito il suo sì ad un ter? Su queste due ultime domande è legittimo il dubbio, dato che il percorso non del tutto preordinabile, né privo di insidie. Ma il tambureggiare di questi eventi - in primo luogo - spiega che si stanno bruciando tutti i tempi, e che nei palazzi delle istituzioni repubblicane si lavora a tappe forzate. Quella di ieri è una sequenza che merita di essere raccontata nel dettaglio per poterla spiegare bene: tutto viene preparato da una fitta giornata di consultazioni in cui il pronunciamento più delicato è quello del M5s non indolore e favorevole ad un nuovo governo (anche con Italia viva). Poi, alle 19.05 di ieri, preciso (quasi) come un cronometro, il Quirinale detta l'agenda politica delle prossime giornate, con una scelta che non è indifferente. Una mossa chiara, non priva di tempismo, che nel breve termine condizionerà il decorso della crisi. A preavvisare l'intervento del presidente, alle 18.45, era stato il portavoce del presidente della Repubblica Giovanni Grasso. Era uscito dalle stanze presidenziali alle 18.38, era salito sul podio e quindi aveva annunciato: «È in corso una riunione, ci saranno delle comunicazioni». Poi, dopo un pugno di minuti, arriva il presidente della Repubblica, che pronuncia un discorso di taglio «politico» sulla crisi, che batte sul tema dell'emergenza «sanitaria, economica e sociale». Poi Mattarella dice di più anche sulla possibile a costituzione del governo, quella frase: «Si è manifestata una maggioranza ma va verificata». Ovvero: le forze politiche che componevano il governo uscente hanno fatto capire che potrebbero costiture un nuovo governo che ricalca quella attuale. «Prenderò un'iniziativa». Ed eccola: pochi secondi dopo Grasso comunica la convocazione di Fico, e pochi minuti dopo sul Colle sale il presidente della Camera. Come si deve interpretare questa mossa? Il primo luogo con la pressione sui tempi, e poi con un tono sottointeso - quasi di fastidio - nel discorso del presidente della Repubblica: se tutte le quattro forze indicano la volontà di fare un nuovo governo, se tre su quattro indicano un premier (Conte) e una non pone una pregiudiziale contro, ma non scioglie il dubbio, il mandato a Fico serve a sciogliere questo nodo, e capire se c'è un bluff o meno. Il mandato esplorativo non va letto dunque come il preannuncio di un governo Fico. Da un lato Sergio Mattarella potrebbe «proteggere» - senza bruciarlo con un mandato diretto - la possibilità di un Conte ter. Dall'altro garantisce un altra proroga (indiretta) dei tempi negoziali per il nuovo esecutivo. Ma infine Mattarella mette i protagonisti alla prova. Quindi il tema è che i tempi si accorciano, per volere del presidente. Ed ecco il bivio: o con questo viatico istituzionale nasce il terzo governo Conte, o Italia viva pone un veto e si va verso un altro scenario. Ecco perché il mandato esplorativo è a Fico, e non (come aveva chiesto Matteo Salvini) a Elisabetta Casellati. Il tema è che se nessuna delle quattro forze della maggioranza giallorossa ha bluffato, il perimetro già c'è. Eppure Mattarella aggiunge: «È doveroso dar vita presto ad un governo con un sostegno parlamentare». Ovvero: servono numeri certi. Questo interventismo è motivato: «L'Italia» aggiunge il capo dello Stato, «come tutti i Paesi di ogni parte del mondo sta affrontando nuove pericolose offensive della pandemia, da sconfiggere con una diffusa e decisiva campagna di vaccinazioni. A questa emergenza si aggiungono una pesante crisi sociale con tanti nostri concittadini in gravi difficoltà e pesanti conseguenze sulla nostra economia. Queste ulteriori emergenze possono essere fronteggiate soltanto attraverso l'utilizzo rapido ed efficace delle grandi risorse predisposte dall'Unione europea. È evidente che le tre emergenze - sanitaria, sociale ed economica - richiedono immediati provvedimenti di governo».È da questa premessa che si arriva al punto chiave che abbiamo anticipato: «È doveroso quindi dar vita presto a un governo con un adeguato sostegno parlamentare per non lasciare il nostro Paese esposto agli eventi in questo momento così decisivo per la sua sorte». Ci sono due ostacoli, dunque, fra Conte e il suo terzo governo. E c'è il più grande: lo spazio per l'ultimo duello con l'arci nemico Matteo Renzi.
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Dopo l'apertura dei lavori affidata a Maurizio Belpietro, il clou del programma vedrà il direttore del quotidiano intervistare il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, chiamato a chiarire quali regole l’Italia intende adottare per affrontare i prossimi anni, tra il ruolo degli idrocarburi, il contributo del nucleare e la sostenibilità economica degli obiettivi ambientali. A seguire, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, offrirà la prospettiva di un territorio chiave per la competitività del Paese.
La transizione non è più un percorso scontato: l’impasse europea sull’obiettivo di riduzione del 90% delle emissioni al 2040, le divisioni tra i Paesi membri, i costi elevati per le imprese e i nuovi equilibri geopolitici stanno mettendo in discussione strategie che fino a poco tempo fa sembravano intoccabili. Domande cruciali come «quale energia useremo?», «chi sosterrà gli investimenti?» e «che ruolo avranno gas e nucleare?» saranno al centro del dibattito.
Dopo l’apertura istituzionale, spazio alle testimonianze di aziende e manager. Nicola Cecconato, presidente di Ascopiave, dialogherà con Belpietro sulle opportunità di sviluppo del settore energetico italiano. Seguiranno gli interventi di Maria Rosaria Guarniere (Terna), Maria Cristina Papetti (Enel) e Riccardo Toto (Renexia), che porteranno la loro esperienza su reti, rinnovabili e nuova «frontiera blu» dell’offshore.
Non mancheranno case history di realtà produttive che stanno affrontando la sfida sul campo: Nicola Perizzolo (Barilla), Leonardo Meoli (Generali) e Marzia Ravanelli (Bf spa) racconteranno come coniugare sostenibilità ambientale e competitività. Infine, Maurizio Dallocchio, presidente di Generalfinance e docente alla Bocconi, analizzerà il ruolo decisivo della finanza in un percorso che richiede investimenti globali stimati in oltre 1.700 miliardi di dollari l’anno.
Un confronto a più voci, dunque, per capire se la transizione energetica potrà davvero essere la leva per un futuro più sostenibile senza sacrificare crescita e lavoro.
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