2019-04-27
Mattarella firma. La legittima difesa adesso è legge
Il presidente della Repubblica scrive al Parlamento: «Il turbamento deve essere obiettivo». Matteo Salvini: «Ora i cittadini si possono proteggere».A Manduria, in Puglia, 14 indagati, di cui 12 minorenni. Sono accusati di aver torturato per anni un uomo con problemi psichici, trovato cadavere in casa legato a una sedia.Lo speciale contiene due articoli.La difesa è sempre legittima, e quindi non punibile, se si «usa un'arma legalmente detenuta o altro mezzo idoneo al fine di difendere la propria o la altrui incolumità, i beni propri o altrui». Si esclude la punibilità di chi si è difeso in «stato di grave turbamento, derivante dalla situazione di pericolo in atto». Viene innalzata a quattro anni la pena massima di carcere per la violazione di domicilio. Per furto in abitazione si arriva fino a un massimo di sei anni. I teorizzatori della trasformazione dell'Italia in un Far West, che speravano nella bocciatura al Quirinale, rimarranno delusi. La legittima difesa, nonostante tutti i ma del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, è legge. Il provvedimento si propone di ampliare il regime di non punibilità a favore di chi reagisce legittimamente a un'offesa ingiusta, realizzata all'interno del domicilio e dei luoghi a esso assimilati, il cui fondamento costituzionale è rappresentato dall'esistenza di una condizione di necessità. Il presidente contestualmente all'approvazione ha scritto alle Camere per rimarcare che le nuove norme non devono attenuare il ruolo dello Stato. E infatti la premessa è questa: «Va preliminarmente sottolineato che la nuova normativa non indebolisce né attenua la primaria ed esclusiva responsabilità dello Stato nella tutela della incolumità e della sicurezza dei cittadini, esercitata e assicurata attraverso l'azione generosa ed efficace delle forze di polizia». Ecco cosa cambia: «L'articolo 2 della legge, modificando l'articolo 55 del codice penale, attribuisce rilievo decisivo allo stato di grave turbamento derivante dalla situazione di pericolo in atto: è evidente che la nuova normativa presuppone, in senso conforme alla Costituzione, una portata obiettiva del grave turbamento e che questo sia effettivamente determinato dalla concreta situazione in cui si manifesta». E il presidente è partito da qui. La normativa sulla legittima difesa, prevista dal Codice Rocco e ancora vigente, prevede la condizione di «necessità» che non può essere abolita dalla nuova legge perché sarebbe contraria ai principi costituzionali. In altre parole perché la difesa sia legittima deve continuare a sussistere la necessità di difendersi da un pericolo attuale di un'offesa ingiusta. Altro rilievo. Sull'introduzione del concetto di «grave turbamento», che non può essere invocato «soggettivamente» da chi ha sparato. Se fosse una scriminante sempre e comunque colui che ha sparato potrebbe dire di essere stato in stato di grave turbamento per evitare il processo per eccesso di legittima difesa. Bisogna invece che questo stato di grave turbamento sia riconosciuto oggettivamente.«Devo rilevare», scrive ancora Mattarella, «che l'articolo 8 della legge stabilisce che, nei procedimenti penali nei quali venga loro riconosciuta la legittima difesa domiciliare, le spese del giudizio per le persone interessate siano poste a carico dello Stato, mentre analoga previsione non è contemplata per le ipotesi di legittima difesa in luoghi diversi dal domicilio (se si viene ad esempio aggrediti per strada, ndr)».«Piena adesione a quanto segnalato da Mattarella», sottolinea Pasquale Grasso, presidente dell'Anm, che aggiunge: «Nella concreta applicazione, se emergeranno dubbi di costituzionalità saranno sottoposti al vaglio della Consulta».«Con i suoi rilievi sulla legittima difesa il presidente conferma, nelle forme che gli sono consentite, le obiezioni e le perplessità che avevamo sollevato su questa riforma», sostiene il presidente dell'Unione delle camere penali, Gian Domenico Caiazza, rilevando che nella sua lettera il capo dello Stato «dice che è una legge compatibile con il sistema costituzionale solo se non si pensa che lo Stato deleghi al privato la difesa domiciliare».Dal punto di vista giuridico, a riequilibrare la situazione ci pensa il ministro per la Pa Giulia Bongiorno: «È stata indicata un'interpretazione in linea con quanto abbiamo sempre sostenuto. Il nuovo testo non è stato pensato per offrire, come qualcuno ha maliziosamente insinuato, una licenza di uccidere, bensì per risparmiare inutili calvari giudiziari a chi respinge una persona che si introduce in casa sua». È soddisfatto, infine, il ministro dell'Interno Matteo Salvini: «Ascolto con interesse estremo i rilievi del presidente della Repubblica, ma la legittima difesa è legge dello Stato e i rapinatori da oggi sanno che se entrano in una casa, un italiano può difendersi senza rischiare di passar anni davanti a un tribunale in Italia». <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/mattarella-firma-la-legittima-difesa-adesso-e-legge-2635655020.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="baby-gang-sevizia-e-uccide-anziano" data-post-id="2635655020" data-published-at="1761278599" data-use-pagination="False"> Baby gang sevizia e uccide anziano Un calvario durato sette anni e culminato con la morte nei giorni immediatamente successivi alla Pasqua. È una storia di abissale oscurità quella che è emersa nelle scorse ore in Puglia. La vittima è un uomo di 66 anni con disagi psichici, Antonio Cosimo Strano; i suoi carnefici sarebbero 14 ragazzi, di cui solo due maggiorenni. Le violenze, secondo gli inquirenti, si sarebbero susseguite negli anni a intensità crescente, e sarebbero state anche filmate con gli smartphone e diffuse nella rete di contatti di Whatsapp. Il tutto sarebbe avvenuto nella glaciale indifferenza di quanti forse hanno visto e forse hanno chiuso un occhio. Secondo le testimonianze di alcuni vicini di casa le prime aggressioni sarebbero avvenute nel 2012 per strada, anche davanti a testimoni. Antonio era un soggetto debole, solo, veniva comunemente definito «il pazzo del villaggio» in riferimento al Villaggio dei ragazzi di Manduria, in provincia di Taranto, la comunità per minori nelle cui vicinanze abitava. Sicura dell'impunità, la gang che lo aveva preso di mira sarebbe passata nel tempo dalle molestie alle torture. I video circolati su Whatsapp mostrerebbero scene di violenze con calci, pugni e bastonate. Ora le Procure coinvolte (sia quella ordinaria sia quella per i minori) indagano per una sfilza impressionante di reati: stalking, violazione di domicilio, danneggiamento, rapina, lesioni personali fino ad arrivare all'omicidio preterintenzionale. Si attendono i risultati dell'esame autoptico che è stato disposto sulla salma e che potrebbe chiarire ulteriormente le dinamiche che hanno portato al decesso. La macchina della giustizia poteva mettersi in moto prima? Uno degli educatori del Villaggio ha ricordato su Facebook come lui stesso avesse «ripreso tante volte i ragazzi che bullizzavano il signore, chiamato le forze dell'ordine e chiamato i genitori, ma senza risultati». Il branco si sarebbe impadronito della sua stessa casa sottoponendolo nella cornice domestica a un supplizio che gli avrebbe procurato una perforazione gastrica e un'emorragia intestinale. Lasciandolo infine legato a una sedia, immobilizzato e digiuno per giorni. Lì il 6 aprile lo hanno trovato gli agenti di polizia. Inutile il ricovero e i tentativi di salvarlo in ospedale. È morto martedì dopo Pasqua. Matteo Salvini ha commentato sulla pagina Facebook: «Se confermati colpevoli, pene esemplari per tutti, anche per i minorenni, che devono essere trattati (e puniti) come tutti gli altri. Di fronte a simile violenza, per me non esiste la distinzione fra minorenni e maggiorenni». Duro anche Luigi Di Maio: «La morte di Antonio deve farci capire che la sicurezza dei nostri cittadini deve essere la priorità di questo governo. E dobbiamo lavorare per garantire maggiore sicurezza anche ai nostri anziani, troppo spesso abbandonati». Lorenzo Bullo, l'avvocato che che assiste sei degli indagati, ha detto: «L'ultimo episodio di percosse che si ipotizza risalirebbe a febbraio. Il decesso è avvenuto a distanza di settimane. E anche in relazione alla contestazione dello stalking, si parla di presunti episodi che sono scollegati. Non abbiamo ancora alcun elemento per valutare la fondatezza o meno di queste imputazioni. Sono tutti ragazzi normalissimi, studenti di liceo nati e cresciuti a Manduria in contesti familiari a modo, figli di commercianti e impiegati pubblici».
Pedro Sánchez (Getty Images)
Alpini e Legionari francesi si addestrano all'uso di un drone (Esercito Italiano)
Oltre 100 militari si sono addestrati per 72 ore continuative nell'area montana compresa tra Artesina, Prato Nevoso e Frabosa, nel Cuneese.
Obiettivo dell'esercitazione l'accrescimento della capacità di operare congiuntamente e di svolgere attività tattiche specifiche dell'arma Genio in ambiente montano e in contesto di combattimento.
In particolare, i guastatori alpini del 32° e i genieri della Legione hanno operato per tre giorni in quota, sul filo dei 2000 metri, a temperature sotto lo zero termico, mettendo alla prova le proprie capacità di vivere, muoversi e combattere in montagna.
La «Joint Sapper» ha dato la possibilità ai militari italiani e francesi di condividere tecniche, tattiche e procedure, incrementando il livello di interoperabilità nel quadro della cooperazione internazionale, nella quale si inserisce la brigata da montagna italo-francese designata con l'acronimo inglese NSBNBC (Not Standing Bi-National Brigade Command).
La NSBNBC è un'unità multinazionale, non permanente ma subito impiegabile, basata sulla Brigata alpina Taurinense e sulla 27^ Brigata di fanteria da montagna francese, le cui componenti dell'arma Genio sono rispettivamente costituite dal 32° Reggimento di Fossano e dal 2° Régiment étranger du Génie.
È uno strumento flessibile, mobile, modulare ed espandibile, che può svolgere missioni in ambito Nazioni Unite, NATO e Unione Europea, potendo costituire anche la forza di schieramento iniziale di un contingente più ampio.
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