2025-05-19
Massimo Sertori: «Le energivore sono già agevolate»
L’assessore lombardo: «Gli oneri di sistema ricadono su famiglie e Pmi. L’idroelettrico compete alle Regioni, che trovano il giusto equilibrio tra montagna, laghi e agricoltura».Massimo Sertori, assessore in regione Lombardia, è tra i massimi esperti in materia di produzione di energia idroelettrica. Ieri in un’intervista a Repubblica il presidente di Federacciai, Antonio Gozzi, ha chiesto un «gesto patriottico» alle grandi utility. Non è paradossale che a invocare il patriottismo siano i grandi energivori, spesso beneficiari di agevolazioni, mentre le famiglie e le Pmi pagano bollette salatissime?«Sì, anche perché Gozzi dice che gli energivori in Italia pagano tre volte tanto rispetto all’Europa. Non è vero. Grazie alle misure introdotte da questo governo, oggi le aziende energivore possono pagare circa 60 euro al megawattora, lo stesso prezzo che si paga in Francia, Germania o Spagna».Ma questi sconti non ricadono sui cittadini?«Esatto. Le agevolazioni per gli energivori sono finanziate dentro gli oneri di sistema, che sono pagati da tutte le famiglie e le piccole imprese».Parliamo ora delle concessioni idroelettriche. Gozzi propone di metterle a gara. È una buona soluzione?«Dopo il decreto Bersani del 1999, abbiamo atteso 18 anni che il governo desse linee guida alle Regioni mettendole quindi in modo. Non sono mai arrivate. Così nel 2018 abbiamo legiferato e le abbiamo inserite nella legge nazionale».Gozzi critica il ruolo delle Regioni, sostiene che lo Stato debba intervenire...«È sbagliato. La legge del 2018 ha dato linee guida comuni. Le Regioni, come la Lombardia, hanno fatto leggi regionali nel rispetto di quelle nazionali. La proprietà delle dighe a concessioni scadute tornano gratuitamente allo Stato o alle Regioni, che poi decidono come gestirle».Cosa pensa della «quarta via», la trattativa diretta col concessionario uscente?«È un’opzione interessante. Permetterebbe alle Regioni di valutare direttamente, in casi specifici, se rinnovare la concessione senza gara, ma con criteri trasparenti. Tuttavia, oggi non è ancora legge: servirebbe una modifica circa l’impegno preso sul Pnrr e il via libera dell’Europa».Cosa pensa delle accuse di rendita da parte dei consorzi energivori?«Capisco l’importanza strategica degli energivori, ma non si possono lamentare di costi che in realtà sono già agevolati. Il sistema energetico è complesso. Anche le municipalizzate fanno investimenti importanti e hanno un ruolo nel garantire equilibrio. Penso per esempio ai miliardi che investono sulla distribuzione».Non c’è il rischio che la competizione tra produttori e consumatori di energia danneggi il sistema?«Sì. Il presidente di Confindustria Emanuele Orsini, persona che stimo, dovrebbe intervenire: non possiamo mettere a rischio il sistema per interessi legittimi, ma di parte».Ha parlato spesso del ruolo strategico della montagna nella produzione idroelettrica.«Sì, il legame è fondamentale. Esiste un vero e proprio «patto non scritto» fin dalla costruzione delle centrali, tra Stato e territorio: da una parte, si riconosce che aumentare la produzione di energia idroelettrica è un beneficio per tutto il Paese; dall’altra, è giusto che i territori montani, che ospitano gli impianti, abbiano un ritorno concreto. Parliamo cioè di indennizzi adeguati. Non ha senso finanziare iniziative per contrastare lo spopolamento della montagna e poi non lasciare sui territori parte del valore prodotto dall’idroelettrico. È una risorsa che non si può delocalizzare: o la produci lì, o non la produci».Gozzi chiede l’intervento del governo, ma lei ha detto che è materia regionale.«La legge di riferimento è nazionale ma la competenza è delle Regioni. Le Regioni decidono non solo valorizzando la produzione dell’energia elettrica, ma trovando il giusto equilibrio tra montagna , laghi e agricoltura».
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