2020-04-07
Mascherine, dopo il caos inizia la distribuzione gratis. Ma ci vorranno 2-3 giorni
I dispositivi per la Lombardia sono 3,3 milioni. A decidere la distribuzione saranno i Comuni. Toscana, Marche e Abruzzo seguono Attilio Fontana sul «sempre viso coperto».Dopo l'incidente delle mascherine inviate ai medici dalla Protezione civile, rivelatesi non idonee all'uso sanitario, la situazione sembra sbloccarsi. Ieri, infatti, è stato dato il via alla distribuzione delle tanto attese 620.000 mascherine Ffp2, prima tranche del milione di pezzi destinati, su input del ministro della Salute, Roberto Speranza, agli Ordini territoriali dei medici. «Le mascherine stanno arrivando, tramite corrieri, agli Ordini dei capoluoghi di Regione, che stanno facendo da collettore per inviarle a quelli delle province. La priorità era e resta quella di assegnarle ai colleghi esposti che non hanno mai ricevuto o ottenuto mascherine in quantità sufficiente», ha comunicato il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, che, ieri mattina, ha diffuso ai 106 presidenti una circolare relativa alle consegne.E intanto continua senza sosta la maratona logistica in Lombardia, dove i bollettini quotidiani confermano la tendenza al rallentamento dell'epidemia: dopo l'ordinanza della Regione, che da domenica scorsa obbliga chiunque esca di casa a indossare la mascherina o, in mancanza di questa, a coprirsi bocca e naso con sciarpa o scaldacollo, il Pirellone ha spinto il piede sull'acceleratore per garantire la fornitura a tutti i cittadini dei dispositivi di protezione individuale per un totale di 3,3 milioni di mascherine da distribuire gratuitamente. Di queste, 300 mila andranno alle 3.000 farmacie del territorio, 100 per ogni esercizio. I restanti 3 milioni sono già stati consegnati ai 12 capoluoghi di provincia (900.000 a Milano, 249.000 a Varese, 95.000 a Lodi, 109.000 a Lecco, 178.000 a Como, 250.000 a Monza e Brianza, 165.000 a Pavia, 67.000 a Sondrio, 360.000 Bergamo, 370.000 a Brescia, 131.000 a Mantova e 126.000 a Cremona) per essere poi distribuiti da supermercati, tabaccherie, poste e banche. Per questo slot, la distribuzione dipende dalle singole amministrazioni comunali che decidono le modalità di consegna. A Milano tutti Comuni ritirano le mascherine presso la sede del Comitato coordinamento provinciale del volontariato all'Idroscalo. A Bergamo un'associazione di Protezione civile le sta consegnando ai Comuni capofila, i quali faranno da hub distributivi ai Comuni limitrofi. A Brescia 16 squadre di volontari consegnano direttamente ai Comuni le mascherine. A Lodi il Centro Operativo Comunale di Codogno fa da centro di smistamento e i Comuni andranno a ritirale direttamente. A Cremona 12 organizzazioni di volontariato distribuiscono direttamente le mascherine ai Comuni.«A livello organizzativo non è stato semplice, ma già domenica sera scorsa siamo partiti a razzo, la catena è cominciata», spiega a La Verità l'assessore lombardo al Territorio e alla Protezione civile, Pietro Foroni, «auspichiamo che tra mercoledì e giovedì le farmacie siano tutte rifornite». Previsione confermata ieri dalla presidente di Federfarma Lombardia, Annarosa Racca: «Ci vorranno ancora due o tre giorni, la Regione ci deve dare i criteri di aggiudicazione, ossia a chi distribuire, che non possono essere lasciati alla discrezionalità del farmacista. Stiamo cercando di organizzare la distribuzione alle 3.000 farmacie. Noi la affidiamo ai grossisti che ci portano i farmaci, che lo faranno gratuitamente, però due o tre giorni ci vorranno». Ci si potrà recare in farmacia per ricevere gratuitamente la propria mascherina già a metà settimana, e non nel weekend come dichiarato domenica in una nota dalla Federazione degli Ordini della Lombardia, Conferservizi e Federfarma. Le mascherine gratuite non sono destinate a chiunque, precisa Foroni: «La priorità va data agli over 65 e a chi ha altre patalogie che ne fanno un soggetto più fragile. Il farmacista può facilmente verificarlo dalla tessera sanitaria. Vanno date a chi deve uscire, non a chi sta a casa. Non è un gadget, è per utilità pubblica. Sta anche al buon senso delle persone». Se domenica l'obbligo imposto dal governatore Attilio Fontana aveva fatto discutere, complici le dichiarazioni, poi smentite, del capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, che aveva fatto sapere di non indossare dispositivo alcuno, la Lombardia sembra essere d'esempio per le altre amministrazioni. Ieri il presidente della Toscana, Enrico Rossi, ha firmato l'ordinanza che rende obbligatorio l'uso della mascherina fuori casa appena i Comuni avranno ultimato la distribuzione degli 8 milioni e mezzo di pezzi alla cittadinanza, presumibilmente entro sette giorni. Rossi ha chiesto ai propri sindaci, per evitare pericolosi assembramenti, di distribuire le mascherine porta a porta, come succede già dalla scorsa settimana in Veneto, dove è in vigore l'obbligo della mascherina per fare la spesa. Il Comune di Treviso, inoltre, da ieri ha esteso l'imposizione, a prescindere dal motivo dell'uscita, a tutti. Obbligo vicino anche per i cittadini delle Marche, dove il governatore, Luca Ceriscioli, sta valutando la rapida adozione di un provvedimento sulla scia di quello lombardo, mentre in Abruzzo, come ha dichiarato il presidente della Giunta, Marco Marsilio, si attenderà probabilmente la «fase due», quando i dispositivi saranno disponibili per tutti.