2019-07-26
Marrazzo di nuovo nei guai: sospeso il corrispondente Rai da Gerusalemme
Presunti ammanchi nella sede di Israele. Viale Mazzini indaga dopo una lettera anonima. Per il giornalista l'incubo ricomincia.Un uomo senza pace. Piero Marrazzo di nuovo al centro della cronaca, visto che da responsabile della redazione Rai di Gerusalemme è stato sospeso dall'azienda per «presunte irregolarità nella gestione dell'ufficio di corrispondenza». Nella vicenda è coinvolto anche un produttore esecutivo della stessa sede. La notizia era trapelata nei giorni scorsi da Viale Mazzini ed è stata confermata ieri dall'agenzia Adnkronos. Ora il giornalista ed ex presidente della Regione Lazio dovrà seguire l'iter previsto dal regolamento interno: verrà ascoltato dal presidente della Rai, Marcello Foa, e in seguito i vertici prenderanno una decisione sul caso. Il producer israeliano, che sarebbe il principale responsabile delle irregolarità, è già stato allontanato e questo marca una differenza forse sostanziale rispetto alla posizione di Marrazzo, soltanto sospeso. Si parla di ammanchi, anche se di entità definita «quasi irrisoria», scoperti dopo un controllo interno sulla gestione della sede. Secondo fonti Rai, lo scandalo sarebbe scaturito da una lettera anonima inviata alcuni mesi fa all'azienda e per conoscenza alla magistratura. Marrazzo era corrispondente da Gerusalemme dall'estate del 2015 e negli ultimi quattro anni aveva ricoperto il ruolo con perizia e professionalità che stavano facendo dimenticare ai telespettatori (all'inizio sorpresi di rivederlo in video) le sue burrascose vicissitudini passate.Un uomo senza pace. Romano, 61 anni fra tre giorni, ha trascorso gli ultimi 40 anni fra giornalismo e politica accompagnato da un destino particolarmente bohèmien. Figlio del noto giornalista Rai Giò Marrazzo, è entrato in azienda subito dopo la laurea in giurisprudenza e veniva considerato un enfant prodige. In vent'anni è stato inviato, poi conduttore del Tg2, quindi responsabile di Rai Toscana e spalla di Giovanni Minoli alla Cronaca in diretta. Dal 1998 al 2004 ha condotto Mi manda Raitre ed è diventato un volto notissimo per il pubblico televisivo.Quando Walter Veltroni gli chiese di candidarsi per la carica di presidente della Regione Lazio era il 2004 e lui non disse di no, memore di un passato giovanile da socialista riformista. Con l'Unione di centrosinistra vinse le elezioni (Francesco Storace fu lo sconfitto) e la sua vita ebbe la prima, sostanziale svolta politica. Criticato per aver aumentato le consulenze esterne, il suo mandato viene ricordato per due momenti chiave. Il primo fu la verifica dei conti della sanità regionale, grazie alla quale si scoprì un buco pregresso di 10 miliardi di euro. E il secondo riguardò direttamente lui, travolto dallo scandalo per un incontro con il transessuale Wendell Mendes Paes, detto Brenda, ripreso da un video. Una vicenda che gli costò la poltrona di governatore; si dovette dimettere (2009) mentre l'intero Pd entrò in fibrillazione alla vigilia delle primarie.«Sono consapevole che la situazione ha assunto un rilievo pubblico di tali dimensioni da rendere oggettivamente e soggettivamente inopportuna la mia permanenza alla guida della Regione. Ho deciso di autosospendermi immediatamente», disse in quell'occasione. La torbida faccenda ebbe un'evoluzione ancora più sorprendente, poiché nel 2010 la corte di Cassazione dichiarò che Marrazzo era stato vittima di un complotto (con quattro carabinieri condannati per ricettazione, concussione, rapina e detenzione di droga). Nessun addebito per lui, perché la frequentazione di Brenda non era ovviamente un reato. A fine 2009 Brenda fu trovata morta nel suo appartamento, vittima di un incendio attribuito a una candela lasciata inavvertitamente accesa. Gli investigatori trovarono il computer del transessuale nel lavandino, come se fosse stato immerso nell'acqua per distruggere dati sensibili. C'erano tutti gli ingredienti del giallo, compresa la morte poco tempo dopo del miglior amico di Brenda, il pusher Gianguerino Cafasso, per overdose. Nel 2017 l'inchiesta è stata archiviata. Nel frattempo Marrazzo è rientrato in Rai ed è tornato in video non senza sorpresa per tutti i telespettatori che avevano seguito l'evoluzione della storia che lo aveva visto coinvolto (e travolto). Nel 2015, in pieno governo di Matteo Renzi e con la rivoluzione virtuale del direttore generale Antonio Campo Dall'Orto alle porte, Marrazzo è diventato titolare dell'ufficio di corrispondenza in Israele, il più delicato per la narrazione degli eventi e dei retroscena dal Medio Oriente. Quattro anni di relativa serenità professionale, poi la lettera anonima, il blitz gestionale. E il siluro.