2024-02-27
Margherita Agnelli: «Non sono reali le cifre del testamento». Giallo sulle case parigine
Margherita Agnelli (Ansa)
Un appunto scritto della figlia dell’Avvocato smentisce la versione del suo ex legale, secondo il quale la secondogenita di Gianni era soddisfatta dell’accordo. Giallo su una casa a Parigi finita a John e Lapo.Non è vero, come sostiene il suo ex avvocato Emanuele Gamna, che Margherita Agnelli fosse soddisfatta del duplice accordo che le era stato sottoposto dopo la morte del padre al termine di un anno di trattative sulla «spartizione» del patrimonio all’estero di Gianni Agnelli tra le due eredi, la vedova e la figlia. Lo conferma la postilla autografa che Margherita appone in calce al documento intitolato «Proposta accettata» che fu sottoscritto il 18 dicembre 2003 a Ginevra prima della stesura finale del febbraio successivo. Il testo dell’accordo comprende le varie assegnazioni dei beni alle eredi, indicate con le sigle MA e DM (Donna Marella, ovvero Marella Caracciolo). Margherita aggiunge di suo pungo questa nota in francese: «Accetto, per amore della pace di regolare definitivamente la successione di mio padre conformemente a questa proposta, precisando che ai miei occhi certe cifre non sono conformi alla realtà». Di seguito Margherita precisa due indicazioni: «Per il battello F100 se mia madre desidera che non sia venduto ella dovrà prenderne l’intera proprietà e compensarmi per questo». Secondo: «La proprietà dell’appartamento di Rue Fabre a Parigi e del suo contenuto deve essere chiarito e io voglio poterne divenire proprietaria se lo desidero nel corso del 2004 per la sua quota di valore». Dunque Margherita non solo è convinta che «certe cifre non sono conformi alla realtà» ma ancora non sa che il secondo dei suoi desideri, l’appartamento nel centro di Parigi, in rue Fabert 46, nel VII arrondissement al margine dell’Esplanade des Invalides, nasconde un «inganno»: mentre lei ne opziona l’acquisto in caso Marella decidesse di venderlo, sua madre lo ha già venduto senza dirle nulla. Non solo ma ad acquistarlo sono stati John e Lapo Elkann, e anche loro non hanno detto nulla alla madre. Margherita lo scoprirà qualche anno dpo grazie alle indagini del suo investigatore Marc Hurner. Marella aveva venduto il 21 novembre del 2003, 75% a John, 25% a Lapo, al prezzo irrisorio di 350 mila euro contro un valore di mercato di almeno 1,5 milioni. Altro che «per amore di pace». Dato che la proprietà dell’appartamento era intestata a una società del gruppo Exor France, come poteva Marella disporre a pieno titolo di quell’asset controllato dal marito? Nel patrimonio immobiliare di quella società c’erano altri sette appartamenti di grande pregio nel centro di Parigi: due in rue de Grenelle, tre in rue de la Comète, uno in Passage Jean Nicot e un altro in rue Fabert 48, nel palazzo accanto. Il controvalore era di una decina di milioni. Questi immobili, tra l’altro, non sono stati compresi nell’accordo di divisione tra le due eredi anche se, come si è visto, Marella era proprietaria di almeno uno di essi. Com’era possibile che lei disponesse liberamente di appartamenti che nominalmente appartenevano a una società del Gruppo ma che di fatto erano nella disponibilità del defunto? E gli altri sette di chi erano? Anch’essi della Exor? Quanti altri casi simili la madre aveva nascosto alla figlia? Intanto tra i rami della ex-royal family si registra una certa inquietudine. In particolare qualcuno ha cominciato ad avanzare il timore che Gianni Agnelli nel corso degli anni abbia «nascosto», oltre che alla figlia, anche ai soci-parenti somme che probabilmente in parte erano in qualche misura di loro spettanza in quanto titolari di quote della Sapaz (l’accomandita di famiglia). Non pochi tra i parenti sono portati a pensare che l’Avvocato a suo tempo abbia spartito bene i dividendi ma fatto i conti in maniera poco equa e solo a proprio vantaggio, vista l’entità dei suoi numerosi «tesoretti» all’estero. Di fronte a simili sospetti, in questi giorni si è tenuta una sorta di consultazione tra gli esponenti dei vari rami per parlare della situazione. John ha glissato sul punto, limitandosi a rassicurare tutti sul futuro: «Chi parla di un possibile terremoto al vertice del Gruppo Exor non si è studiato bene le carte». Ha puntato i fari sulla Giovanni Agnelli bv (la ex Accomandita che ora si chiama «Giovanni Agnelli BV», è domiciliata in Olanda e raggruppa tutti i rami del parentado) anche se da pochi mesi non ne è più presidente e si è fatto sostituire dall’avvocato olandese J.H.G. Preller, dello Studio NautaDuthil di Amsterdam. John ha ricordato che «la GA bv non si governa né col 43% della Dicembre e nemmeno col 51% del capitale, bensì solo coi due terzi del capitale rappresentato in assemblea». Per intenderci: «Per nominare il cda della GA ci vogliono i 2/3 del capitale. O, meglio, il board si autoperpetua e per scalzarlo al suo rinnovo sono necessari più dei 2/3 dell’assemblea». Riferendosi alla madre John ha sottolineato che «chiunque si «impadronisse» della Dicembre dovrebbe fare i conti con una minoranza di blocco (33-34%)» che, secondo le sue certezze, «si formerebbe in un battibaleno e non consentirebbe a nessuno di toccare palla». Alla testa di questa «linea di difesa» ci sarebbero, sostiene John, le famiglie Campello, Teodorani, Brandolini, Rattazzi. Quest’ultimo ramo, cioè gli eredi di Susanna Agnelli, è rappresentato da Filippo Scognamiglio Pasini, figlio dell’ex presidente del Senato e di Delfina Rattazzi, figlia di Susanna e sorella di Lupo Rattazzi. Nel board ci sono poi, per il gruppo Nasi-Ferrero: Nicolò Camerana (figlio di Vittorio e nipote di Laura Nasi) e Luca Ferrero de Gubernatis di Ventimiglia (che è anche nipote di Clara Nasi), nominati dopo l’uscita di Alessandro Nasi, che John ha sostituito con l’avvocato olandese John C. Brouwer (dello Studio legale Allen & Overy). Il gruppo Campello è rappresentato da Benedetto Della Chiesa (figlio di Virginia Campello e nipote di Maria Sole Agnelli), mentre gli eredi di Clara Agnelli Furstenberg e poi Nuvoletti hanno scelto suo nipote Alexander von Furstenberg, uno dei due figli di Egon e di Diane Halfin. Un altro membro del board è Andrea Agnelli (in rappresentanza di sua madre Allegra e sua sorella Anna, con le quote che erano di Umberto Agnelli) ma John non sembra fare alcun affidamento su questo importante ramo al punto che non lo ha citato tra coloro che considera i suoi sette «pretoriani».