2024-06-28
Il manuale woke per gli uffici negli Usa. Vietato dire «zio», «figlio» e «moglie»
«Mamma e papà» sono «prestatori di assistenza»: è la prova che i danni del politicamente corretto gli sopravvivranno.Si dice che la cosiddetta cultura woke - una infida metastasi del politicamente corretto - abbia iniziato a mostrare la corda, tanta è l’ostilità che suscita nella popolazione e persino ormai in una larga fetta della politica. E può davvero darsi che sia così. Il problema è che i semi marci di questa perversione linguistica continuano a dare frutti, e che la malattia chiamata wokismo si è insinuata in profondità nei corpi delle nazioni, e sarà molto difficile estirparla completamente. Anche perché i suoi sostenitori - a partire dai gruppi di orientamento liberal - ogni volta che sono al potere fanno in modo di imporla, creando le condizioni perché essa rimanga nel tempo.Un esempio molto concreto di questa tendenza è il documento riservato di cui è venuto in possesso Spencer Lindquist, un cronista del Daily Wire, piattaforma online dei celebri Ben Shapiro e Matt Walsh. Si tratta di un testo di 24 pagine elaborato dal Dipartimento degli Affari interni statunitense che si rivolge a tutti i dipendenti dell’amministrazione pubblica e li istruisce sul tipo di «linguaggio inclusivo» da utilizzare. Questa Federal guide on inclusive language è stata diffusa «solo per uso istituzionale», e indica con dovizia di particolari quali siano le parole che si possono e quelle che non si possono usare.Come scrive Daily Wire, «la guida include un elenco di 104 termini diversi che l’Interno raccomanda ai burocrati di sostituire con parole alternative approvate. “Marito” e “moglie”, ad esempio, dovrebbero essere sostituiti con “coniuge, partner, altra persona significativa”, come afferma l’agenzia federale. Anche “figlia” e “figlio” dovrebbero essere sostituiti con “bambino” o “ragazzo”. La guida dice addirittura ai burocrati di astenersi dal presumere il genere di qualcuno e di riferirsi invece a tutti con i pronomi “they/them” per “evitare di fare supposizioni”».Già, meglio utilizzare il plurale «loro», poiché l’utilizzo del singolare e quindi del maschile o del femminile presuppone «una natura esclusivamente binaria del genere ed esclude gli individui che non usano questi pronomi come le persone di genere non conforme. Espressioni come “signore e signori” sono viste come problematiche, e la guida chiede ai relatori di utilizzare invece “hey team”». Non è tutto. Nel documento si chiede ai dipendenti dell’amministrazione pubblica di «fare di tutto per evitare “termini che implicano binarismo” come “sesso opposto” e “genere opposto”, perché “alcuni individui non si identificano con nessuno dei due generi o queste frasi ignorerebbero l’esistenza di quegli individui”».Questi sono i risultati aberranti della «tirannia dell’inclusività» e delle politiche imposte dall’amministrazione Biden. Le quali, lungi dall’eliminare le discriminazioni e il razzismo, non fanno altro che imporre una sorta di terrore linguistico, che conduce direttamente alla manipolazione del pensiero. Poiché l’utilizzo di pronomi singolari potrebbe offendere qualcuno, si impone di non utilizzarli. Così come non bisogna chiamare «signora» o «signore» gli sconosciuti, onde non fare riferimento alla differenza tra i sessi. Seguendo tale delirante sentiero si giunge a pretendere l’eliminazione della parola «genitori», da cui deriva la cancellazione dei termini «padre» e «madre», ovviamente ritenuti troppo antichi e bigotti.Il vademecum linguistico è semplicemente agghiacciante. Suggerisce di sostituire «zia/zio» con «fratello del genitore», bandisce maschio e femmina, impone che si dica «sesso diverso» e non «sesso opposto». Stabilisce che padre e madre andrebbero indicati come «genitori o prestatori di assistenza». In questo modo, parola dopo parola, la lingua cambia, ma cambia anche il modo di vedere il mondo. Nei fatti, l’obiettivo è quello di produrre generazioni di alienati, cioè di persone che non abbiano più alcun contatto con il mondo reale ma al contrario vivano in una realtà artificiale in cui il corpo non conta più, la biologia è irrilevante, il narcisismo dell’autopercezione è la regola. Nel nuovo documento del Dipartimento degli Interni vengono considerate offensive persino formule che qualche anno fa erano considerate il massimo del politicamente corretto.E allora può persino darsi che il mercato e le messe stiano iniziando a rifiutare il wokismo, cogliendo i lati devastanti di questa ideologia assassina del pensiero e dell’intelligenza. Resta però che la pestilenza si è ormai diffusa a ogni livello, e combatterla è estremamente complicato, anche perché l’imposizione di una neolingua a colpi di regolamenti è difficile da contrastare con il semplice sdegno. I risultati li abbiamo sotto gli occhi: di certo la violenza verbale non è stata eliminata, anzi i social rigurgitano odio e frustrazione. Le persone fragili non vengono protette dalla censura e dalla manipolazione delle parole. Semmai, esse vengono persuase ad accettare una rivoluzione silenziosa ma terribile che si propone di distruggere la differenza sessuale e di smantellare ogni tradizione. Sì, può darsi che i woke stiano perdendo terreno, ma i danni che hanno provocato e ancora provocano potrebbero rivelarsi irreparabili.
il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi (Ansa)
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Donald Trump (Getty Images)
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