2021-09-14
Mamme lasciate fuori, lacrime e liti. Primo giorno da incubo nelle scuole
(Matteo Rossetti/Archivio Matteo Rossetti/Mondadori Portfolio via Getty Images)
Per Patrizio Bianchi, titolare dell'Istruzione, è stato un successo. Ma da Milano a Ostia non si contano i disagi dovuti all'obbligo di pass per i genitori, deciso all'ultimo. E nemmeno le accuse di discriminazioni e abusi di potere. «Ho provato una grande emozione che ho condiviso con tutte le maestre. Ho visto i bambini con le mascherine ma con gli occhi che ridevano»: il ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, a Rai News24, non si accorge delle lacrime amare versate da genitori, docenti, personale scolastico e studenti per un inizio dell'anno scolastico che si può definire disastroso. Il primo giorno di scuola per 3.865.365 alunni di Abruzzo, Basilicata, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Piemonte, Umbria, Veneto, Valle d'Aosta e Provincia di Trento è stato all'insegna dei disagi e della mancanza totale di tutto ciò che era stato promesso in termini di potenziamento dei trasporti pubblici, di ampliamento delle strutture scolastiche per garantire il distanziamento e così via. Ci si affida solo e soltanto al green pass, il cui obbligo vale anche per i genitori: una decisione grottesca, che ha provocato disagi e proteste in tutta Italia. Migliaia di mamme e papà, infatti, si sono visti negare l'ingresso a scuola e non hanno potuto accompagnare i bambini all'interno degli istituti. Scene drammatiche, come quella che si è verificata a Casal Palocco, nei pressi di Roma: «Non volevo entrare nell'edificio», dice all'Adnkronos Rachele, una donna che non ha potuto accompagnare i bambini in classe, «non l'ho mai fatto, ma non volevo lasciare mio figlio di 3 anni alla bidella quando alle 8.15 mi hanno chiesto di esibire il green pass, e dato che non lo avevo, di lasciare mio figlio a lei. Volevo essere io ad accompagnarlo nella sua classe che si affaccia nel cortile per lasciarlo direttamente alla sua maestra. Me lo hanno impedito. È follia. Mi sono ribellata», aggiunge la mamma, «mentre mio figlio piangeva e mi chiedeva perché non mi consentissero l'accesso. Sono stata l'unica mamma a opporsi al grande zelo con cui la nostra scuola ha voluto interpretare le indicazioni ministeriali. Con che risultato? File di bimbi allineati, senza genitori, guidati verso le classi dalle bidelle e in contraltare genitori assembrati e senza mascherine che stazionavano autorizzati dal green pass nel cortile della scuola. L'ho avuta vinta», conclude Rachele, «ma solo perché una maestra ha invitato una bidella a farmi passare o avrei chiamato i carabinieri». La circolare che impone il green pass anche ai genitori, ricordiamolo, è arrivata sabato scorso, e quindi ha colto di sorpresa tutti. Repubblica Milano descrive scene apocalittiche alla scuola materna di via Ariberto: «Non abbiamo il pass», dice una coppia all'arrivo a scuola, «ma la piccola entra da sola, non c'è problema». Gli addetti ai controlli la pensano diversamente: «È richiesto l'accompagnamento di un genitore», ribattono a muso duro, «chi non ha il documento non può lasciare il bimbo o la bimba né a noi né alle maestre». A questo punto, o si corre in farmacia per un tampone rapido o occorre delegare un parente per accompagnare la bimba in classe. «Questo è razzismo! Non siamo vaccinati per motivi di salute e ci hanno avvisati di questo obbligo solo due giorni fa», protesta il babbo, «uno come si organizza?». Pochi minuti dopo, un'altra scena drammatica. Una giovane mamma, appena conclusa una gravidanza, ha fatto la prima dose di vaccino da pochi giorni. Ha con sé la certificazione, non il green pass, che non ha ancora ricevuto. Viene respinta. Piange, la piccola non vuole perdersi il primo giorno di scuola, è anche il suo compleanno. Implora il personale, ma solo la prontezza di spirito di un'altra mamma, che si fa firmare una delega in pochi secondi, risolve il problema.A farsi portavoce delle migliaia di famiglie vittime di questa assurdità è Chiara Iannarelli, presidente di Articolo 26, associazione attiva nella tutela dei diritti dei genitori e dei figli: «Caos e scene al limite del surreale, soprattutto nella scuola dell'infanzia», dice la Iannarelli all'Adnkronos, «in cui l'obbligo di green pass per tutti i genitori ha innescato situazioni ad alto rischio di discriminazione. In una scuola statale a Roma Sud, vicino Ostia, ci sono stati casi di genitori che senza essere stati avvisati hanno dovuto lasciare in lacrime nel cortile bambini di 3 anni e sono stati relegati al di là di una porta finestra mentre all'esterno si assisteva a mega assembramenti di altre famiglie senza mascherine. Sono scene che si denunciano da sé: bambini al primo giorno di scuola soli, anche in alcuni casi fragili, senza la loro mamma che vedono altri compagni accompagnati invece dai loro genitori. Ci hanno chiamato le mamme in lacrime. Siamo arrivati al caso di un dirigente a Monza che ha scritto a una mamma: «Non hai green pass? Tuo figlio non viene a scuola perché non ho nessuno da mandarti alla porta. È stato un caos», conclude la Iannarelli, «il rischio di ghettizzazione di genitori sprovvisti di certificazione verde e dei loro figli è altissimo». Il ministro Bianchi ha visto i bambini con gli occhi che ridevano, ma queste lacrime no. E incombe l'incubo Covid: «Temiamo che il rischio contagi in aula», denuncia il senatore Mario Pittoni, responsabile del dipartimento Istruzione della Lega e vicepresidente della commissione Cultura al Senato, «sia stato preso sottogamba. Il distanziamento anti Covid si realizza con meno alunni per classe e quindi più insegnanti. Per averli, perché affidarsi a concorsi nozionistici, lenti e previsti per un numero di posti assolutamente insufficiente come quelli voluti dall'asse M5s-Pd», chiede Pittoni, «potendo invece individuare i docenti meritevoli con meccanismi ben più agili e corretti, come peraltro normalmente avviene nel resto d'Europa?».
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