2022-04-26
Malagò «espelle» russi e bielorussi dagli Internazionali di tennis a Roma
Il presidente del Coni preme per la discriminazione nello sport: «Ma decide il governo».Sembrava che gli aspetti più irrazionali e controproducenti dell’ondata russofobica in corso avessero finora risparmiato il nostro Paese. Stando alle parole del presidente del Coni Giovanni Malagò, invece, l’Italia non si sottrarrà alla caccia alle streghe che, come accade nella stragrande maggioranza dei casi in queste vicende, finisce per colpire e danneggiare chi non ha niente a che fare con l’invasione russa dell’Ucraina e lo scoppio del conflitto.Il capo dello sport italiano, infatti, in un’intervista concessa al Corriere della Sera, ha fatto capire chiaramente che è orientato ad assumere, per gli Internazionali d’Italia di tennis, la stessa decisione lunare già presa dall’All England club per Wimbledon, impedendo agli atleti russi e bielorussi di partecipare al torneo. Una presa di posizione tanto più inspiegabile se si pensa che l’annuncio britannico era stato seguito da un coro di reazioni negative, in cima alle quali quelle delle associazioni professionistiche Atp e Wta, determinate a tutelare i diritti dei tennisti e il valore agonistico del circuito. Inoltre, lo stop a russi e bielorussi era stato fortemente criticato dai campioni del passato e da quelli in attività, primo fra tutti il numero uno mondiale Novak Djokovic, il quale aveva bollato come «follia» l’esclusione. Incurante del parere di chi finanzia il tennis, e di chi lo gioca, Malagò ha pensato di essere, dunque, più realista del re e ha già fornito una copertura a un orientamento maturato in sede politica, affermando che «in Italia rappresento il Cio e l’executive board ha raccomandato a tutte le federazioni di non invitare atleti russi e bielorussi ai tornei e alle manifestazioni sportive. Tutte le più importanti federazioni internazionali», ha proseguito, «hanno accolto e seguito le raccomandazioni del Cio, solo il mondo del tennis si è stupito che Wimbledon abbia aderito al dettato del mondo olimpico internazionale». Quanto agli Internazionali di Roma, Malagò, curiosamente, si rimette alla politica, dopo aver più volte tuonato contro le presunte ingerenze della stessa politica ai tempi della costituzione di Sport e salute, da lui denunciata come una sorta di cavallo di Troia inventato per schiacciare l’autonomia dello sport italiano. «Spetta al governo», ha affermato, «prendere una decisione. Starà studiando il caso, valuterà la situazione, poi farà una scelta, sono convinto la migliore per il Paese. Ho difeso lo sport italiano», ha concluso, «nel rispetto della carta olimpica. Adesso, come membro Cio, non posso che aderire all’invito del Comitato olimpico internazionale». Se si dovesse dare ascolto alla gente di tennis, non ci sarebbero dubbi su quale dovrebbe essere la decisione, visto che sia il presidente della Federtennis, Angelo Binaghi, sia i due più grandi campioni italiani di tutti i tempi (Adriano Panatta e Nicola Pietrangeli) hanno già manifestato la propria, netta, contrarietà all’ipotesi del bando per russi e bielorussi. Alcuni dei quali, per inciso, si sono nettamente espressi contro l’invasione dell’Ucraina. Per Panatta, vincitore al Foro Italico nel 1976, si tratta di «demagogia ottusa, una cosa assurda: I tennisti russi sono delle persone, non sono una nazione e, peraltro, hanno anche dissentito sulla guerra». Pietrangeli, anch’esso criticando la decisione inglese, aveva affermato ottimisticamente che l’Italia non avrebbe preso la stessa strada.
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