
La Francia definisce «vomitevole» l'atteggiamento dell'Italia con l'Aquarius. La Spagna minaccia sanzioni. Sono i Paesi che fanno morire donne incinte e sparano sui migranti. Ma il Pd sta con loro. A Emmanuel Macron non è piaciuto che l'Italia abbia chiuso i porti agli immigrati. L'omino dell'Eliseo ha un animo sensibile, tanto sensibile che tempo fa la sua guardia di frontiera respinse una donna malata e incinta, che di lì a pochi giorni, dopo aver partorito, spirò in un ospedale italiano. Ma il toy boy di Brigitte, che adesso piange sull'Aquarius versato, è il capo di Stato i cui agenti hanno inseguito i migranti fino a sconfinare in Italia e a violare una stazione delle nostre ferrovie? Sì, è proprio lui. Ed è lo stesso uomo politico che giorni fa ha assistito a ciglio asciutto allo sgombero delle baraccopoli di profughi lungo la Senna. Ed è sempre il Macron che un anno fa, a fronte di una domanda del governo italiano di accogliere un certo numero di richiedenti asilo sbarcati nel nostro Paese, replicò negando il diritto di attracco ai taxi del mare che traghettano gli immigrati dalle coste africane a quelle europee. Sì, lo statista umanitario che adesso rimprovera l'Italia, dicendo che la nave tedesca carica di profughi non andava dirottata a Valencia, ma accolta con tutti gli onori a Catania, criticando il nostro governo per il comportamento cinico, ha sperimentato prima di noi le misure che oggi censura. Macron era già presidente quando alla frontiera di Ventimiglia i gendarmi fecero muro al passaggio degli extracomunitari in arrivo dall'Italia, impedendone il transito. Allora il presidente francese non ebbe sussulti e non disse che l'atteggiamento della sua polizia era vomitevole. Nonostante gli agenti andassero a caccia di clandestini fin sulla spiaggia e lungo i binari della ferrovia, Macron non fiatò, assistendo muto alle retate. Ora che invece l'Italia alza la voce e rifiuta di essere trasformata nel più grande campo profughi dell'Europa, Macron si sveglia e ritrova la parola, attaccando il nostro governo per la scarsa sensibilità di fronte alla tragedia dei migranti. A dire il vero, l'inquilino dell'Eliseo non è il solo che all'improvviso si erge a paladino dei profughi. Nel novero dei difensori degli oppressi va segnalato anche il nuovo premier spagnolo il quale, per dimostrare di essere diverso da chi lo ha preceduto, ha aperto il porto all'Aquarius, forse allo scopo di far dimenticare i socialisti che anni fa, contro gli extracomunitari che tentavano di raggiungere le coste iberiche, aprirono il fuoco. Del resto la Spagna, che oggi si manifesta generosa e accogliente, fino a ieri vietava l'accesso ai porti e costruiva muri di filo spinato alti sette metri, con sensori e telecamere a impedire qualsiasi ingresso. Pedro Sánchez ora vuole cambiare strategia e abbattere le frontiere che separano Ceuta e Melilla dal Marocco? Ci fa piacere. Ma ancora di più ci renderà felici vedere l'atteggiamento di Madrid all'arrivo delle prossime navi dei migranti. Che farà il sostituito di Mariano Rajoy? Accoglierà anche le prossime imbarcazioni o l'Aquarius sarà l'eccezione che conferma la regola? Pedro Sánchez seguirà l'esempio di Macron che critica la chiusura dei porti italiani badando bene a non aprire quelli francesi o farà delle porte aperte a ogni straniero la nuova politica della Spagna? Per quanto ci riguarda, in casa nostra il Pd, non ancora pago delle molte sconfitte registrate alle elezioni, comprese quelle di domenica scorsa dove feudi rossi come Pisa hanno dovuto cedere il passo all'onda lunga della Lega, invece di difendere i confini difende gli stranieri. In alcune città d'Italia, dunque, ha dato appuntamento ai suoi militanti e al popolo della sinistra per protestare contro il respingimento dell'Aquarius. Aver riempito l'Italia di oltre mezzo milione di clandestini, contribuendo a ingrossare le fila del lavoro nero e, spesso, della criminalità (prova ne sia l'alto tasso di detenuti stranieri nelle nostre carceri) non è ritenuto ancora sufficiente. Il Partito democratico, invece di reagire di fronte alle ingerenze di leader europei che attaccano l'Italia per il blocco dei porti, solidarizza quasi con loro, preferendo chi critica il governo italiano agli italiani. Lo tsunami che ha spazzato via Matteo Renzi, Paolo Gentiloni e decine di amministrazioni di sinistra non è servito a nulla. Non ci stupisce. Di fronte al disastro che in pochi anni ha dimezzato i consensi, gli organi dirigenti del Pd, invece di riflettere sugli errori compiuti, hanno preso il volo. Il primo a dare l'esempio è stato l'ex segretario, che pur di non ammettere le sue responsabilità nella débâcle ha preferito partire per l'America. Con volo privato, ovviamente. Mica con un barcone. Quelli li lascia ai profughi e lui profugo non è. Lui è un senatore semplice in trasferta, pronto a ritornare appena se ne presenterà l'occasione.
Matteo Ricci (Ansa)
Gli inquirenti puntano il faro sugli eventi conviviali del candidato dem alla Regione Marche durante il tour per il libro. I contratti, a spese del Comune di Pesaro, alla società che lavora per il Pd nazionale.
(Getty Images)
A novembre alla Cop11 di Ginevra, la Commissione vuol introdurre il voto a maggioranza qualificata per scavalcare i singoli Stati e far passare la sua linea su temi delicati come tabacco, salute e alimentazione. C’era stato un tentativo a Panama, il blitz era fallito.