
Il francese sente altri leader europei assenti lunedì, ma non Orbán. «Mosca? Una minaccia esistenziale, però se il Cremlino chiama rispondo». La prossima settimana sarà negli Usa insieme al leader britannico.I consigli comunali junior sono una simpatica e importante iniziativa realizzata in tantissime città italiane: ragazzi e ragazze tra i 10 e i 14 anni si incontrano periodicamente nelle aule consiliari e danno vita a delle sedute assembleari che somigliano in tutto e per tutto a quelle vere, con proposte, osservazioni e dibattiti. Sembrano ispirate a questo modello le riunioni che Emmanuel Macron sta organizzando per discutere della situazione in Ucraina: mentre i «grandi», ovvero Stati Uniti e Russia (con la Cina dietro le quinte), cercano la soluzione al conflitto, i «ragazzini» europei fanno finta di contare qualcosa, e magari ne sono pure convinti. Non contento del fallimento (ampiamente annunciato) del vertice di tre giorni fa a Parigi, Macron ieri ha riunito quasi tutti gli esclusi dal primo summit, al quale avevano partecipato i leader di Germania, Gran Bretagna, Italia, Polonia, Spagna, Olanda e Danimarca, insieme al presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen e al segretario generale della Nato Mark Rutte. Ieri all’Eliseo si sono presentati il presidente della Romania, Ilie Bolojan, e il premier del Lussemburgo, Luc Frieden, mentre sono apparsi in videoconferenza Gitanas Nauseda (Lituania), Alexander Stubb (Finlandia), Bart De Wever (Belgio), Rossen Jeliazkov (Bulgaria), Andrej Plenkovic (Croazia), Kristen Michal (Estonia), Petteri Orpo (Finlandia), Kyriákos MItsotakis (Grecia), Micheal Martin (Irlanda), Kristrún Frostadottir (Islanda), Evika Silina (Lettonia), Jonas Gahr Store (Norvegia), Luis Montenegro (Portogallo), Ulf Kristersson (Svezia), Robert Golob (Slovenia), e Petr Fiala (Repubblica ceca). Ospite d’onore il premier canadese Justin Trudeau, mentre sono stati tenute fuori anche da questo tempo supplementare Slovacchia e Ungheria, evidentemente considerate da Macron non degne di un invito in quanto troppo filorusse. Il presidente della Slovacchia, Peter Pellegrini, non è sembrato disperarsi più di tanto della esclusione: «L’approccio di Macron è strano», ha sottolineato Pellegrini, a quanto riporta Nova, osservando che il presidente francese «prima ha convocato un vertice al quale hanno partecipato solo pochi Paesi eletti insieme al Regno Unito. Ora un altro summit, che dovrebbe avere luogo oggi (ieri, ndr), con un altro gruppo di Paesi. Non capisco perché la Slovacchia e l’Ungheria non ci siano, sebbene siamo vicini diretti di un Paese in conflitto». L’Ungheria in particolare sta ottenendo risultati concreti, molto più concreti di quelli di tutti i leader convocati da Macron messi insieme. Commentando l’ultimo pacchetto di sanzioni dell’Ue nei confronti della Russia, il ministro degli Esteri di Budapest Péter Szijjártó ha sottolineato ieri che «l’Ungheria ha negoziato con successo esenzioni chiave, il che significa che l’ultimo pacchetto di sanzioni dell’Ue porta sollievo piuttosto che restrizioni. L’Ungheria ha bloccato le sanzioni assurde e imbarazzanti contro 27 persone e organizzazioni, tra cui il Patriarca Kirill, e quelle contro il Comitato olimpico russo e due squadre di calcio. L’era delle sanzioni», ha detto Szijjártó, «è finita». Al di là delle ironie, è cristallino il tentativo di Macron di cucirsi addosso l’abito di leader di una Europa uscita politicamente devastata dalla trattativa Usa-Russia, come ha dimostrato il primo vertice dell’Eliseo, con i leader divisi su tutto, a partire dall’ipotesi di inviare truppe di peacekeeping in Ucraina. Un risultato l’iper attivismo di Macron lo ha comunque prodotto: ieri il consigliere alla Sicurezza nazionale americano, Michael Waltz, in un’intervista a Fox ha annunciato che il presidente francese, insieme al primo ministro britannico Keir Starmer, la prossima settimana sarà a Washington per incontrare Donald Trump. La visita di Starmer alla Casa Bianca era già annunciata, la presenza di Macron è stata comunicata ieri sera. Macron ha pure rilasciato una intervista pubblicata ieri da Le Parisien nella quale ha definito la Russia «una minaccia esistenziale per gli europei», per poi aggiungere: «Se Putin mi chiama, ovviamente risponderò al telefono e quando sarà il momento giusto per il prossimo round di negoziati, ovviamente gli parlerò di nuovo, se sarà utile per la situazione». Le ipotesi per sostenere l’Ucraina? Macron ha elencato una serie di possibilità: «Riarmare, riequipaggiare gli ucraini, inviare esperti, se non truppe in termini limitati, fuori dalle zone di conflitto, per sostenere gli ucraini e mostrare solidarietà»; oppure «l’adesione di Kiev alla Nato»; e perché no «un mandato Onu, una operazione di peacekeeping, che resterebbe lungo la linea del fronte». «La posizione della Francia e dei suoi partner», ha detto Macron al termine del vertice, «è chiara e unita. Auspichiamo una pace duratura e solida in Ucraina. Siamo al fianco dell’Ucraina e ci assumeremo tutte le nostre responsabilità per garantire la pace e la sicurezza in Europa. Condividiamo l’obiettivo, che è anche quello del presidente Trump, di porre fine alla guerra di aggressione condotta dalla Russia. I nostri sforzi per la pace continueranno in conformità con i seguenti principi: l’Ucraina deve essere sempre inclusa e i suoi diritti rispettati. La pace deve essere duratura e accompagnata da garanzie solide e credibili».
Leone XIV (Ansa)
Nella sua prima intervista, il Papa si conferma non etichettabile: parla di disuguaglianze e cita l’esempio di Musk, ma per rimarcare come la perdita del senso della vita porti all’idolatria del denaro. E chiarisce: il sinodo non deve diventare il parlamento del clero.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.
Ansa
Dopo il doppio disastro nella corsa alle rinnovabili e lo stop al gas russo, la Commissione avvia consultazioni sulle regole per garantire l’approvvigionamento. È una mossa tardiva che non contempla nessuna autocritica.
2025-09-16
Dimmi La Verità | Alessandro Rico: «Le reazioni della sinistra all'omicidio di Charlie Kirk»
Ecco #DimmiLaVerità del 16 settembre 2025. Insieme al nostro Alessandro Rico commentiamo le reazioni della sinistra all'omicidio di Charlie Kirk.