2025-05-13
Macron usa la Commissione europea per favorire gli affari dei francesi
Stéphane Séjourné, Vicepresidente esecutivo per la prosperità e la strategia industriale della Commissione europea (Ansa)
Un’azienda sudcoreana vince la gara per un contratto sul nucleare nella Repubblica Ceca. La società statale parigina Edf fa ricorso e Stéphane Séjourné (vicepresidente a Bruxelles) scrive a Praga per bloccare l’intesa.Se se il commissario all’Industria e al Commercio dell’Unione Europa dovresti approcciarti con il massimo dell’imparzialità a tutti i dossier cruciali, e non sono pochi, che coinvolgono il tuo ministero. A maggior ragione se fai parte della nutrita schiera (se ne contano ben sei) dei vicepresidenti esecutivi della Commissione Ue. E ancora più se sei considerato un fedelissimo di uno dei politici più influenti e «chiacchierati» di Bruxelles, Emmanuel Macron. Sono questi i ragionamenti che stanno facendo governo e stampa della Repubblica Ceca nel valutare il tenore delle risposte da dare alla lettera arrivata da Stéphane Séjourné, il commissario di cui sopra. È successo infatti che l’ex enfant prodige della politica transalpina (a soli 38 anni è diventato il più giovane ministro degli Esteri della Repubblica francese), chiamato ora a svolgere un ruolo di primissimo piano a Bruxelles, si sia preso la briga di scrivere al governo di Praga per evidenziare che c’era qualcosa che non andava in una recente gara per assegnare un importante contratto sul nucleare. La gara se l’era aggiudicata l’azienda sudcoreana Korea Hydro & Nuclear Power (Khnp), la principale energy company della Corea del Sud. Un gruppo molto attivo nella generazione di energia da fonte nucleare ed idroelettrica, non nuovo agli affari nel Vecchio continente. Di recente ha firmato un accordo di collaborazione con la norvegese Nel Hydrogen sull’idrogeno viola, quello prodotto da elettrolisi alimentata da energia nucleare e che ha detta di molti esperti potrebbe avere un ruolo fondamentale nel percorso di decarbonizzazione dell’economia. E in passato, tra gli altri, aveva chiuso un contratto in consorzio anche con l’italiana Ansaldo Nucleare. Insomma, non un carneade. E un interlocutore di certo apprezzato, anche a Bruxelles.La gara era molto ambita, tant’è che che i sudcoreani hanno superato la concorrenza del colosso energetico francese Edf (Électricité de France è controllata dallo Stato) e della statunitense Westinghouse. Ma alla fine i sucoreani hanno avuto la meglio, con grande soddisfazione del governo di Praga. Il contratto infatti prevede una forte cooperazione nella costruzione di nuovi reattori nella centrale nucleare di Dukovany. Come ha spiegato il ministro dell’Industria e del Commercio ceco, Lukas Vlcek, l’intesa garantisce un coinvolgimento dell’industria locale nel progetto per una quota del 30% con l’obiettivo di portarla al 60%. «Si tratta», ha sottolineato lo stesso ministro, «del più grande contratto nazionale della storia della Repubblica Ceca». «L’offerta coreana era migliore praticamente in tutti i criteri valutati», ha dichiarato il premier ceco Petr Fiala in conferenza stampa.Ecco perché il governo ceco ha accolto con disappunto, prima il ricorso depositato lo scorso venerdì da Edf. Mossa che ha costretto il tribunale di Brno a bloccare la firma del contratto e a emettere un’ingiunzione preliminare. E poi, ancor di più, la lettera del commissario europeo francese Stéphane Séjourné che ha invitato la Repubblica Ceca a non finalizzare il contratto. Motivi? «Sulla base delle informazioni fornite, nonché di altre informazioni che i servizi della Commissione hanno scoperto nel quadro dell’esame preliminare», scrive nella missiva il commissario transalpino, «permangono indizi significativi che la società Khnp abbia ricevuto sussidi esteri che potrebbero distorcere il mercato interno». Non solo. Perché l’Ue avrebbe già avviato un’indagine preliminare sottolineando che non prevede una decisione finale, ma sta attualmente approfondendo il caso dopo il ricorso presentato dai francesi di Edf al tribunale regionale di Brno. Quanta solerzia. Che tempismo nel bloccare una gara che a bene vedere soddisfa a pieno tutti i requisiti posti dai «venditori», ha rispettato tutti i crismi delle gare internazionali e si affida a una multinazionale innovativa dell’energia che ha già chiuso diversi affari nel Vecchio continente.Il sospetto che la coincidenza della nazionalità degli sconfitti e del commissario «scrivente» abbia un’incidenza, non è venuto solo a noi ma anche ai governanti della Repubblica Ceca. «Abbiamo ricevuto la lettera del commissario francese», ha evidenziato Vlček in un’intervista alla tv ceca, «la stiamo valutando e stiamo preparando la risposta. La lettera che peraltro riflette le opinioni e i commenti di Edf. Noi risponderemo di conseguenza. Anche perché», ha continuato replicando a una domanda specifica, «non riteniamo sia casuale il fatto che l’appello provenga da un funzionario francese». Mentre ha preferito l’arma dell’ironia, il titolare degli Esteri Jan Lipavský: «È davvero strano che il commissario francese abbia lavorato venerdì sera fino alle 22 di sera (evidentemente l’orario di invio della missiva ndr). È chiaro che si tratta di un gran lavoratore».
Donald Trump (Getty Images)
Andrea Crisanti (Imagoeconomica)