La kermesse dello scandalo nel capoluogo sabaudo è aperta agli studenti e alterna lo sport a conferenze su guerra, nazione e diritti. Ci sono anche progressisti come Moni Ovadia, Dino Giarrusso e Giulio Cavalli. Riuniti a Mirafiori, la periferia che la sinistra snobba.
La kermesse dello scandalo nel capoluogo sabaudo è aperta agli studenti e alterna lo sport a conferenze su guerra, nazione e diritti. Ci sono anche progressisti come Moni Ovadia, Dino Giarrusso e Giulio Cavalli. Riuniti a Mirafiori, la periferia che la sinistra snobba.«Festival dell’ultradestra conservatrice», «propaganda balilla», contenuti che «occhieggiano al neofascismo». C’è tutto il più allarmistico repertorio progressista, nelle reazioni di Pd ed Avs per GiovaniAdulti, il festival delle periferie che da oggi a venerdì avrà luogo presso Cascina Giajone, lo storico edificio nel cuore di Mirafiori Nord, e che vedrà decine attività culturali e sportive (incontri, laboratori e spettacoli) per alunni di numerose scuole. Lo sdegno dem non è per la manifestazione in sé - l’anno scorso fu organizzata a Barriera di Milano senza che si sollevassero polveroni - ma per il fatto che questa seconda edizione avrà luogo nel Piemonte governato da Alberto Cirio di Forza Italia, con l’impegno diretto dell’assessore regionale alle Politiche sociali, Maurizio Marrone di Fratelli d’Italia, e la direzione artistica del vicedirettore di questo giornale, Francesco Borgonovo. Tre personalità non troppo progressiste per un festival sono già fumo negli occhi, per chi sente suo il monopolio della cultura; ma andiamo avanti.Quest’anno GiovaniAdulti avrà per il tema il corpo, declinato nell’ottica, ha dichiarato Borgonovo, di uno sguardo complessivo, di «un allenamento valido per il corpo e per la mente, cercando di trovare - in un mondo che si smaterializza nell’artificialità delle reti e delle piattaforme - uno spazio per la carne, il sangue e ovviamente l’anima»; di qui gli incontri intitolati La guerra spiegata ai ragazzi, Maschi contro femmine, Scuola di cavalleria e Anima e corpo. A sviluppare tali argomenti saranno presenti i seguenti ospiti: il direttore d’orchestra Beatrice Venezi, il conduttore radiofonico Giuseppe Cruciani, l’attore e musicista Moni Ovadia, l’ex parlamentare M5s Dino Giarrusso, il reporter di guerra Gian Micalessin, lo scrittore Giulio Cavalli, già consigliere regionale in Lombardia con Sel, il Capo istruttore e presidente dell’Associazione nazionale Incursori dell’esercito, Renato Daretti, il direttore della Verità, Maurizio Belpietro, e don Ambrogio Mazzai, sacerdote molto seguito sui social. Nomi e personalità senza dubbio di spicco ma, come si può vedere, assai eterogenei per storia ed orientamenti; dove stiano la «propaganda balilla» o addirittura il «tentativo di spingere il nazionalismo» è dunque un mistero.Eppure Avs non ha dubbi: «Dietro la locuzione «animare i quartieri» c’è a tutti gli effetti la festa della destra neofascista». Per Cosimo Scarinzi di Cub - acronimo di Confederazione unitaria di base - saremmo addirittura «di fronte a un evidente tentativo di orientare le giovani generazioni in senso nazionalista e militarista».Chiara Gribaudo, deputata del Pd e vicepresidente del partito, non è da meno, e si scaglia contro «la destra» che «fa entrare tutta la sua propaganda più reazionaria nelle scuole: allenamenti per il corpo e la mente per essere veri patrioti, seminari sulla guerra portati avanti da incursori dell’Esercito, iniziative dal titolo «maschi contro femmine» curate da chi si trova in libreria con testi sull’eccessiva femminilizzazione dei padri, dibattiti con preti tiktoker antiabortisti».L’assessore Marrone non ci sta a passare per il regista d’un evento in odore di Ventennio e, invitando a rileggersi bene gli ospiti del festival, ha dichiarato: «Sono tutti balilla? Siamo nel ridicolo. Collaboriamo con la libreria Luxemburg, fra i partner c’è la Consulta per le persone in difficoltà. Credo che i problemi siano altri, come le periferie lasciate in balia dello spaccio o dell’abusivismo».Più netto ancora è stato Moni Ovadia che, intervistato sulla Stampa, da una parte ha voluto rivendicare la propria biografia - «io sono antifascista fino alla punta dei piedi» -, dall’altra ha rispedito ai mittenti dem le loro traballanti accuse: «Io, a differenza loro, non ho pregiudizi. Il Pd pensi piuttosto a dirsi contro la guerra e l’invio di armi». Gioco, partita, incontro. Per dovere di cronaca, va inoltre aggiunto che a sinistra - loro che le iniziative culturali, come noto, se le pagano coi pannelli solari - puntano pure il dito sul tema dei finanziamenti devoluti, per la kermesse, all’associazione Fiori di Ciliegio, guidata dal consigliere metropolitano di Fdi Davide D’Agostino, che organizza l’evento.Su questo il Pd ha annunciato un’interrogazione regionale della capogruppo Gianna Pentenero, perché Fiori di Ciliegio ha ricevuto, nel 2024, 100.000 euro per il progetto Alla Vetta - GiovaniAdulti e nell’ultimo biennio prima 45.000 euro e poi 20.000 euro per un intervento di sviluppo in Kosovo.Anomalie, malversazioni o irregolarità però qui, fino a prova contraria, non paiono essercene, anzi. Si rafforza dunque il sospetto il vero peccato originale dell’edizione torinese di GiovaniAdulti non siano presunti contenuti guerrafondai e inesistenti littori, bensì i nomi di certi partecipanti. I quali, per giunta, osano andare in periferia, dove ormai la sinistra si limita a transitare di fretta.
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