2018-07-04
Ma che bello ristudiare Waterloo direttamente sui libri di Victor Hugo
Nel giorno del blackout l'occasione per tornare a documentarsi come una volta.Sul pianeta digitale, dove il valore supremo non è pensare ma funzionare, ieri era un giorno di lutto: Wikipedia ha fatto sciopero. Un'astensione a tempo che i titolari dell'enciclopedia digitale gratuita («ettecredo», direbbero a Roma) hanno chiamato con un altro nome, oscuramento, per non confondersi con antichi riti tribali inventati dalla plebe analogica. La conseguenza è stata l'impossibilità di andare a controllare due dati sulla battaglia di Waterloo e il nome di battesimo dell'ala sinistra della Svizzera. Informazioni francamente utili.Il motivo dell'astensione dell'algoritmo è la protesta contro la direttiva sul copyright, vale a dire il diritto d'autore, in discussione al Parlamento europeo in seduta plenaria, che andrà in votazione domani. Gli articoli più detestati dall'intelligenza artificiale sono i numeri 11 e 13. Il primo chiede alle piattaforme online che pubblicano contenuti giornalistici di pagare una piccola quota a chi questi contenuti li ha creati; il secondo semplicemente impone il divieto di pubblicare contenuti (scritti e foto) protetti da copyright in condivisione senza avere prima adempiuto all'articolo 11, vale a dire avere aperto il portafoglio. Mal di pancia anche per Facebook, Twitter, Google, Instagram.Due richieste perfino banali, che in un'economia di libero mercato non dovrebbero suscitare il minimo stupore: io prendo un tuo articolo, lo pago e poi lo condivido con chi mi pare. Accade così per un etto di prosciutto crudo, per un'automobile, per la Bibbia. Grazie alla tecnologia sono stati inventati appositi sistemi bancari per farlo. Ma poiché i campioni della New economy hanno tutti i difetti della Old, ecco la ribellione culturale, ecco il paventato assalto alle praterie vergini della Rete. Sottolinea l'algoritmo in sciopero: «Anziché aggiornare le leggi sul diritto d'autore in Europa per promuovere la partecipazione di tutti alla società dell'informazione, essa minaccia la libertà online». Ma se la rete è così libera perché l'utente, per entrarci, deve pagare i player telefonici e diventare merce catalogata per i gestori dei social network? Risposta: è libera quando fa comodo a coloro che la dominano. Per Wikipedia «aggiornare i criteri del diritto autore» significa continuare a far finta che non esistano, sbocconcellare l'enciclopedia Treccani, e poi lamentarsi. Esattamente come fanno gli over the top della Silicon Valley quando gli batti una mano sulla spalla e gli chiedi di pagare le tasse. C'è un punto fermo che valeva per Omero e vale per un brano di Justin Bieber: l'unico diritto d'autore è di chi produce contenuti, non di chi fa un «copia-incolla» seriale in 65 lingue. Accade come nel Far West, c'è il tempo della corsa dei coloni alla terra in Oklahoma e c'è il tempo in cui gli antichi proprietari di quei pascoli provano a bruciarti la fattoria con le frecce incendiarie. In America, da dove è partito tutto, dovrebbero saperlo. Dopo una decina d'anni di sudditanza alla legge della giungla l'Europa apre un occhio dal suo sonno etilico per inaugurare la stagione delle regole? Ci crediamo poco, perché gli algoritmi non mangiano, non hanno diritti e chi li manovra è anni luce più potente di editori, politici e bibliotecari. Ma l'ultima reazione che ci aspetteremmo è il pianto antico di chi ha approfittato della deregulation per ottenere rendite di posizione. Nel comunicato, Wikipedia parla di valori, cultura, ecosistema. Valori Xerox, cultura del sentito dire, ecosistema dell'algoritmo che riduce tutto a un mar dei Sargassi nel quale nuotano milioni di pesci con la bocca che fa le bolle. Ieri, commossi dall'appello, per solidarietà abbiamo cercato quei dati su Waterloo in un libro di Victor Hugo. Anche quando scrive i numeri non c'è paragone.
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