2019-07-20
L’urlo di Laura Pausini: «Parlate di Bibbiano»
La cantante, su Facebook, scrive un lungo post per richiamare l'attenzione sui fatti della Val d'Enza: «Questa notizia è un vero scandalo e tutti i media dovrebbero occuparsene». Ma i giornali progressisti sono impegnati a deridere chi chiede giustizia.Vuoi che sia fatta chiarezza sulle orribili vicende che riguardano i bambini di Bibbiano e dintorni? Sei un odiatore. Vuoi che si indaghi a fondo sull'opaco sistema di gestione dei minori nel nostro Paese? Sei un complottista. Pensi che l'ideologia Lgbt abbia giocato un ruolo niente affatto secondario nelle storie di piccini tolti alle famiglie e affidati ingiustamente a coppie (arcobaleno)? Sei addirittura «intossicato», dunque un folle, un malato di mente. I media progressisti - dopo avere ignorato per giorni i fatti della Val d'Enza - ora si sono destati dal sonno e si dedicano a insultare chi pretende chiarezza su tutta questa ignobile vicenda. Emblematico il titolo di Repubblica di ieri: «“E allora Bibbiano?": Pd, media, movimento Lgbt nel mirino dei complottisti da social». E ancora: «La macchina dell'odio che specula sull'inchiesta “Angeli e demoni" di Reggio Emilia si è riattivata alcuni giorni fa, dopo le parole del vicepremier Di Maio». Chiaro, no? Esiste una «macchina dell'odio», gente che «specula», schifosi razzisti preda di una «intossicazione». Si tratterebbe addirittura della «ennesima operazione coordinata» per colpire il Pd. Questa ridicola linea difensiva va per la maggiore non solo sui quotidiani, ma ovviamente anche sui social network. I progressisti che vegetano su Twitter hanno cominciato a farsi beffe di chi parla degli abusi emiliani tramite l'hashtag #eallorabibbiano. Sostengono che parlare di «Angeli e demoni» sia un escamotage per distogliere l'attenzione da altri fatti che sarebbero ben più gravi, tipo il Russiagate. La sinistra, insomma, ha trovato un nuovo sport: si diverte a far passare una faccenda spaventosa e di enormi proporzioni per una pagliacciata montata ad arte dai soliti sovranisti. Come sempre, però, la realtà parla chiaro. Ciò che sta emergendo dall'inchiesta emiliana è un potente atto d'accusa contro un intero sistema. A tutto questo si aggiunge poi l'orrore dei singoli casi di abuso. Ed è un fatto che i media italiani abbiano sepolto tutto sotto una pesante colata di silenzio. Fortuna che qualcuno, di fronte allo schifo, ha il coraggio di alzare la voce. Il qualcuno in questione è Laura Pausini, ovvero una delle italiane più famose nel mondo. La cantante, con un gesto inatteso e ammirevole, ha pubblicato su Facebook un post urticante. «Ho appena letto un articolo sulla storia dei Bimbi di Bibbiano», ha scritto. «Sono senza parole, senza fiato, piena di rabbia nei miei pugni, mi sento incazzata fragile impotente. Ho deciso di cercare questa storia perché una mia fan mi ha scritto pregandomi di informarmi. Non ne sapevo nulla». Già: non ne aveva sentito parlare, e ha dovuto darsi da fare per trovare informazioni: «Non posso credere che abbia dovuto cercare questa vicenda, perché sì, quando sono in tour sono spesso distratta dall'attualità e dalla cronaca ma questa notizia è uno scandalo per il nostro Paese e dovrebbe essere la notizia vera di cui tutti parlano schifati. Tutta Italia». Poco dopo, ha aggiunto: «Qui c'è solo da fare qualcosa subito e da far sapere a tutti coloro che perdono tempo a scrivere cazzate, che c'è una notizia gravissima con cui dobbiamo fare i conti». Vero: di Bibbiano si dovrebbe parlare ovunque, ma, appunto, la gran parte degli organi di informazione preferisce fare finta di niente, occultare, mistificare, deridere. La Pausini se n'è accorta. «Cosa si può fare? Come possiamo aiutare?», ha scritto. Quindi si è rivolta ai suoi milioni di fan: «Per chi non sa ancora di cosa parlo, scrivete Bibbiano su Google e leggete. E poi scrivete su questi maledetti social che usiamo solo per le cavolate, cosa pensate di queste persone che strappano i figli alle loro famiglie. Non parlo di politica, parlo di umanità, di rispetto, di diritto alla Vita... Ecco, se avete letto, ditemi sinceramente ...voi non sentite di avere nelle mani degli schiaffi non dati? Non sentite la voglia di urlare? Non sentite la voglia di punire queste persone in maniera molto dura?». Laura Pausini non è certo nota per essere una pericolosa omofoba o una fascistona. Eppure non ha trattenuto l'emozione. «Scusate lo sfogo», ha aggiunto, «ma a me manca il fiato pensando a questi bambini e alle loro famiglie che sono stati torturati psicologicamente per sempre. Se avete un figlio pensate che improvvisamente una persona della quale per altro potreste anche fidarvi, fa un lavoro psicologico tanto grave da portarveli via e affidarli ad altre persone. Come si rimedia adesso nella testa e nei cuori e nell'anima di queste persone? Ma vogliamo fare qualcosa?». Ci è voluta una cantante. Mentre i giornalisti fanno i superiori e ridono di Di Maio, di Salvini e dei «complotti populisti», un'artista ha avuto il fegato di esporsi pubblicamente e di richiamare l'attenzione di un'intera nazione (e forse anche qualcosa di più) su una vicenda che dovrebbe toccarci tutti fin sotto la pelle. Mentre i media dormivano il sonno degli ipocriti, mentre i politici di sinistra minacciavano querele e tentavano di mettere tutto a tacere, ecco esplodere l'urlo della Pausini. Una donna che non è schierata politicamente, gradita al pubblico Lgbt, di certo non una barricadera. Chissà, magari adesso Repubblica dirà che anche Laura lavora per la «macchina dell'odio». Proprio lei, che ha dedicato la vita a cantare l'amore.
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Robert F.Kennedy Jr. durante l'udienza del 4 settembre al Senato degli Stati Uniti (Ansa)