2019-05-20
L’uomo che previde il crollo dell’Urss: «Presto cadrà pure l’Unione europea»
Emmanuel Todd, sociologo, nel 1976 anticipò la fine del regime sovietico. Dell'Ue ora dice: «Non durerà, Paesi troppo diversi».Che il progetto comunitario europeo sia un fallimento lo dicono in tanti. Ma se a spiegare che l'Europa è destinata a crollare è Emmanuel Todd, la previsione diventa estremamente più seria. Se non altro perché questo signore - francese, 68 anni, di professione sociologo - nel 1976 previde il crollo dell'Unione sovietica, motivando la sua affermazione con un corposo studio sociologico e demografico. Seguendo lo stesso metodo, oggi Todd si esprime sulla fine dell'Ue, condensando le sue teorie in un libro intitolato Breve storia dell'umanità (Libreria editrice goriziana). «L'Europa è in uno stato deplorevole: lacerata, divisa, infelice», ha detto il sociologo allo Spiegel. «Le sue élite dominanti sono intrappolate in un senso di impotenza. Quello che stiamo passando ora mi rende molto triste. Ma questo non mi sorprende affatto. Era prevedibile. Inoltre, era inevitabile». «Ho una visione antropologica della storia», continua lo studioso. «Istituzionalizzare un certo grado di cooperazione tra le nazioni europee era un obiettivo ambizioso e ragionevole. Ma come specialista delle strutture familiari e quindi dei sistemi e degli stili di vita morali, non mi sono mai appassionato all'idea romantica che gli europei siano tutti culturalmente equivalenti e che l'Europa possa diventare un'area omogenea. L'Ue diventa vittima della propria sacralizzazione e si sovrastima eccessivamente».Insomma: gli europei sono troppo diversi tra loro per riuscire a stare insieme, specie all'interno di una struttura come l'attuale Unione europea. «Contrariamente alle ipotesi marxiste, il corso della storia non può essere ridotto allo sviluppo economico», spiega Todd. «Alcuni cambiamenti cruciali si verificano in strati più profondi della vita sociale. L'Europa rischia di disintegrarsi di nuovo nelle sue diverse parti perché la politica e l'economia politica, come l'ideologia dominante, non hanno voluto prendere in considerazione la diversità del continente. Dissero ai francesi di essere come i tedeschi. Ma non possono, anche se lo vogliono. Ai tedeschi fu negato il diritto di essere tedeschi. Si è negato che la Germania lavori in modo più efficiente della Francia e che sia capace di notevoli sforzi collettivi. Si è immediatamente negato che molti meno bambini nascano in Germania. Tali caratteristiche possono essere trovate in tutti i Paesi. L'ideologia europea ha prevalso sull'empirismo». Ovviamente l'analisi di Todd è molto più complessa rispetto alle dichiarazioni fornite alla stampa. Egli sostanzialmente studia i vari tipi di famiglia presenti nei vari Stati europei, e sostiene che le forme politiche che emergono in ogni Paese dipendono prima di tutto dal tipo di legami famigliari e sociali che esso ha sviluppato. «Ovviamente, l'identità nazionale non deve essere ridotta al suo carattere popolare», ha detto lo studioso francese. «Ma, dall'età della pietra, si sono sviluppati e si sono diffusi diversi sistemi familiari che oggi hanno una profonda influenza su mentalità, valori, costumi, costumi e quindi comportamenti. Sono molto più antichi delle religioni che interagiscono con loro in modo complesso, perché ogni religione ha qualcosa da dire sulla sessualità, la riproduzione, la relazione tra uomo e donna. In un certo senso, la famiglia e la religione formano l'ignoto delle società, mentre l'economia e la politica si svolgono alla superficie della storia, nel regno della coscienza. La nazione è solo l'attuale forma tardiva di integrazione umana in un gruppo senza il quale la vita di Homo sapiens - da tempo immemorabile, da cacciatori e raccoglitori itineranti - è inconcepibile».I diversi tipi di famiglia presenti sul suolo europeo rendono gli Stati troppo differenti fra loro, e formano caratteri nazionali che le gabbie economiche non possono contenere. Risultato (secondo Todd): l'Ue franerà. E nemmeno fra troppo tempo.
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 17 settembre con Carlo Cambi
Dario Franceschini (Imagoeconomica)
Papa Leone XIV (Getty Images)
Sergio Mattarella con la mamma di Willy Monteiro Duarte (Ansa)