2023-07-18
Lukaku e Cuadrado scontentano tutti. Oramai il mercato va contro i tifosi
Il belga arriverebbe sotto la Mole con 171 ultrà squalificati per razzismo proprio nella partita in cui il colombiano prese tre giornate per rissa (ne sconterà due da nerazzurro). E infatti ieri a Milano e Torino supporter imbufaliti.«Noi Lukaku non lo vogliamo», scandivano gli juventini ieri mattina davanti al JMedical dove gli atleti bianconeri sfilavano per i controlli sanitari. «Cuadrado, Cuadrado, vaffa…», facevano loro da contrappunto, nel coro più surreale dell’estate pallonara, gli interisti davanti alla sede del club, qualche ora dopo aver saputo che l’odiato terzino della Signora vestirà la maglia nerazzurra. Tutti contro tutti, soprattutto le società contro i tifosi nel mercato del nostro scontento (per parafrasare John Steinbeck, che non era un braccetto californiano), dove l’imperativo è mangiare in testa a quelli che pagano il biglietto. È più bollente luglio o l’arrabbiatura delle curve? Dilemma tutto italiano dopo il tradimento di Romelu Lukaku, che preparava la finale di Champions giurando amore eterno all’Inter mentre il suo avvocato del diavolo, Sebastien Ledure dello studio «Cresta» di Bruxelles (nome illuminante), flirtava con la Juventus e offriva Big Rom al Milan. Si stava semplicemente portando avanti, consapevole del carattere ballerino del suo assistito e della trattativa tutt’altro che scontata dei nerazzurri con il Chelsea per riportare il centravanti a Milano. I tifosi bianconeri lo detestano, l’avevano battezzato «il boiler più costoso d’Europa», ora rischiano di doverlo applaudire, di doverne scandire il nome, di sentirsi chiedere dai figli la maglia. Se Dusan Vlahovic passerà al Paris Saint Germain, Lukaku sarà la prima scelta per sostituirlo; Max Allegri lo ha chiesto espressamente perché lo ritiene perfetto per il contropiede a cui è affezionato (unico schema applicato nelle ultime due stagioni). Il nuovo ds Cristiano Giuntoli farà di tutto per accontentarlo, anche se l’armadio belga fece squalificare per razzismo 171 ultrà juventini dopo la semifinale d’andata di Coppa Italia, quella della rissa in campo, del dito alla bocca («State zitti!»), della figuraccia internazionale inflitta al club rivale. Ma così rivale che in un’intervista televisiva, alla domanda «Andrai mai alla Juventus e al Milan?», lui risposte cinque volte «Mai!». Due in più di Pietro e del tradimento più famoso della Storia, prima che il gallo abbia cantato.Ora a Torino non lo vogliono, sperano che l’affaire Vlahovic non vada in porto e che Lukaku si diriga verso le dune arabe, all’Hal-Hilal che ha già preso Sergej Milinkovic Savic, Kalidou Koulibaly e si è ripresentato con 50 milioni freschi. Una tresca infinita, una gastrite destinata a durare ancora settimane, paragonabile a quella che da ieri affligge i tifosi dell’Inter alla notizia dell’arrivo di Juan Cuadrado detto il tuffatore, accusato di ogni nefandezza dalla curva nerazzurra, l’avversario più fischiato a San Siro e che dovrà scontare in nerazzurro due giornate di squalifica per una rissa in Coppa Italia... contro l’Inter. Beppe Marotta, forse per fare uno sgarbo incomprensibile ai rivali (il colombiano ha 35 anni e dopo quattro stagioni top ha giocato l’ultima da spompato), lo ha ingaggiato per 2,5 milioni, contratto di un anno. Proprio lui che nella notte delle streghe allo Stadium aveva inscenato la rissa con Lukaku e poi con Samir Handanovic. Il supertifoso Enrico Mentana, di Lukaku ricorda «più i gol sbagliati di quelli fatti» e bolla lo scambio involontario con Cuadrado come «un incubo daltonico». Un sondaggio del sito L’Interista lo decreta impresentabile per il 58,5% dei tifosi, accettabile per il 41,5%. Un gruppo laocoontico. Neppure Omero sotto le mura di Troia seppe costruire un intrigo così mefitico, in fondo così epico.Il calcio senza soldi va al mercato e compra chi c’è, chi s’offre, mentre il pubblico in spiaggia con i giornali sportivi apparecchiati sul frigo Sammontana soffre senza accento. Big Rom viene tacciato di psicolabilità e i tifosi dell’Inter masticano amaro; a posteriori sono costretti a dare ragione a Zlatan Ibrahimovic, un altro che ha vestito tutte le maglie baciandole il primo giorno di scuola. Tre anni fa Ibra accusò il belga di essere manovrato da mamma Adolphine e di sottoporsi a riti voodoo, tutto per marcarne l’instabilità. Scintille, ferocia, muso contro muso. Anche in Inghilterra il numero nove aveva lasciato cuori spezzati: via dall’Everton per andare al Manchester United, via dal Manchester per andare all’Inter, via dall’Inter per andare al Chelsea. Poi il clamoroso ritorno a Milano («nell’unica squadra che amo»). Che è sempre la penultima.Mentre la guerra fra Marotta e Giuntoli si sposta su altri obiettivi (il terzino Emil Holm dello Spezia, il fantasista Lazar Samardzic dell’Udinese) anche i milanisti rischiano di essere coinvolti nella mefitica tonnara: la Juventus sta trattando con il Barcellona l’ingaggio di Franck Kessiè, battezzato «presidente» dalla tifoseria rossonera prima che se ne andasse gratis. Un altro che aveva dichiarato eterno amore ai colori ed ora potrebbe tornare con la maglia bianconera. Le storie tese fra le grandi sono vecchie come il mondo. Gli sgambetti di mercato anche. Se l’Inter ancora festeggia l’ingaggio a zero di Hakan Calhanoglu due anni fa dal Milan, sull’altra sponda del Naviglio ricordano la Stangata, il delitto perfetto, quando Andrea Pirlo e Clarence Seedorf andarono a rendere invincibili i rossoneri in cambio di gregari come Francesco Coco e Andres Guglielminpietro. Ma la vera guerra di trincea è fra Inter e Juventus: l’anno scorso Gleison Bremer pronto a vestire nerazzurro finì a Torino, stagioni addietro Dejan Stankovic e Diego Godin corteggiati dalla Juventus approdarono ad Appiano Gentile. L’unica volta che i tifosi sono riusciti a bloccare un trasferimento nell’era moderna è stato nel 2014: Fredy Guarin-Mirko Vucinic, saltato dopo la riedizione delle Cinque giornate di Milano, barricate comprese. Allora Marotta era il ds bianconero.Mentre attorno a Lukaku la trama s’infittisce, dalla Francia arriva la notizia che prefigura la tempesta perfetta: i tifosi del Paris Saint Germain sono sul piede di guerra. Non vogliono Vlahovic e hanno esposto uno striscione beneaugurante: «Se vieni a Parigi ti tagliamo tre dita». Sono quelle che il giovane fighter usò per insultare i kosovari mostrando il simbolo della Grande Serbia (Dio, Patria, Zar) su Instagram. Servirebbe Henry Kissinger per mediare, ma ha 100 anni e ama il basket.
Il cancelliere tedesco Friedrich Merz (Ansa)
Ursula von der Leyen (Ansa)
content.jwplatform.com
L’area tra Varese, Como e Canton Ticino punta a diventare un laboratorio europeo di eccellenza per innovazione, finanza, sviluppo sostenibile e legalità. Il progetto, promosso dall’associazione Concretamente con Fabio Lunghi e Roberto Andreoli, prevede un bond trans-frontaliero per finanziare infrastrutture e sostenere un ecosistema imprenditoriale innovativo. La Banca Europea per gli Investimenti potrebbe giocare un ruolo chiave, rendendo l’iniziativa un modello replicabile in altre regioni d’Europa.