2023-01-26
L’Ue ci dà insetti e ci toglie trote e coregoni
Pescatori in rivolta: l’attuazione di una direttiva di Bruxelles vieta di introdurre specie «non autoctone», che però sono in Italia da secoli e sono una risorsa per molte regioni. Tuttavia si potranno infilare nei piatti le larve, mentre prosegue la crociata anti vino.Non bastava «Il vino nuoce alla salute», non bastava «Il prosciutto crudo nuoce alla salute», non bastava consigliare di mangiare queste cazzo di larve e di farina di grilli tritati, ora stiamo arrivando ai pesci. L’Europa, abbandonando le terre emerse, si inabissa in fiumi e laghi con il risultato finale che è lo stesso da anni: romperci, fracassarci, liofilizzarci le balle.Io mi sono fatto un’idea molto seria a proposito di chi dà l’indirizzo politico su questi temi e di chi scrive successivamente i provvedimenti e le normative comunitarie. L’idea-suggerimento è la seguente: ma perché, prima di accingervi a pensarli e a scriverli, non vi fate una o due bottiglie di vino rosso che saranno offerte dalla Verità? Perché è matematicamente certo che scritte in stato di alterazione alcolica risulterebbero più ragionevoli di quando le scrivete in stato di sobrietà. Delle due l’una: o ci prendete per i fondelli per motivi di cui non siamo a conoscenza o fate sul serio e allora la questione diventa psicoticamente rilevante.Un comunicato dell’eurodeputata della Lega, Simona Baldassarre, ci informa a proposito dell’applicazione di una direttiva europea che si chiama Habitat e che risale al 1992, a cui ha dato attuazione il governo Conte bis il 2 aprile 2020, che «ha esteso a tutto il territorio nazionale questa normativa europea che limita l’immissione nelle acque di specie ittiche non autoctone [...], tra le quali le trote fario, le trote lacustri, i salmerini, i coregoni e i barbi allevati in Italia da tempi immemori e risorsa economica fondamentale per tanti territori». Da notare, come ricorda l’eurodeputata, che sono state messe al bando «tutte le specie non attestate prima del XVI secolo».Questa volta ci si sono messi di buzzo buono: pensa te il tempo che hanno perso mentre infuriava la guerra russo-ucraina, ancora prima il Covid, poi la crisi energetica ed economica: ebbene, durante tutto ciò hanno passato al setaccio manuali di scienza ittica e di storia dei pesci dall’avvento di Cristo in poi. Menomale che hanno fatto salva la moltiplicazione dei pani e dei pesci, appunto, compiuta da tale Gesù Cristo, ma probabilmente non ne hanno parlato per non offendere coloro che appartengono ad altre religioni. Ma è quasi certo che siano stati avvistati gruppi di ricercatori inviati dall’Unione europea direttamente sul lago di Tiberiade. Almeno gli fosse servito a rinsavire un po’, neanche quello. Come è noto «non passa giorno», ce lo ricorda ancora l’eurodeputata leghista, «che la dieta mediterranea, recentemente premiata come la più salubre al mondo dall’autorevole U. S. News & World report’s best diet 2023, non venga messa in discussione dai tecnocrati di Bruxelles».Come se non bastasse, ultimamente ci si è messa la biologa Antonella Viola, che addirittura ha sostenuto che il vino restringe il cervello. La sua teoria non ha funzionato su Leonardo da Vinci che era un noto bevitore di vino e qualcosina in più della Viola ha prodotto. Così vale per un’infinità di letterati, filosofi e matematici, alcuni dei quali ci hanno dato dentro di brutto. Ora, quest’ultima annotazione potrebbe non avere senso in quanto si parla di geni che probabilmente avevano anche una costituzione diversa o superiore alla nostra e comunque dovevano essere dotati di un apparato digerente ed enzimatico notevolmente superiore. Alcuni nel secolo scorso sono morti oltre gli 80 anni, meta - almeno per chi scrive - da considerarsi ragguardevole. Nella mia regione, la Toscana, considerando che si comincia a bere vino rosso il giorno della prima comunione, gli abitanti di quei posti diversamente dagli 80-100 miliardi di neuroni che ha un uomo ne dovrebbero avere 250 milioni come un gatto. Invece, anche da quella regione, sono venuti fuori fior fiore di cervelli. Mah.A parte queste considerazioni, un po’ paradossali ma neanche tanto, c’è una questione politica generale che è molto preoccupante perché, fottendosene bellamente di tutti gli studi che - come quello statunitense citato - vanno in direzione opposta, l’Europa continua a legiferare seguendo la sua ideologia nutrizionista per evidenti motivi di parzialità assoluta nei confronti di certi Paesi piuttosto che altri. Secondo voi, apporre alle bottiglie di vino l’etichetta «Nuoce alla salute», ad esempio, nuoce più alla Germania o all’Italia? E perché dopo sei secoli si decide che il coregone o la prelibata trota non debbano più sguazzare tranquillamente nelle nostre acque soprattutto lacustri? Certo, se uno mangia un chilo di prosciutto al giorno, ci beve sopra un fiasco di vino e come antipasto si mangia quattro trote «pesce piuttosto grasso» e poi schiatta, è ovvio che se l’è cercata. Ma questo in italiano si chiama abuso non uso e la differenza sta proprio nella quantità assunta di quell’alimento o di quella bevanda, un uso eccessivo, smodato. In questo secondo caso è ovvio che quei cibi e quelle bevande possano nuocere alla salute. Ma in Europa stanno abusando di altro e cioè della nostra pazienza e della nostra buona fede perché nessuno può toglierci dalla testa che tutta questa macchinazione sia più economica che salutistica. Forse lo hanno capito anche i grilli che sarebbe tanto bello continuare a sentirli cantare nella stagione estiva piuttosto che trovarseli triturati nel piatto.
Papa Leone XIV (Getty Images)
Sergio Mattarella con la mamma di Willy Monteiro Duarte (Ansa)
Duilio Poggiolini (Getty Images)
L'amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel (Imagoeconomica)