Il decreto Milleproroghe ha reiterato il blocco alle tariffe fino al 30 giugno 2023, ma lo scudo varrà solo per le vecchie stipule. I fornitori potranno quindi modificare il prezzo con un preavviso di tre mesi. Secondo l’Unione consumatori sarà una stangata.
Il decreto Milleproroghe ha reiterato il blocco alle tariffe fino al 30 giugno 2023, ma lo scudo varrà solo per le vecchie stipule. I fornitori potranno quindi modificare il prezzo con un preavviso di tre mesi. Secondo l’Unione consumatori sarà una stangata.Rincari in arrivo sui rinnovi dei contratti in scadenza di luce e gas. Il decreto Milleproroghe ha rinnovato il blocco alle tariffe fino al 30 giugno 2023, ma lo scudo varrà solo per i vecchi contratti, le società fornitrici potranno quindi modificare le condizioni generali sul prezzo rispettando il preavviso di tre mesi.La norma inseritaall’articolo 3 del dl Aiuti bis (9 agosto 2022, n. 115) vale per famiglie e imprese, dura fino al 30 aprile 2023 ed è stata pensata prima di tutto per disinnescare le clausole che in alcuni contratti prevedono la possibilità per il fornitore di effettuare rialzi in corso di contratto. Le clausole erano utilizzate per aggirare il codice del Consumo, provvedimento emanato nel 2005 che raccoglie tutta la normativa a tutela del consumatore che già da sé vietava questo tipo di pratiche, ma che appunto, veniva aggirata grazie alle clausole. L’articolo 3 prevedeva però anche lo stop dei rialzi in fase di rinnovo. Su quest’ultimo punto si è creato un caso come dimostrato dallo scontro tra Agcm, l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, e alcune società fornitrici di energia elettrica e gas naturale sul mercato libero. Tra ottobre e dicembre, infatti, l’Authority ha adottato una serie di provvedimenti cautelari nei confronti di Enel, Eni, Edison, Acea ed Engie per «non aver rispettato il divieto di modificare il prezzo di fornitura», così come disposto dall’Aiuti bis.Una vicenda sulla quale è intervenuto il Consiglio di Stato, chiamato in causa dalle società energetiche ricorrenti, disponendo la validità di quelli già giunti a scadenza naturale (scadenza annuale) e l’irregolarità delle disdette date prima della scadenza. I contratti di fornitura sono tutti annuali a rinnovo automatico (salvo rari casi di contratti pluriennali). Secondo Palazzo Spada, in presenza di una chiara data di scadenza comunicata al consumatore la proposta di rinnovo è legittima, così come i rincari. Nel caso in cui invece non sia stata comunicata la data di scadenza, la proposta di nuove condizioni economiche non può essere effettuata. Con il decreto Milleproroghe il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto ha chiarito: «La norma punta ad un doppio obiettivo: proteggere cittadini e consumatori in questi mesi difficili e allo stesso tempo garantire e tutelare l’iniziativa economica di quelle aziende più esposte al perdurare dell’instabilità dei mercati energetici», aggiunge. «Come Mase e come governo è massimo l’impegno nel sostenere le famiglie e gli imprenditori in questa difficile congiuntura. Ringrazio il presidente dell’Antitrust, Rustichelli, che ha segnalato la questione, consentendoci di collaborare alla risoluzione della problematica». Quindi una volta approvato il decreto le società fornitrici nei rinnovi dei contratti in scadenza potranno modificare le condizioni generali sul prezzo rispettando il preavviso di tre mesi.Le bollette della luce caleranno del 19,5% nel primo trimestre del 2023 rispetto all’ultimo trimestre del 2022, per gli utenti che sono ancora sul mercato tutelato e non hanno optato per il libero mercato (circa il 33%). Diverse le cause di tutto ciò. Da un lato, è calato il prezzo del metano, principale fonte di elettricità: la domanda di gas è ridotta, grazie a un inverno mite che fa tenere basso il riscaldamento, e agli stoccaggi per l’inverno pieni. Poi hanno influito gli interventi del governo contro il caro bollette. Cinque miliardi di euro al mese in media, ha spiegato la premier Giorgia Meloni: 21 miliardi di euro pari a due terzi della legge di bilancio. Sono stati azzerati tutti gli oneri di sistema per gli utenti elettrici fino a 16,5 kW e per tutti gli utenti del gas. Dal 2023 i costi per lo smantellamento degli impianti nucleari spariranno dalla bolletta e saranno sostenuti dallo Stato. È stata confermata la riduzione dell’Iva al 5%, ed è stata ampliata la fascia dei beneficiari dei bonus energia: da 12.000 euro di livello Isee a 15.000.Un calo importante ma non sufficiente a tornare ai livelli di due anni fa: perché se il costo dell’energia scende rispetto al quarto trimestre 2022, sale del 15,4% rispetto a un anno fa e del 164,8% in confronto al 2021. L’Unione nazionale consumatori calcola che, nonostante il risparmio di 348 euro all’anno, la spesa annua di una famiglia tipo per l’elettricità nel 2023 sarà comunque più alta di quella del 2022: 1.434 euro contro 1.322, 112 euro in più. «Sommati ai 1.714 del gas dovuti all’aggiornamento di un mese fa», scrive l’Unc, «determinano una stangata complessiva pari a 3.148 euro».Il gas però salirà anche se il suo prezzo è in calo perché influiranno gli alti prezzi del mese di dicembre. Non sapremo quanto salirà fino al 3 gennaio, ma si attendono rialzi importanti tra il 15 e il 20% perché i prezzi medi registrati a dicembre sono stati più alti rispetto quelli di novembre. La luce cala e il gas sale. È il risultato del disaccoppiamento pensato per ridurre i costi di famiglie e aziende. La nuova regolamentazione voluta dall’Italia funziona così: per l’elettricità si continua con il vecchio sistema delle variazioni ogni tre mesi, con tariffe valevoli per il trimestre successivo, mentre per il gas si è passati a variazioni mese per mese, con tariffe che valgono per il mese precedente.
(IStock)
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