2019-06-06
Luce e gas, arrivano le ispezioni dell’Authority su tariffe e qualità
Arera e la Guardia di finanza potenziano i controlli sui servizi: nel 2018 recuperati 260 milioni di euro pagati dagli utenti per investimenti e interventi mai effettuati. «Ma i cittadini denuncino quello che non funziona».Chi l'avrebbe mai detto ? Eppure è vero: vi sono Autorità che ora impongono la restituzione del maltolto sulle bollette dei servizi pubblici. È accaduto un'operazione del genere da parte di Arera (Autorità di regolazione per energia, gas, acqua e ambiente) che, in collaborazione con la Guardia di finanza, ha accertato che circa 260 milioni di euro, che erano stati fatti pagare agli utenti, non erano dovuti . Ora le bollette di gas, elettricità e acqua potabile saranno «alleggerite» per tener conto di questi addebiti (illegali) che saranno ristornati ai clienti. Un'operazione complessa, già in corso, che rappresenta forse il successo più visibile del nuovo presidente di Arera, Stefano Besseghini, e degli altri componenti il collegio dell'Autorità (Gianni Castelli, Andrea Guerrini, Clara Poletti e Stefano Saglia), in carica del 9 agosto 2018. Spiegheremo dopo chi sono questi dirigenti e per quali percorsi (tecnici, professionali, politici) sono stati chiamati a dirigere per sette anni (un mandato della stessa durata di quello del presidente della Repubblica, più due anni di «purgatorio»).Ma, a parte gli addetti ai lavori, pochi conoscono i compiti e le funzioni di questa Autorità, sicuramente fra le più importanti di quelle esistenti . Vediamo di che cosa si tratta. È stata costituita nel 1995, con un altro nome (Aeeg, Autorità per l'energia elettrica e il gas); nel 2017 diventa Aeegs (Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico) e dal 1° gennaio 2018 assume l'attuale denominazione di Arera perché -oltre all'energia elettrica, il gas e il sistema idrico - sono stati attribuiti all'ente anche compiti di regolazione e controllo nel settore dei rifiuti. Funzioni complesse e molto ampie di un'Autorità, che dovrebbe far rispettare le leggi e le direttive europee sui servizi idrici, elettrici, gas, per garantire qualità e sistemi tariffari omogenei in tutto il territorio nazionale. Compito estremamente difficile, anche sul nuovo terreno di impegno dell'Autorità, rappresentato dal controllo del ciclo dei rifiuti. «Sui problemi dei rifiuti, urbani e assimilati», ci dice il presidente Stefano Besseghini, «non vi sono riferimenti legislativi né in Italia e neppure negli altri Paesi europei. Dobbiamo lavorare come se ci trovassimo all'anno zero». Per fortuna però il presidente e gli altri quattro componenti del collegio sono stati scelti dal governo gialloblù, in base a precise competenze tecniche, anche se certo non sono state ignorate le provenienze politiche. Sono tutti esperti dotati di curriculum professionali di alto profilo. Stefano Besseghini è un fisico di Sondrio, laureato a Milano, con esperienze in diverse aziende e al Cnr. Si sa poco della sua «storia politica». Si dice soltanto che è nelle simpatie di Luigi Di Maio, non a caso è stato proposto proprio dal ministro 5 stelle ,ma che ha trovato il consenso di Matteo Salvini. Stefano Saglia ha una lunga esperienza nel campo della tutela dei consumatori, è stato parlamentare di Forza Italia e sottosegretario nell'ultimo governo Berlusconi, poi si è allontanato dalla politica attiva ed è entrato nel cda di Terna («Arera», ha dichiarato, «deve fare in modo che il libero mercato non prevarichi i diritti dei cittadini. Oltre a una consultazione permanente, tiene tavoli di confronto continui con le associazioni dei consumatori»). Il secondo componente è il milanese Gianni Castelli, storico esponente della Lega (laurea in chimica e amministratore in varie aziende, come E-Utile, Serenissima gas). Il terzo è il veronese Andrea Guerrini, indicato dai 5 stelle (docente all'Università di Verona ); ora è anche presidente dell'Associazione dei regolatori europei del servizio idrico (Wareg). Infine, una donna (la componente femminile scarseggia sempre nei cda e nei collegi). Si tratta di una superesperta nel settore del gas, Clara Poletti, indicata dal Pd. Oggi ha diversi incarichi, anche internazionali, nel settore, fra cui quello di vicepresidente del Comitato specializzato dell'Agenzia europea per la cooperazione fra i regolatori dell'energia (Acer). Per sette anni i cinque esperti potranno operare esclusivamente per Arera e nei due successivi dovranno imboccare i sentieri del «purgatorio», nel senso che non potranno operare per le aziende controllate dall'Autorità.Nel complesso, dunque, prevalgono nettamente le caratterizzazioni professionali, rispetto a quelle delle matrici politiche. A differenza di buona parte delle altre Autorità, come avremo modo di verificare.C'è anche da precisare che Arera (con due sedi, a Milano e a Roma) non viene finanziata dal bilancio dello Stato ma dai contributi degli operatori. Infatti , la legge (481/1995 ) prevede che gli operatori versino l'1 per 1.000 dei loro ricavi per il mantenimento di questa struttura, ma l'Autorità ha ridotto questa cifra allo 0,27 - 0,33 per mille (a seconda dei diversi settori). Gli operatori hanno versato nel 2018 73.756.000 euro. Nel 2017 il bilancio di Arera è stato di circa 70 milioni di euro (esattamente 69,12 milioni ). In quello stesso anno i dipendenti erano 180, mentre per il 2018 se ne calcolano 225 (dirigenti compresi), di cui 57 a tempo determinato: una cifra destinata a crescere ancora quest'anno a causa dell'ampliamento delle competenze relative al settore dei rifiuti. Come si è detto, non abbiamo ancora una relazione del 2018, che sarà resa nota a luglio. Conosciamo però l'entità della spesa per il personale: 34.748.000 (compresi circa 9 milioni di oneri sociali). Una cifra che lieviterà quest'anno di almeno 30 milioni per l'incremento dei costi dei controlli sui rifiuti .Questa impennata nella spesa è in controtendenza, rispetto alla politica di contenimento realizzata negli anni scorsi. Ad esempio, i compensi ai membri dell'Autorità sono passati da 485.000 euro (del 2010) a 240.000 nel 2017. Esattamente gli stessi emolumenti di oggi (240.000 per il presidente, 160.000 per gli altri componenti). I risparmi del passato sono stati considerevoli, come si desume dalle tabelle. Solo qualche esempio: le spese per le consulenze dal 2010 al 2017 sono passate da 640.000 a zero ; gli importi per i taxi da 180.000 a 23.000; le spese per missioni da 971.000 a 723.000; quelle di rappresentanza da 38.000 a 5.800. Non siamo in grado di valutare se questa tendenza al contenimento dei costi stia proseguendo perché, come si è detto, la relazione col bilancio è in corso di elaborazione. «Credo che faremo di tutto», osserva Stefano Besseghini, «per contenere i costi, anche se il controllo dei rifiuti comporterà maggiori spese, non ancora calcolate. Speriamo ci possa aiutare la digitalizzazione».In che modo? «Ad esempio, lo sportello per il consumatore, che fornisce informazioni e assistenza ai cittadini, clienti finali sulla regolazione nei settori dell'energia, del gas e del sistema idrico, funziona via Web. Fornisce tutte le informazioni per i diversi bonus (sconti sulle bollette per acqua, luce e gas) per le famiglie in condizioni disagiate. Tutto questo anche in collaborazione con le associazioni dei consumatori. Dal gennaio dell'anno scorso vi sono poi altre agevolazioni tariffarie che non tutti conoscono, ad esempio l'offerta placet. È un'offerta che tutti i venditori di gas ed elettricità dovranno obbligatoriamente proporre a famiglie e piccole imprese, a prezzo libero, ma a condizioni prefissate. In questo modo i consumatori potranno scegliere fra le diverse offerte».In questa politica rientrano anche i cosiddetti gruppi di acquisto (scarsamente conosciuti)? «Certo, si tratta di gruppi di consumatori che si organizzano per acquistare, a condizioni tariffarie vantaggiose, forniture di gas ed elettricità per i loro aderenti. L'Autorità ha già predisposto in questo campo delle linee guida di comportamento». Anche le conciliazioni potranno essere realizzate on line, cioè senza ricorrere ai giudici di pace o ai tribunali ? «Questo importante servizio, per ridurre le controversie, è già funzionante attraverso l'intervento di mediatori che formiamo all'interno dell'Autorità, per via quindi extragiudiziale».Ma perché l'Autorità non promuove campagne di comunicazione su queste iniziative (con spot tv e pubblicità sui giornali)? «Ci stiamo pensando. Presto vedremo in proposito molte novità sui media», risponde il presidente. E annuncia che quest'anno ci saranno altre ispezioni: «Confido che questo possa avvenire perché aumenteranno sicuramente i controlli proprio negli ambiti che si sono rivelati più critici. Ma i cittadini devono fare la loro parte, segnalando, denunciando all'Autorità o alla Guardia di finanza ciò che ritengono giusto che si controlli nei servizi erogati. L'anno scorso, ad esempio, tra i casi registrati vi sono state le mancate “odorizzazioni" delle reti gas, non conformi alle norme che regolano il pronto intervento. Ci siamo mossi in seguito a otto denunce di consumatori. Ora però siamo concentrati sulla liberalizzazione completa del settore elettrico, che scatterà nel luglio 2020. Si tratta di almeno 20 milioni di utenze e l'Authority dovrà indicare tutte le regole per il passaggio al mercato libero. E noi ci stiamo attivamente preparando per un controllo delle tariffe e della qualità dei servizi».
Manifestazione a Roma di Ultima Generazione (Ansa)