
Il governatore: «La Consulta ha spazzato ogni dubbio, chi contesta l’autonomia si pone fuori dalla Costituzione. Ringrazio chi raccoglie firme per la mia ricandidatura: anche questa è democrazia e si deve tenerne conto».Luca Zaia, governatore della Regione Veneto: dopo la sentenza della Consulta che ha dichiarato inammissibili i referendum avanzati da Puglia, Toscana, Sardegna e Campania, adesso la riforma dell’autonomia riprende il suo cammino. State ancora festeggiando?«La Corte, ancora una volta, ha spazzato via ogni dubbio: è stato sancito, nel più autorevole consesso, che l’autonomia è costituzionale, è una rivoluzione necessaria. E di conseguenza chi si schiera contro l’autonomia, chi tifa per il centralismo, va contro la Costituzione. Lo diceva già Luigi Einaudi: a ognuno dovremo dare l’autonomia che gli spetta. L’idea originale della Costituzione era questa: la gestione pratica, poi, si è allontanata dal dettato iniziale». Lei ha teso una mano all’opposizione, che tuttavia, nonostante la sentenza, prosegue dritta per la sua strada, sostenendo che la riforma di Calderoli ormai «è una legge morta».«Ma quale morta: è vivissima, e lo sanno anche loro, tant’è vero che proseguono i tavoli di trattativa. Quando penso alla sinistra, mi viene in mente uno sketch di Lino Toffolo, che riporto nel mio libro, Autonomia, la rivoluzione necessaria».Quale?«Parlava delle mogli che chiedono ai mariti imprenditori di comprare la pelliccia. Ma poi, quando la pelliccia se la possono permettere anche gli operai, improvvisamente diventano animaliste. Così la sinistra: nasce federalista, e oggi che tutto il popolo vuole l’autonomia, loro diventano centralisti. Sono irrecuperabili. Noi vogliamo l’equa divisione del benessere; loro, l’equa divisione del malessere»Però dovrete comunque modificare la legge, nei punti evidenziati dalla Corte Costituzionale.«Sì, ma badiamo alla sostanza: la Corte chiede delle modifiche, ma prima ancora esige che il federalismo si concretizzi, fermo restando il dovere della solidarietà. La Consulta, nella sfida dell’autonomia, marcia insieme a noi, non contro. Nelle 107 pagine di sentenza la Consulta dichiara 25 punti del loro ricorso infondati e 13 inammissibili».Nel suo libro-manifesto, Autonomia, la rivoluzione necessaria, considera questa riforma come uno sbocco naturale per l’Italia. Perché?«Perché non possiamo tenerci un modello che non funziona più da tempo. Un Paese che ha 3.000 miliardi di debito pubblico, dove il futuro dei bambini dipende dalla regione di nascita, dove molti cittadini sono costretti a farsi la valigia per curarsi in altre regioni d’Italia, è già il Paese delle disuguaglianze, figlie di un sistema fallimentare».Continuano a dire che voi ricchi del Nord volete piantare in asso il resto del Paese.«Questa è la classica super-boiata. Di tutte quelle che ho sentito, è la più grande. Continuano a ripeterla come un disco rotto. Lo dichiaro di nuovo in stampatello: la cosiddetta secessione dei ricchi è illegale, e nessuno l’ha mai voluta. Nord e Sud sono legati insieme per la vita, nella buona e nella cattiva sorte. Siamo come gemelli siamesi».Però?«Però, come il Sud ha le sue questioni da risolvere, così anche il Nord. Dietro ogni ospedale aperto e funzionante, c’è anche il gettito fiscale che lo finanzia, ci sono le regioni virtuose con un saldo attivo, ci sono le buone amministrazioni che producono valore per tutta la comunità del Paese».Cosa chiede ai nemici dell’autonomia?«Nella foto di famiglia davanti alla Cassazione c’erano tutti i sostenitori del referendum: si vantavano di aver raccolto online poco più di un milione di firme, quando in Veneto noi abbiamo portato a votare, nel 2017, 2 milioni e 328.000 persone. Ai signori della foto di famiglia ho sempre chiesto: quand’è che renderete pubblica la vostra proposta alternativa sull’autonomia, firmata da tutti voi?».Le è mai arrivata una riga?«No, e mai arriverà. Perché tra loro c’è gente che di autonomia non vuole nemmeno sentir parlare. Questa è la verità, al di là delle polemiche. Il governo Berlusconi è caduto nel 2011, Meloni sale al potere nel 2022. In questi undici anni ha governato la sinistra, quasi ininterrottamente: dov’è la loro idea di autonomia? Io non l’ho mai vista. Delle due l’una: o non hanno le idee chiare, oppure ci prendono in giro».Oppure entrambe le cose?«Oggi pretendono che tutte le materie di competenza regionale siano subordinate alla definizione dei Lep (i livelli essenziali delle prestazioni, ndr). Ma è stato questo governo di centrodestra ad aver introdotto l’obbligo di definizione dei Lep, su 14 materie. La sinistra si strappa le vesti: ma quando poteva fare, non l’ha fatto».Altra sentenza: nel processo «tamponi rapidi», il tribunale di Padova assolve due dirigenti della sanità regionale veneta che erano accusati di falso, frode processuale e turbativa d’asta. Tutto partì da una denuncia del virologo Andrea Crisanti, oggi parlamentare del Partito democratico.«Quattro anni di indagini e processi per un’assoluzione con formula piena perché il fatto non sussiste lasciano l’amaro in bocca, perché la gogna pubblica dedicata a questi due dirigenti, onesti e persone perbene, ha distrutto la loro vita. Anche questa sentenza, come quella della Consulta, va rispettata».Si è visto in televisione il giuramento del neo presidente americano Donald Trump, con annesso discorso inaugurale esplosivo?«Di più, ho parlato con i miei amici americani che vivono a New York: tutti democratici, e tutti hanno votato Trump per la prima volta nella vita».E perché?«Perché ha puntato forte sull’ordine pubblico, quando in molti territori d’America la criminalità dilaga. Perché ha parlato molto di istruzione, anche se dall’Italia non ce ne siamo accorti. E poi perché, in virtù dell’America First, parla da amministratore delegato di un Paese che legittimamente vuole difendere da tutti i suoi nemici».Non vede rischi?«Inorridisco di fronte agli opinionisti italiani che, in spregio alle scelte elettorali, parlano di Trump come un dittatore. È semplicemente un decisionista, una specie che a noi europei suona poco familiare, abituati come siamo alla nomenklatura di Bruxelles. Gente che parla, ma non fa nulla».Trump ha tuonato anche contro il Green deal, che vede in prima fila l’Unione europea: lo definisce come «un imbroglio».«Magari usa toni coloriti, ma ha ragione. Tutti noi abbiamo a cuore l’ambiente: ma far credere che l’auto elettrica inquini meno del motore termico è una manovra menzognera».Prende a modello Donald Trump?«Su un punto sicuramente: la sua volontà di arrivare alla pace. Spero che l’amministrazione Trump ponga fine ai conflitti, a cominciare da quello in Ucraina. In quel caso, il premio Nobel per la pace se lo meriterebbe tutto. Molto più di Obama».Intanto, sulla base dei risultati di un sondaggio di pochi giorni fa, risulta che lei è apprezzato dal 73 per cento dei veneti. Non poco, per un’amministrazione che va avanti da diversi anni.«Mi rendo conto che è un caso atipico. Forse i veneti hanno compreso che nel mio lavoro ci metto il cuore e la faccia. E forse ha premiato il fatto che, ricoprendo questo ruolo, ho sempre voluto rappresentare anche chi non mi ha votato, senza politicizzazioni».Sul terzo mandato la Lega sembra compatta a fianco del segretario Matteo Salvini. Lei ha già dichiarato che «prevarrà il buon senso» ma «potrebbe accadere di tutto», alludendo a una possibile rottura nella maggioranza. Se lo immagina un Veneto senza la Lega alla guida?«Il segretario Salvini su questa storia ha parlato chiaro: vedremo come evolverà la vicenda, ma francamente non mi sento di aggiungere altro. Mancano mesi alle elezioni, io penso a governare. Ci sono i tempi per portare avanti una riflessione serena nella maggioranza, tenendo conto degli equilibri politici, e spero anche dei sentimenti del popolo veneto».Intanto in Veneto è partita una raccolta firme fra i cittadini perché lei possa essere ricandidato.«L’ho appreso anche io, ringrazio tanto chi mi sostiene. Anche questo è un esercizio di democrazia».Il Veneto possiamo considerarlo l’argenteria di famiglia della Lega? Quella a cui non si può rinunciare?«Effettivamente questa regione vanta il movimento leghista con più storia alle spalle. La Liga Veneta è ancor più antica della Lega Lombarda, ed è sicuramente un partito identitario: sette cittadini su dieci, qui, pensano e parlano in veneto, a prescindere dalla provenienza sociale. Da anni ci sono centinaia di sindaci e amministratori che si spendono su questo territorio per amministrarlo nell’interesse di tutti. Insomma è un partito vivissimo, oggi più di ieri».
Il toro iconico di Wall Street a New York (iStock)
Democratici spaccati sul via libera alla ripresa delle attività Usa. E i mercati ringraziano. In evidenza Piazza Affari: + 2,28%.
Il più lungo shutdown della storia americana - oltre 40 giorni - si sta avviando a conclusione. O almeno così sembra. Domenica sera, il Senato statunitense ha approvato, con 60 voti a favore e 40 contrari, una mozione procedurale volta a spianare la strada a un accordo di compromesso che, se confermato, dovrebbe prorogare il finanziamento delle agenzie governative fino al 30 gennaio. A schierarsi con i repubblicani sono stati sette senatori dem e un indipendente affiliato all’Asinello. In base all’intesa, verranno riattivati vari programmi sociali (tra cui l’assistenza alimentare per le persone a basso reddito), saranno bloccati i licenziamenti del personale federale e saranno garantiti gli arretrati ai dipendenti che erano stati lasciati a casa a causa del congelamento delle agenzie governative. Resta tuttavia sul tavolo il nodo dei sussidi previsti ai sensi dell’Obamacare. L’accordo prevede infatti che se ne discuterà a dicembre, ma non garantisce che la loro estensione sarà approvata: un’estensione che, ricordiamolo, era considerata un punto cruciale per gran parte del Partito democratico.
2025-11-10
Indivia belga, l’insalata ideale nei mesi freddi per integrare acqua e fibre e combattere lo stress
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In autunno e in inverno siamo portati (sbagliando) a bere di meno: questa verdura è ottima per idratarsi. E per chi ha l’intestino un po’ pigro è un toccasana.
Si chiama indivia belga, ma ormai potremmo conferirle la cittadinanza italiana onoraria visto che è una delle insalate immancabili nel banco del fresco del supermercato e presente 365 giorni su 365, essendo una verdura a foglie di stagione tutto l’anno. Il nome non è un non senso: è stata coltivata e commercializzata per la prima volta in Belgio, nel XIX secolo, partendo dalla cicoria di Magdeburgo. Per questo motivo è anche chiamata lattuga belga, radicchio belga oppure cicoria di Bruxelles, essendo Bruxelles in Belgio, oltre che cicoria witloof: witloof in fiammingo significa foglia bianca e tale specificazione fa riferimento al colore estremamente chiaro delle sue foglie, un giallino così delicato da sfociare nel bianco, dovuto a un procedimento che si chiama forzatura. Cos’è questa forzatura?
Zohran Mamdani (Ansa)
Nella religione musulmana, la «taqiyya» è una menzogna rivolta agli infedeli per conquistare il potere. Il neosindaco di New York ne ha fatto buon uso, associandosi al mondo Lgbt che, pur incompatibile col suo credo, mina dall’interno la società occidentale.
Le «promesse da marinaio» sono impegni che non vengono mantenuti. Il detto nasce dalle numerose promesse fatte da marinai ad altrettanto numerose donne: «Sì, certo, sei l’unica donna della mia vita; Sì, certo, ti sposo», salvo poi salire su una nave e sparire all’orizzonte. Ma anche promesse di infiniti Rosari, voti di castità, almeno di non bestemmiare, perlomeno non troppo, fatte durante uragani, tempeste e fortunali in cambio della salvezza, per essere subito dimenticate appena il mare si cheta. Anche le promesse elettorali fanno parte di questa categoria, per esempio le promesse con cui si diventa sindaco.
Ecco #DimmiLaVerità del 10 novembre 2025. Il deputato di Sud chiama Nord Francesco Gallo ci parla del progetto del Ponte sullo Stretto e di elezioni regionali.






