2023-09-01
«Pochi soldi per le armi»: rimpasto a Londra
Ben Wallace lascia Downing Street dopo le dimissioni da ministro della Difesa (Getty Images)
Il titolare della Difesa Ben Wallace, adirato per gli scarsi investimenti di Rishi Sunak, lascia: gli subentra l’ex ministro dell’Energia, inviso ai militari. Non cambia la posizione sull’Ucraina, che insiste: «Dateci 160 F-16». Vertice Roma-Tokyo sui caccia Tempest di sesta generazione.Non un fulmine a ciel sereno, ma uno squarcio che condizionerà il governo inglese nella gestione delle spese militari e che potrebbe avere un impatto a cascata sulle strategie future per quel che riguarda il sostegno militare del Regno Unito all’Ucraina. Le dimissioni di Ben Wallace da ministro della Difesa - annunciate a luglio in un’intervista al Sunday Times - sono da ieri una notizia ufficiale, comunicata con una lettera inviata al premier Rishi Sunak, a cui il militare cinquantatreenne ha manifestato la necessità di lasciare dopo quattro anni la carica «per tornare a dedicarsi alla famiglia» in quanto la sua carriera politica e militare «ha avuto un costo personale». Ragioni personali dunque, dietro le quali però ci sarebbe una malcelata delusione per la mancata successione nel ruolo di Segretario generale della Nato a Jens Stoltenberg, il cui contratto è stato prorogato di un anno, ma soprattutto per il taglio degli investimenti che a suo dire il governo inglese starebbe attuando nel settore della Difesa. L’ormai ex ministro aveva espresso più volte in pubblico questa insofferenza. A febbraio, a un anno esatto dall’invasione russa, disse che «l’esercito inglese era stato svuotato dal punto di vista finanziario per oltre 30 anni e che la guerra in Ucraina ne aveva messo a nudo le vulnerabilità». Nel suo messaggio di dimissioni Wallace, considerato tra i più atlantisti ma anche tra i più convinti e fermi sostenitori dell’invio di armi a Kiev, ha infatti offerto al governo il suo continuo sostegno raccomandando a Sunak di «non considerare la Difesa come una spesa discrezionale». Al suo posto è stato nominato l’ex ministro per la Sicurezza energetica Grant Shapps, definito il «jolly di Sunak» e al suo quinto incarico governativo nell’ultimo anno. Un nome che ha fatto discutere e che ha colto di sorpresa la stampa inglese, la quale aveva indicato tra i papabili alla successione di Wallace, il collega ex militare e attuale viceministro dell’Interno, Tom Tugendhat, o in alternativa il ministro delle Forze armate, James Heappey. La scelta di Shapps, inoltre, non sembrerebbe avere il favore di buona parte dell’esercito, con l’ex capo di stato maggiore Lord Dannatt che in un’intervista alla Bbc ha dichiarato che «Shapps sa molto poco di Difesa» e che «Wallace ha svolto in questi anni un eccellente lavoro che ora subirà una pausa». Tuttavia, il cambio al vertice della Difesa britannica non dovrebbe, almeno nell’immediato, modificare la posizione di Londra sul conflitto in Ucraina, ma è verosimile ipotizzare come un ridimensionamento della spesa militare possa avere un impatto a lungo termine su quella che sarà la fornitura di armi. Non a caso, il governo ucraino, tramite il ministro della Difesa, Oleksiy Reznikov, ha commentato così l’addio di Wallace: «Grazie per aver dato l’esempio sul sostegno all’Ucraina. La sua autorità ha ispirato altri Paesi. L’aiuto militare inglese ci ha aiutato a respingere la prima ondata di aggressione russa, a iniziare il riarmo con armi modello Nato e a lanciare l’offensiva». E se a Kiev ovviamente ringraziano, a Mosca salutano con scherno: «L’agente 006 ha lasciato senza gloria il campo di battaglia» ha scritto sul suo canale Telegram la portavoce del ministero degli esteri, Maria Zakharova - «Diciamo addio al personaggio responsabile della contaminazione radioattiva delle terre ucraine attraverso la fornitura di proiettili all’uranio impoverito al regime di Kiev».Intanto sul campo di battaglia si continua a combattere senza esclusione di colpi. «La guerra si sta spostando sempre più verso il territorio della Russia e non può essere fermata», ha detto ieri il consigliere del presidente Volodymyr Zelensky, Mychajlo Podolyak. Mentre il ministro degli Esteri, Dmytro Kuleba, ha parlato di «controffensiva diplomatica in corso», un’espressione che rafforza la tesi secondo cui Kiev sarebbe pronta a trattare alcune rinunce in cambio di un favorevole processo di integrazione nell’Unione europea e magari nella Nato. Zelensky è tornato invece a bussare alla porta dell’Ue per chiedere altri 160 caccia F-16, oltre ai 60 già promessi entro l’inizio del 2024. E a proposito di caccia, il ministero della Difesa italiano organizzerà prossimamente un incontro con il suo omologo giapponese per discutere dello sviluppo dei Tempest, i caccia di sesta generazione. Roma e Tokyo condividono già assetti strategici sui caccia di quinta generazione, come l’F-35 e il KC-767 e insieme al Regno Unito stanno collaborando sul Gcap, il Global combat air programme, ovvero un programma internazionale finalizzato alla realizzazione di una piattaforma da combattimento aereo di nuova generazione per operazioni multi-dominio. Non si tratta solo di un’opportunità politica, militare e industriale, ma anche di una risposta concreta al progetto franco-tedesco mai partito, o meglio mai decollato.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.