2023-08-09
Londra ferma la profilassi di massa. Niente vaccini gratis agli under 65
I sani tra i 50 e i 64 anni non riceveranno richiami gratuiti contro influenza e virus cinese, riservati ai fragili. Intanto uno studio stronca i trial di Astrazeneca: «Zero dati sugli effetti avversi a 15 giorni dalle punture».Basta richiami influenzali e anti Covid gratuiti per tutti gli under 65 del Regno Unito. Se vuole vaccinarsi, la popolazione sana di età compresa tra i 50 e i 64 anni dovrà pagarsi la somministrazione di tasca propria. Sono queste le nuove indicazioni del Comitato congiunto per la vaccinazione e l’immunizzazione (Jcvi), pubblicate martedì nella guida aggiornata sulla campagna d’autunno. Il ridimensionamento del programma antinfluenzale è un altro tentativo di riportare il Sistema sanitario nazionale inglese (Nhs) alla normalità, dopo la pandemia. «Il richiamo viene offerto a coloro che sono a più alto rischio di malattie gravi», ha dichiarato Mary Ramsay, direttrice dei programmi di sanità pubblica presso l’Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito. La Gran Bretagna si aspetta una delle peggiori stagioni influenzali di sempre, guardando alla situazione in Australia, eppure smette di vaccinare gratuitamente le persone non a rischio. Se vogliono prevenire il malanno stagionale, adesso dovranno pagare circa 20 sterline (23 euro) in farmacia. Ai bambini piccoli, ai bambini delle scuole elementari, alle donne incinte, ai residenti delle case di cura e agli assistenti sociali verranno comunque offerti vaccini antinfluenzali. Per quanto riguarda l’anti Covid, le autorità sanitarie inglesi hanno visto che lo scorso inverno solo il 51,7% della popolazione di età compresa tra 50 e 64 anni aveva fatto un richiamo, in calo rispetto al 77,6% dell’anno precedente. Considerando l’andamento del virus, affatto preoccupante, hanno deciso che era ora di smettere con campagne indifferenziate, dall’esito incerto (quando non comportano effetti avversi) e con alti costi per l’Nhs. Se osserviamo quanto sta accadendo negli Stati Uniti, dove le dichiarazioni del novembre scorso del segretario alla salute Xavier Becerra, nominato da Joe Biden, circa la necessità di vaccinarsi ogni due mesi sono state riconosciute prive di fondamento da parte del governo americano e che per il vicepresidente Kamala Harris un singolo richiamo proteggerebbe le persone dal Covid-19 per un anno intero, si comprende che sul tema nuove dosi da raccomandare regna la più grande incertezza. Perlomeno, il Regno Unito ha deciso di riservare la campagna d’autunno ai più fragili. Non si può più accettare che questi vaccini vengano sottratti ad accurate e trasparenti revisioni, mentre rimane il segreto sulla loro composizione. Proprio in questi giorni, medici, scienziati, economisti, psicologi e altri esperti accademici britannici, che fanno parte di Hartgroup.org, nato per condividere preoccupazioni sulle raccomandazioni politiche e di orientamento relative alla pandemia di Covid-19, hanno elencato i tanti punti oscuri e inquietanti di Astrazeneca. Vaccino non molto utilizzato in Italia, ma che ha lasciato una scia di morti che non si scordano, dalla diciottenne Camilla Canepa a Francesca Tuscano, giovane insegnante di 32 anni; da Stefano Paternò, 43 anni, capo scelto della Marina militare a Davide Villa, 50 anni, agente di polizia all’anticrimine. «L’efficacia dichiarata del vaccino Astrazeneca non si rifletteva nel mondo reale» scrivono gli studiosi nel lavoro pubblicato il 5 agosto e dal titolo What really happened in the Az trial? (Che cosa è successo in realtà durante i trial di AstraZeneca?). Sostengono che «le affermazioni di efficacia al 100% non avrebbero mai dovuto essere fatte sulla base di un solo decesso nel gruppo placebo. Prevenire un solo decesso dopo mesi di follow-up, dopo aver vaccinato migliaia di persone, dimostra l’efficacia molto bassa della vaccinazione nel mondo reale».Ricordano che, al momento della prima approvazione, l’analisi ad interim (che consente una precoce valutazione dell’efficacia del trattamento in studio) sul vaccino anglosvedese «aveva riportato sette eventi avversi a carico del sistema nervoso nel gruppo del vaccino rispetto ai quattro nel gruppo del placebo (i gruppi erano di dimensioni uguali in questo studio). Il gruppo vaccinato aveva un caso di sclerosi multipla e uno di mielite trasversa». Nel secondo studio di fase 3, ben 23 partecipanti hanno avuto eventi avversi a carico del sistema nervoso nel gruppo vaccinato, tra cui paralisi facciale, sindrome di Guillain-Barré e altre rare condizioni demielinizzanti. Gli autori definiscono anche «particolarmente preoccupante» l’assenza di dati dalle prime due settimane successive alla vaccinazione, periodo ad alto rischio di infezione. «Questa omissione potrebbe gonfiare l’efficacia percepita del vaccino». Senza contare che le sperimentazioni condotte in diversi Paesi hanno dato risultati molto diversi tra di loro e nessuna «evidenza di beneficio in Sud Africa, Cile o Perù». In tempi normali, osservano, questo risultato avrebbe posto fine a qualsiasi sperimentazione di fase 3. Invece, «quella era la stessa squadra che stava iniziando una sperimentazione del vaccino Astrazeneca sui bambini, prima ancora di avere dati sulla sicurezza negli adulti».Se fosse consentito accedere alla progettazione dello studio di tutti i vaccini anti Covid, per poi valutare risultati e segnalazioni di eventi avversi, nuovi richiami sarebbero raccomandati ovunque con minor disinvoltura.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)
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