2021-06-04
Logoramento ed elezioni anticipate. Conte dà il via al piano anti Draghi
Giuseppi vuole dividere la maggioranza durante il semestre bianco. E andare al voto nel 2022 con una lista di fedelissimi M5s. Per battere i ribelli è pronto a candidarsi alla Camera alle supplettive, al posto di Emanuela Del Re«Alle elezioni anticipate ci vanno lui e Casalino»: neanche il tempo di arrivare a prendersi ufficialmente la guida del M5s e Giuseppe Conte è già riuscito a mettersi contro il 90 per cento dei parlamentari, tra i quali il deputato di primo piano che alla Verità affida questa efficace considerazione. Il motivo? Semplice: sotto il ciuffo svolazzante, Giuseppi coltiva un sogno, o meglio un miraggio, quello di tornare a Palazzo Chigi il più presto possibile, ovvero l'anno prossimo, subito dopo l'elezione del nuovo presidente della Repubblica (o la riconferma di Sergio Mattarella). Per riuscirci, Conte ha intenzione di far cadere il governo guidato da Mario Draghi e di andare alle elezioni anticipate nella primavera 2022. Il piano di Conte, stando a quanto apprendiamo, consiste nel logorare il governo, iniziando a porre problemi e mettere sul tavolo temi divisivi, recuperare l'ala giustizialista e anti Draghi che fa capo ad Alessandro Di Battista, alzare i toni contro la Lega e arrivare ad agosto, quando inizierà il semestre bianco, a portare il M5s fuori dalla maggioranza. Una specie di Papeete di Giuseppi, che produrrebbe il risultato di indebolire in maniera decisiva il governo, approfittando del fatto che nei sei mesi precedenti l'elezione del nuovo inquilino del Colle non si possono sciogliere le Camere. Subito dopo l'elezione del presidente della Repubblica, in primavera, si andrebbe così alle elezioni anticipate, con Conte che, da capo politico dei grillini, avrebbe il potere di vita o di morte politica, ovvero di firmare le liste con i candidati alla Camera e al Senato. «Conte», spiega la nostra fonte, «sta già lavorando alle liste per le prossime politiche insieme al suo mentore, Guido Alpa. I nomi sui quali lavorano sono per lo più quelli di avvocati e docenti universitari, più qualche professionista e qualche imprenditore. Il bombardamento contro la Lega e il governo», aggiunge il big pentastellato, «sarà facilitato dal fatto che alle amministrative il M5s andrà da solo quasi ovunque. Conte ha intenzione di fare quello che fece Salvini nell'agosto 2019, quando la Lega fece cadere il governo gialloverde». Il disegno di Giuseppi è chiaro, anzi cristallino: alle elezioni anticipate della prossima primavera almeno metà dei candidati sicuri di essere eletti sarebbero sua diretta espressione. Altrettanto cristallina, naturalmente, è la rivolta dei parlamentari del M5s contro questo progetto targato Conte e Rocco Casalino, il quale non vede l'ora che si vada alle elezioni dato che si è messo in testa di diventare parlamentare. «Il ragionamento», dice alla Verità un'altra fonte parlamentare pentastellata, «è estremamente semplice. Il M5s alle prossime elezioni politiche, tra taglio dei parlamentari e crollo elettorale, dovrebbe prendere circa il 30 per cento degli eletti attuali. La metà di questo 30 per cento sarebbe tutta indicata personalmente da Conte. Ciò vuol dire», argomenta il deputato, «che soltanto il 15 per cento dei nostri parlamentari in carica avrebbe possibilità di rielezione, senza contare la questione del secondo mandato. Contro Conte è in atto, in queste ore, una vera e propria rivolta». Stando a quanto risulta alla Verità, il Pd ha già detto a Conte di non essere d'accordo con il suo progetto di trascinare l'Italia alle elezioni anticipate: in particolare, la corrente di Base riformista, composta dagli ex renziani e capitanata dal ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, e da Luca Lotti, non ha alcuna intenzione di fare da sponda a Giuseppi. Le ragioni della vera e propria allergia di Base riformista all'ipotesi di elezioni anticipate è identica a quella dei parlamentari grillini: se fosse l'attuale segretario, Enrico Letta, a compilare le liste, non ci sarebbe spazio per deputati e senatori vicini a Matteo Renzi. Considerato che, come anticipato dalla Verità, nel Pd è già iniziato il dopo Letta, con il neosegretario considerato già politicamente bollito e accusato di far perdere punti al partito praticamente ogni volta che apre bocca, ecco che il progetto di Giuseppi rischia non solo di isolarlo completamente dai suoi parlamentari, ma pure di mandare all'aria quel minimo di alleanza che dem e M5s, stanno tentando faticosamente di costruire. L'ex avvocato del popolo, però, ha fretta di andare al voto, non solo perché sogna di vincere le elezioni, ma anche perché è terrorizzato dalla prospettiva di essere rosolato a fuoco lento una volta ufficialmente alla guida del M5s. Su quali temi Giuseppi alzerà i toni contro Mario Draghi, fino ad arrivare all'incidente? Le ipotesi sono diverse, anche se in molti sono convinti che la rottura arriverà sulla giustizia o sui migranti. Temi roventi, destinati a diventare incandescenti in estate, e dunque potenzialmente terreno di battaglia sul quale logorare il governo, fino a provocare l'uscita del M5s dalla maggioranza. «Il piano», conclude la nostra fonte, «è destinato a infrangersi contro la rivolta dei parlamentari. Anche per questo Conte punta a farsi eleggere alla Camera alle suppletive, ma se ci riuscirà è tutto da vedere». Le suppletive alle quali fa riferimento il parlamentare sono quelle per sostituire la deputata Emanuela Del Re, nominata rappresentante speciale dell'Ue per il Sahel per la sua esperienza nel settore delle migrazioni. È stata eletta nel collegio uninominale di Roma Primavalle, dovrà lasciare il suo seggio a Montecitorio e si ipotizza che a subentrare alla fine potrebbe essere proprio Conte.
Il Gran Premio d'Italia di Formula 1 a Monza il 3 settembre 1950 (Getty Images)
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