2022-08-24
L’obbligo di nido non serve ai bambini ma a un progetto di Stato totalitario
La sparata statalista dei dem, con il supporto di alcuni pediatri e pedagogisti, di obbligare a spedire i nostri figli all’asilo serve affinché le madri possano farsi sfruttare sul lavoro e i piccoli diventino insicuri e manipolabili.Dobbiamo ringraziare la Provvidenza per l’esistenza di Enrico Letta. Benché appartenga al mondo della politica da molti anni, Enrico Letta ha conservato l’innocenza di un bambino piccolo, veramente piccolo. Negli anni in cui ha girato per le stanze della politica evidentemente non è riuscito ad afferrare la differenza tra cose che si possono dire e cose che non si possono dire. Ricordiamo sue affermazioni memorabili a proposito della cosiddetta pandemia: ci ha informato che nulla sarebbe più stato come prima: lui che accidente ne sapeva? Fa il virologo? In che senso nulla tornerà come prima? Abbiamo avuto nella nostra travagliata storia epidemie tragiche, la peste del Trecento, descritta da Giovanni Boccaccio, quella del Seicento, narrata da Alessandro Manzoni, colera, vaiolo, spagnola, altro colera, asiatica, meningite e tutto è sempre tornato come prima. Dopo l’arrivo dell’epidemia Covid-19 nulla è stato come prima da altri punti di vista: l’economia è stata presa a calci, centinaia di migliaia di imprese sono fallite, i bambini sono diventati ipocondriaci e disperati, i medici migliori sono stati sospesi, i malori improvvisi hnno mietuto vittime come in una guerra. Non è nemmeno certo che riusciremo a ricuperare le nostre libertà più elementari. Di sicuro non recupereremo mai più il livello economico perso. In quel periodo però, quando lui ha detto incosciamente la strana verità, la vulgata era l’opposto: andrà tutto bene. Ora fate sacrifici folli, mentre noi annientiamo i diritti costituzionali, e tutto tornerà come prima. Quindi è possibile che esista un luogo dove la gente non comune, diciamo l’élite oppure la cupola, tanto per indicare chi sta più in alto, si riunisce ed è possibile che questa élite o cupola sapesse da sempre, perché lo aveva stabilito lei, come sarebbe andata a finire la pandemia. Possiamo chiederci se lo ha stabilito alla comparsa della malattia o molto più verosimilmente prima, visto che la pandemia è sostenuta da un virus ingegnerizzato, ed è bizzarro che i grandi partiti e i grandi giornali non si chiedano chi diavolo è stato - e perché - a fare questa malefica impresa. Ascoltare Letta ci informa che c’era qualcuno che sapeva che questa influenza avrebbe modificato il mondo per sempre, portandolo a uno statalismo totale, all’annullamento delle libertà umane più elementari per un popolo in ginocchio, che mendica il lavoro, ipocondriaco e malato, con la polizia e carabinieri che massacrano di multe e disprezzo chi cerca di portare il bambino al parco. Letta ci ha anche detto che non dovevamo nemmeno sognarci che, anche con il vaccino, saremmo mai potuti tornare alla libertà del 2019: notare il voi. I veri uomini politici usano il noi: noi combatteremo, noi non ci arrenderemo mai dice Winston Churchill nel suo più celebre discorso, ma le élite, o cupola, usano il voi come il Marchese del Grillo. Eppure, in quel periodo, la vulgata era l’opposto. La vulgata era: una sola dose di vaccino, forse due, e tutto sarà come prima. Letta sapeva già? Evidentemente sì, come Roberto Speranza, che già sapeva che due dosi non sarebbero bastate e ha comprato il necessario per cinque dosi e mezzo a italiano, anche a costo di farle scadere. Letta è insignito della Legion d’onore, la più alta onorificenza francese. È una persona quindi che fa gli interessi della Francia, li fa ufficialmente. A giudicare dalle sue dichiarazioni dei redditi ha guadagni veramente molto alti perché ha lavorato presso l’Institut d’études politiques de Paris, che evidentemente paga stipendi da amministratore delegato a un signore che non fa l’amministratore delegato e che molto spesso è in Italia. Letta evidentemente è molto prezioso. Tengo corsi di complottismo per dilettanti. Letta è una delle materie, da dopo che ha spiegato che il vaccino è libertà, mentre noi cafoni pensavamo che la libertà fosse la libertà, e che se devi inocularti un farmaco sperimentale per poter lavorare o salire su un autobus, vuol dire che la tua libertà è già stata annientata. In preparazione alle elezioni, Letta dichiara che renderà gratuiti e obbligatori gli asili nido. È una notevole astuzia in campagna elettorale preannunciare degli obblighi. Andranno i carabinieri casa per casa a cercare i renitenti? L’asilo nido non è nell’interesse dei bambini. E neanche delle madri. È stato creato perché le madri possano andarsi a farsi sfruttare sul posto di lavoro, requisito indispensabile alla sopravvivenza dato che i salari sono stati abbattuti, e quindi ne occorrono due, quello di papà e quello di mamma, per mandare aventi una casa. Andare all’asilo impedisce l’allattamento al seno correttamente prolungato per almeno 12 mesi, allattamento che più di ogni altra cosa garantirà bambino un sistema immunitario forte, e un microbiota intestinale forte, dimezzando il rischio di cancro e di Alzheimer in età adulta. Su Internet numerosi siti spiegano come capire se il bambino subisce abusi all’asilo nido. È oggettivamente pericoloso allontanare da casa un bambino che ancora non verbalizza, che ancora cioè non è in grado di riferire se è stato picchiato. Questo il motivo per cui i bambini che ancora non parlano hanno gli ormoni da stress alti quando sono lontani dalla figura di riferimento, quando sono in mezzo a estranei. Gli educatori dell’asilo nido sono estranei. Il bambino all’asilo nido ha il cortisolo costantemente alto, motivo per cui si ammala più facilmente e spesso deve prendere gli antibiotici più di una volta in un anno. L’asilo nido è sempre esistito, è descritto per i figli delle schiave, in Alabama o in Brasile, per i figli delle prostitute, per i figli delle donne talmente disperate da dover lavorare e non avere nessun parente cui chiedere aiuto. Ora diventa obbligatorio, sarà obbligatorio quindi avere cortisolo alto ed ammalarsi facilmente. Il bambino torna dall’asilo nido con dei lividi. Fortunatamente la maggioranza delle volte non sono abusi ma i normali traumi accidentali di chi sta imparando a gattonare e a camminare. Anche questi lividi sono gravissimi: il bambino è caduto, si è fatto male, si è spaventato, e mamma non era vicino a lui per consolarlo. Si è creata una voragine. Il bambino non si fida più di mamma. Entrambi lo sconteranno nell’adolescenza, quando lui avrà linee auto aggressive e lei non potrà fermarlo. La sicurezza dei bambini si forma nello sguardo della madre su di loro. Dove la madre non c’è stata i bambini diventati adulti cercheranno disperatamente l’approvazione altrui, cioè diventano altamente manipolabili. Il bambino impara a regolare le sue emozioni nell’osservazione della madre. Se la madre non è vicina al bambino, se il bambino è separato da lei per un enorme numero di ore, c’è un rischio di disregolazione del sistema emotivo, che resta infantile e fragile, con la scontentezza e aggressività che si alternano come sulle montagne russe. Nelle parole di Letta possiamo leggere il progetto di uno Stato sempre più totalitario, che toglie i bambini delle madri per renderli insicuri, manipolabili, cagionevoli. La società pediatrica corre in soccorso. Le varie società di pediatria non si sono coperte di gloria quando si sono innamorate del latte in polvere, che è stato dichiarato migliore dell’allattamento materno, uno dei più grandi crimini della medicina. Quante decine di migliaia di bambini morti di gastroenterocolite o cresciuti con una salute cagionevole conclusasi poi malamente, sarebbero vissuti molto meglio se allattati? Ora alcuni pediatri affermano che il cibo del nido è migliore. Una madre e un padre comprano per il figlio il cibo migliore. Il nido è una mensa statale, c’è il cibo meno caro, somministrato da estranee, le educatrici sono estranee, a un bambino che quindi ha il cortisolo alto. Anche i pedagogisti arrivano in soccorso, affermando che chi sia stato deportato via da casa sua, tenuto a annoiarsi mentre era controllato da estranei, con il cortisolo a palla, diventa più intelligente e si vede con le prove Invalsi, una delle numerose sciagure della scuola italiana. Gli insegnanti non insegnano più la cultura e il pensiero libero, ma insegnano a superare i test Invalsi, come ovvio che succedesse, basati sul principio che meno pensi meglio è. Basta che tu sia capace di scegliere la risposta giusta. Se non lo avete ancora letto, questo è il momento di leggere La Fattoria degli Animali di George Orwell. Lo Stato manda i suoi mastini a sequestrare i bimbi piccolissimi proprio per trasformarli in suoi servi.
Nel riquadro Roberto Catalucci. Sullo sfondo il Centro Federale Tennis Brallo
Sempre più risparmiatori scelgono i Piani di accumulo del capitale in fondi scambiati in borsa per costruire un capitale con costi chiari e trasparenti. A differenza dei fondi tradizionali, dove le commissioni erodono i rendimenti, gli Etf offrono efficienza e diversificazione nel lungo periodo.
Il risparmio gestito non è più un lusso per pochi, ma una realtà accessibile a un numero crescente di investitori. In Europa si sta assistendo a una vera e propria rivoluzione, con milioni di risparmiatori che scelgono di investire attraverso i Piani di accumulo del capitale (Pac). Questi piani permettono di mettere da parte piccole somme di denaro a intervalli regolari e il Pac si sta affermando come uno strumento essenziale per chiunque voglia crearsi una "pensione di scorta" in modo semplice e trasparente, con costi chiari e sotto controllo.
«Oggi il risparmio gestito è alla portata di tutti, e i numeri lo dimostrano: in Europa, gli investitori privati detengono circa 266 miliardi di euro in etf. E si prevede che entro la fine del 2028 questa cifra supererà i 650 miliardi di euro», spiega Salvatore Gaziano, responsabile delle strategie di investimento di SoldiExpert SCF. Questo dato conferma la fiducia crescente in strumenti come gli etf, che rappresentano l'ossatura perfetta per un PAC che ha visto in questi anni soprattutto dalla Germania il boom di questa formula. Si stima che quasi 11 milioni di piani di risparmio in Etf, con un volume di circa 17,6 miliardi di euro, siano già attivi, e si prevede che entro il 2028 si arriverà a 32 milioni di piani.
Uno degli aspetti più cruciali di un investimento a lungo termine è il costo. Spesso sottovalutato, può erodere gran parte dei rendimenti nel tempo. La scelta tra un fondo con costi elevati e un Etf a costi ridotti può fare la differenza tra il successo e il fallimento del proprio piano di accumulo.
«I nostri studi, e il buon senso, ci dicono che i costi contano. La maggior parte dei fondi comuni, infatti, fallisce nel battere il proprio indice di riferimento proprio a causa dei costi elevati. Siamo di fronte a una realtà dove oltre il 90% dei fondi tradizionali non riesce a superare i propri benchmark nel lungo periodo, a causa delle alte commissioni di gestione, che spesso superano il 2% annuo, oltre a costi di performance, ingresso e uscita», sottolinea Gaziano.
Gli Etf, al contrario, sono noti per la loro trasparenza e i costi di gestione (Ter) che spesso non superano lo 0,3% annuo. Per fare un esempio pratico che dimostra il potere dei costi, ipotizziamo di investire 200 euro al mese per 30 anni, con un rendimento annuo ipotizzato del 7%. Due gli scenari. Il primo (fondo con costi elevati): con un costo di gestione annuo del 2%, il capitale finale si aggirerebbe intorno ai 167.000 euro (al netto dei costi). Il secondo (etf a costi ridotti): Con una spesa dello 0,3%, il capitale finale supererebbe i 231.000 euro (al netto dei costi).
Una differenza di quasi 64.000 euro che dimostra in modo lampante come i costi incidano profondamente sul risultato finale del nostro Pac. «È fondamentale, quando si valuta un investimento, guardare non solo al rendimento potenziale, ma anche e soprattutto ai costi. È la variabile più facile da controllare», afferma Salvatore Gaziano.
Un altro vantaggio degli Etf è la loro naturale diversificazione. Un singolo etf può raggruppare centinaia o migliaia di titoli di diverse aziende, settori e Paesi, garantendo una ripartizione del rischio senza dover acquistare decine di strumenti diversi. Questo evita di concentrare il proprio capitale su settori «di moda» o troppo specifici, che possono essere molto volatili.
Per un Pac, che per sua natura è un investimento a lungo termine, è fondamentale investire in un paniere il più possibile ampio e diversificato, che non risenta dei cicli di mercato di un singolo settore o di un singolo Paese. Gli Etf globali, ad esempio, che replicano indici come l'Msci World, offrono proprio questa caratteristica, riducendo il rischio di entrare sul mercato "al momento sbagliato" e permettendo di beneficiare della crescita economica mondiale.
La crescente domanda di Pac in Etf ha spinto banche e broker a competere offrendo soluzioni sempre più convenienti. Oggi, è possibile costruire un piano di accumulo con commissioni di acquisto molto basse, o addirittura azzerate. Alcuni esempi? Directa: È stata pioniera in Italia offrendo un Pac automatico in Etf con zero costi di esecuzione su una vasta lista di strumenti convenzionati. È una soluzione ideale per chi vuole avere il pieno controllo e agire in autonomia. Fineco: Con il servizio Piano Replay, permette di creare un Pac su Etf con la possibilità di ribilanciamento automatico. L'offerta è particolarmente vantaggiosa per gli under 30, che possono usufruire del servizio gratuitamente. Moneyfarm: Ha recentemente lanciato il suo Pac in Etf automatico, che si aggiunge al servizio di gestione patrimoniale. Con versamenti a partire da 10 euro e commissioni di acquisto azzerate, si posiziona come una valida alternativa per chi cerca semplicità e automazione.
Ma sono sempre più numerose le banche e le piattaforme (Trade Republic, Scalable, Revolut…) che offrono la possibilità di sottoscrivere dei Pac in etf o comunque tutte consentono di negoziare gli etf e naturalmente un aspetto importante prima di sottoscrivere un pac è valutare i costi sia dello strumento sottostante che quelli diretti e indiretti come spese fisse o di negoziazione.
La scelta della piattaforma dipende dalle esigenze di ciascuno, ma il punto fermo rimane l'importanza di investire in strumenti diversificati e con costi contenuti. Per un investimento di lungo periodo, è fondamentale scegliere un paniere che non sia troppo tematico o «alla moda» secondo SoldiExpert SCF ma che rifletta una diversificazione ampia a livello di settori e Paesi. Questo è il miglior antidoto contro la volatilità e le mode del momento.
«Come consulenti finanziari indipendenti ovvero soggetti iscritti all’Albo Ocf (obbligatorio per chi in Italia fornisce consigli di investimento)», spiega Gaziano, «forniamo un’ampia consulenza senza conflitti di interesse (siamo pagati solo a parcella e non riceviamo commissioni sui prodotti o strumenti consigliati) a piccoli e grandi investitore e supportiamo i clienti nella scelta del Pac migliore a partire dalla scelta dell’intermediario e poi degli strumenti migliori o valutiamo se già sono stati attivati dei Pac magari in fondi di investimento se superano la valutazione costi-benefici».
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