2024-01-26
Lo stop all’affare Ita aiuta Macron contro Londra e Madrid
Il rinvio della cessione a Lufthansa giustifica il no all’operazione Air Europa-Iag che danneggia Parigi. L’antitrust è filofrancese.L’ennesimo rinvio da parte dell’Antitrust Ue alle nozze tra Ita e Lufthansa ha motivazioni che vanno al di là della semplice ricognizione sull’impatto nella concorrenza per le le rotte a corto e lungo raggio, come vorrebbe far credere l’autorità con il suo scarno comunicato. Sull’accordo tra quello che resta dell’ex compagnia di bandiera italiana e il vettore tedesco si gioca una partita che vede coinvolto il riassetto del mercato del trasporto aereo, i governi di riferimento (trattandosi di potere economico) e non da ultimi gli equilibri interni alla Commissione per la concorrenza. Per capire la posta in gioco sullo scacchiere di cui Ita è una pedina strategica, bisogna partire da una data: 31 maggio 2024. In questo giorno scade l’accordo tra Ita e Lufthansa finalizzato al passaggio del 41% alla compagnia tedesca. Bruxelles, appellandosi alle normative in vigore, si è data 90 giorni lavorativi, quindi fino al 6 giugno prossimo per adottare una decisione. La Commissione Ue sa bene che questo vuol dire far decadere l’accordo definito un anno fa e rimettere tutto in gioco. Lufthansa ha tutte le rigidità di una società quotata e dovrebbe riaprire una due diligence su Ita, riesaminare i conti aggiornati e mettere il silenziatore a una fronda interna in consiglio, contraria all’acquisizione di Ita. «Un’operazione che a dir poco, potrebbe richiedere almeno tre mesi. Quindi prima di settembre tutto resterebbe congelato», spiega Cristiano Spazzali, esperto di trasporto aereo ed ex direttore generale di Azzurra Air. Anche per il ministero dell’Economia, l’allungamento dei tempi è una grana perché significa dover versare altri soldi. Nel frattempo, ci sarebbero le elezioni europee e altri equilibri verrebbero a crearsi nelle istituzioni comunitarie. Bisogna tenere a mente questo aspetto che è una pedina sullo scacchiere dell’operazione Ita-Lufthansa. In che modo?C’è un’altra operazione che attende il via libera di Bruxelles: l’acquisizione dell’80% di Air Europa (compagnia spagnola che serve il medio e lungo raggio e molto forte nelle tratte tra Spagna e America Latina) da parte di Iag (International Airlines Group) proprietario di British Airways, Iberia e Vueling. Guarda caso, in contemporanea con il dossier Ita-Lufthansa, anche questa operazione, è stata mandata ai tempi supplementari perché la Commissione vuole vederci chiaro sempre per gli effetti sulla concorrenza. Anche in questo caso l’Antitrust si è data tempo fino a giugno, il 7, proprio in coincidenza delle elezioni europee.Ma come mai le istituzioni Ue che per anni hanno sbandierato la strategia della creazione di grandi gruppi, ripetendo che singoli vettori non possono reggere la concorrenza dei colossi asiatici, improvvisamente frenano sulle acquisizioni? La risposta è chi ci guadagna da questa battuta d’arresto.L’acquisizione di Air Europa sarebbe una spina nel fianco per Air France dal momento che sposterebbe il baricentro dei voli verso i poco amati cugini inglesi, comprimendo il suo raggio d’azione alla sola Europa tagliandola fuori dal mercato più redditizio che è il lungo raggio. Air France resterebbe isolata. Cosa c’entra la partita di Iag con Ita? C’entra eccome. A pensare male, come suggerisce una fonte vicina al dossier, si può ritenere che fallendo o allungando i tempi di Ita, anche l’acquisizione di Air Europa potrebbe incanalarsi su un binario morto a vantaggio di Air France. Per mettere a segno questo passaggio si sarebbe mosso anche il governo di Parigi. I francesi quando ci sono grandi interessi in gioco, e il traffico aereo è uno di questi, vanno avanti come panzer. Spazzali ricorda alcuni passaggi chiave: «Quando il commissario europeo alla Concorrenza e vicepresidente esecutivo del gabinetto von der Leyen, Margrethe Vastager, puntando sulla guida della Banca europea per gli investimenti, a settembre scorso prese un periodo di congedo, le sue deleghe per la concorrenza furono affidate al commissario per la Giustizia, il belga Didier Reynders molto vicino al presidente francese Macron. Nelle sue mani è transitato il dossier Ita e da quel momento è cominciata la frenata. La Vastager una volta tornata alla Concorrenza dopo la sconfitta per la Bei, ha trovato che l’operazione della cessione aveva preso un certo canale e non volendo inimicarsi i francesi e i Paesi nell’orbita di Parigi, guardando in prospettiva alle elezioni europee, ha continuato su quella strada». Creare un precedente con Ita sarebbe utile ad annacquare l’operazione Iag. La sincronia dei tempi dei due dossier è singolare. Iag dal canto suo preme e già a dicembre si sarebbe reso disponibile ad apportare ampie misure correttive (come riferito da Reuters) ma a quanto pare non sono bastate. E i tedeschi? All’interno di Lufthansa pare ci siano frizioni. Secondo indiscrezioni, la Commissione avrebbe suggerito ai tedeschi di fare un’operazione simile a quella per il salvataggio di Sas, quando a ottobre scorso Air France-Klm è entrata nel capitale azionario della Scandinavian Airlines prendendo il 19,9%. La transizione prevedeva anche che la compagnia scandinava aderisse all’alleanza SkyTeam, di cui Air France-Klm è membro fondatore, uscendo dalla Star Alliance. E siccome non è una quota significativa non era necessaria la notifica alla Commissione. Il problema però, nel caso di Ita, è che quell’ipotetico 20% lascerebbe la gestione della compagnia agli italiani. Quindi i tedeschi hanno risposto picche. Spazzali riassume la situazione così: «C’è Air France che vuole rafforzarsi, neutralizzando i competitor anglo-spagnoli, Lufthansa combattuta al suo interno tra i contrari a Ita e coloro che vedono nella compagnia l’opportunità per espandersi e contendere ai francesi il lungo raggio e Ita che entrando nell’orbita Lufthansa potrebbe usufruire di un sistema organizzativo efficiente. Il meccanismo delle prenotazioni, costato una fortuna ai tedeschi, è all’avanguardia». Tanti interessi in gioco, tutti contrapposti che si intrecciano con la partita elettorale europea.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.