2024-05-23
«Lo Stato investirà nelle quotate in Borsa»
Giulio Centemero (Imagoeconomica)
Il parlamentare della Lega Giulio Centemero: «Pronto un emendamento per portare il fondo di fondi a Piazza Affari con l’obiettivo di garantire risorse ai piccoli e medi gruppi italiani. Servono cultura finanziaria e regole che non facciano scappare le società all’estero».Attrarre nuovi capitali in Borsa per le piccole e medie imprese italiane. È l’idea di Giulio Centemero, parlamentare della Lega che si sta battendo far crescere il mercato dei capitali portando nuova liquidità alle aziende quotate a Piazza Affari. Come ha spiegato alla Verità, l’obiettivo è quello di fornire agli operatori che operano sul mercato italiano gli stessi strumenti che hanno permesso alle altre piazze finanziarie di crescere di più di quella milanese. Ora l’emendamento è pronto per essere accolto dal prossimo veicolo normativo con la supervisione del Mef.Come funziona la proposta di portare il fondo di fondi a Piazza Affari?«Partiamo dal fatto che oggi (ieri per chi legge, ndr) c'è stata l'assemblea annuale Assonext, alla Camera, alla Sala della Regina. L’anno scorso avevamo lanciato l’idea del Ddl capitali e poi è diventata realtà. Stamattina abbiamo detto che stiamo lavorando sul fondo di fondi. È un tema che trattiamo già dal 2018. Avevo già provato a presentare un emendamento che prevedeva una modifica del regolamento sul patrimonio destinato, in modo che tramite l’Oicr (fondi) si possa investire su small mid-cap italiane, sul paniere Euronext Growth Milan e anche sugli altri listini. Quindi, di fatto si parte da quello che già esiste, un patrimonio destinato che però ha un regolamento che consente poca flessibilità e riesce a sostanzialmente a individuare pochi target». Quindi cosa vi ha spinto a portare avanti questo emendamento?«Il punto è che, a fronte di un’offerta che vede un mercato sottodimensionato in rapporto al Pil e rispetto agli altri Paesi europei, a partire dal 2014 il saldo tra listing e delisting è negativo di 80 miliardi in termini di capitalizzazione. In larga parte si tratta di risparmio delle famiglie. È la cifra più alta in Europa e vale sette volte il Pnrr. In Italia c’è poi una solida industria di wealth management, costituita da soggetti leader come Fineco, Banca Generali, Fideuram, Mediolanum. Però c’è una limitata presenza di investitori istituzionali. I maggiori investitori istituzionali globali, come Fidelity o BlackRock, hanno una presenza radicata in Italia, che però è veicolata da risparmio privato nei fondi gestiti all’estero. Quindi, il tema è che già con il Ddl capitali si sono introdotte le novità che favoriscono la quotazione. Però dobbiamo unire offerta e domanda. L’obiettivo è che si comincino a sottoscrivere fondi che investono prevalentemente in società di piccola e media dimensione italiane, così da dare una mano alla congiunzione tra offerta e domanda. Così si crea anche una classe di professionisti abituati, magari con fondi anche piccoli, però specializzati sul mercato italiano. Quindi si favorisce anche l'educazione finanziaria. Questo è solo l’inizio di un percorso». Quali sono le differenze con gli altri Paesi europei quanto a fondi di fondi che aiutino a portare liquidità alle Pmi?«Rispetto agli altri Paesi europei siamo chiaramente indietro. Francia, Germania, per non parlare del Regno Unito, son ben più avanti. Però va detto che c’è una cultura finanziaria diversa. Infatti, nel Ddl capitali c’è l’educazione finanziaria anche un po’ per questo. Perché se noi abbiamo tanto risparmio, ma in Francia e in Spagna i cittadini investono di più, allora c'è anche un problema culturale. Forse noi abbiamo sempre concepito l’equity come quello che mettiamo nella nostra azienda e il debito su tutto il resto. L’idea è quella di avere un anchor investor istituzionale che attragga investitori internazionali e anche domestici sui fondi che nasceranno o che verranno finanziati. Vediamo per esempio che nel Regno Unito, dove c’è una Borsa molto più capitalizzata. Fondi pensioni e casse previdenziali si sono impegnati a investire sul mercato domestico una percentuale del loro investito». In effetti Borsa Italiana è un mercato piccolo. «Servono dei market mover. Al momento c’è questo emendamento e stiamo cercando un veicolo normativo che sia adatto. Dopodiché ovviamente i vari stakeholders istituzionali cominceranno un dialogo con il mercato».Qual è, dunque, il vostro obiettivo?«Portare liquidità sul nostro mercato, condizione necessaria per la crescita del Paese. Essere i primi a dotarsi di determinate regole come abbiamo fatto con il Ddl Capitali rispetto al Listing Act, come ad esempio il voto multiplo. Il Listing Act è stato concordato, nella sua versione finale, nell’ultima seduta del Parlamento europeo, mentre il Ddl capitali è entrato in vigore ben prima, fornendoci un vantaggio competitivo. L’altro tema è che se alcune società che erano o che sono quotate in Italia sono attratte dai mercati esteri, è perché in quei mercati ci sono delle norme che le attraggono. Noi dobbiamo dotare la cassetta degli attrezzi dei nostri operatori, degli stessi utensili che hanno gli operatori in altri Paesi. Del resto, alcune società sono andate via dall’Italia per il voto multiplo. La Francia ha usato il voto maggiorato per fare politica industriale, come nel caso di Stellantis e allora anche noi dobbiamo utilizzare gli stessi strumenti».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.