2024-12-10
L’Italia sospende l’esame delle richieste d’asilo
Mezza Europa si blinda temendo l’esodo. L’Ue: «Non sappiamo se il Paese può essere definito sicuro».L’Italia, così come Germania, Austria, Grecia, Danimarca, Norvegia, Belgio e Svezia, ma anche Regno Unito e Svizzera, sospende i procedimenti riguardanti le richieste di asilo dalla Siria. Lo comunica Palazzo Chigi: «Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni», recita la nota diffusa ieri sera, «al termine del Consiglio dei ministri, ha presieduto a Palazzo Chigi un vertice per valutare l’evoluzione della situazione in Siria, le sue prime implicazioni e le relative misure da adottare. Alla riunione hanno partecipato il vice presidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il ministro della Difesa Guido Crosetto, il sottosegretario Alfredo Mantovano, autorità delegata per i servizi di sicurezza, e i vertici dei servizi segreti. In un momento in cui i combattimenti ancora proseguono in alcune regioni della Siria, la riunione ha ribadito l’assoluta priorità attribuita all’incolumità dei civili e alla necessità di assicurare una transizione pacifica e inclusiva. Particolare attenzione è stata riservata alla sicurezza dei cittadini italiani, alla tutela dei cristiani e di tutte le minoranze. Nel corso del vertice», prosegue il comunicato, «il governo ha stabilito, analogamente a quanto fatto da altri partner europei, di sospendere i procedimenti circa le richieste di asilo dalla Siria. Nel decidere di mantenere la presenza diplomatica a Damasco, l’esecutivo esprime profonda gratitudine a tutto il personale della nostra sede diplomatica». Sul fronte delle richieste di asilo da parte di cittadini siriani, quindi, in Europa (come spesso accade) si procede in ordine sparso, mentre, socraticamente, la Commissione europea ammette di non sapere: «I rifugiati siriani», risponde a precisa domanda il portavoce della Commissione europea per la politica estera, Anouar El Anouni, «sognano da 10 anni di poter tornare nel loro Paese e ci sono elementi che fanno ben sperare, ma al momento è prematuro valutare gli effetti sulla dimensione migratoria. Il rientro o meno nel Paese è una decisione individuale, per ora giudichiamo che non ci siano le condizioni per rimpatri sicuri e dignitosi in Siria».La Siria, quindi, per la Ue «per il momento» non è un Paese sicuro, una posizione che non sorprende considerato che nessuno è in grado, in queste ore, di prevedere l’evoluzione della situazione politica. In sostanza, si oscilla tra due scenari opposti: il timore di un ulteriore esodo e la speranza di un ritorno in patria di milioni di sfollati. Uno dei leader di Hts, Hasan Abdul Ghani, ha utilizzato X per rivolgere un appello a chi è fuggito dal regime: «Agli sfollati di tutto il mondo, la Siria libera vi attende». Le tv hanno trasmesso le immagini di file chilometriche di auto con a bordo sfollati siriani che stanno facendo ritorno in patria. Intanto, come dicevamo, in Europa ognuno va per conto suo.Italia, Germania , Austria, Grecia, Danimarca, Norvegia , Belgio e Svezia, così come Regno Unito e Svizzera, ieri hanno bloccato le procedure per i richiedenti asilo siriani. Secondo un funzionario dell’Ufficio federale per le Migrazioni e i rifugiati tedesco, interpellato dal quotidiano Der Spiegel, come riporta l’Agi, «la situazione in Siria è poco chiara, e prevedere come evolverà politicamente è troppo difficile quindi al momento non è possibile formulare valutazioni affidabili». Sono poco meno di 50.000 le richieste di asilo sospese, e ricordiamo che la Germania ospita più di un milione di siriani. «La fine della brutale tirannia del dittatore siriano Assad», afferma Nancy Faeser, ministro dell’Interno tedesco, come riporta l’Adnkronos, «è un grande sollievo per i molti che hanno subito torture, terrore, omicidi. Molti rifugiati siriani finalmente sperano ora di poter rientrare e ricostruire il loro Paese», ha aggiunto la Faeser, «tuttavia, la situazione in Siria è attualmente molto poco chiara. Per questo motivo non sono prevedibili specifiche opzioni di rimpatrio e sarebbe discutibile fare illazioni su questo in una situazione così instabile». Stop dunque agli esponenti della Cdu/Csu che già parlavano di voli charter da organizzare per rimpatriare i siriani. L’Austria fa un passo in più, bloccando le richieste di asilo da parte di cittadini siriani. Secondo quanto riporta La Presse, le richieste in attesa di definizione che verranno congelate sono circa 7.300. Sospesi anche i ricongiungimenti familiari, mentre si pensa già a espulsioni. Estremamente pragmatico nel suo ragionamento, come di consueto, il leader dell’ultradestra olandese Geert Wilders: «Se i siriani nei Paesi Bassi esultano per la nuova situazione in Siria», scrive Wilders su X, rivolgendosi al premier, «possono anche essere rimandati indietro. Presidente Schoof decida immediatamente il blocco dell’asilo per i siriani!». Il ministro dell’Interno britannico, Yvette Cooper, da parte sua, comunica che il Regno Unito ha «sospeso le decisioni in materia di asilo sui casi provenienti dalla Siria mentre l’Home Office esamina e monitora la situazione attuale». Nelle prossime ore anche la Francia dovrebbe sospendere la possibilità per i siriani di presentare richiesta di asilo.
Nicolas Maduro e Hugo Chavez nel 2012. Maduro è stato ministro degli Esteri dal 2006 al 2013 (Ansa)
Un disegno che ricostruisce i 16 mulini in serie del sito industriale di Barbegal, nel Sud della Francia (Getty Images)
Situato a circa 8 km a nord di Arelate (odierna Arles), il sito archeologico di Barbegal ha riportato alla luce una fabbrica per la macinazione del grano che, secondo gli studiosi, era in grado di servire una popolazione di circa 25.000 persone. Ma la vera meraviglia è la tecnica applicata allo stabilimento, dove le macine erano mosse da 16 mulini ad acqua in serie. Il sito di Barbegal, costruito si ritiene attorno al 2° secolo dC, si trova ai piedi di una collina rocciosa piuttosto ripida, con un gradiente del 30% circa. Le grandi ruote erano disposte all’esterno degli edifici di fabbrica centrali, 8 per lato. Erano alimentate da due acquedotti che convergevano in un canale la cui portata era regolata da chiuse che permettevano di controllare il flusso idraulico.
Gli studi sui resti degli edifici, i cui muri perimetrali sono oggi ben visibili, hanno stabilito che l’impianto ha funzionato per almeno un secolo. La datazione è stata resa possibile dall’analisi dei resti delle ruote e dei canali di legno che portavano l’acqua alle pale. Anche questi ultimi erano stati perfettamente studiati, con la possibilità di regolarne l’inclinazione per ottimizzare la forza idraulica sulle ruote. La fabbrica era lunga 61 metri e larga 20, con una scala di passaggio tra un mulino e l’altro che la attraversava nel mezzo. Secondo le ipotesi a cui gli archeologi sono giunti studiando i resti dei mulini, il complesso di Barbegal avrebbe funzionato ciclicamente, con un’interruzione tra la fine dell’estate e l’autunno. Il fatto che questo periodo coincidesse con le partenze delle navi mercantili, ha fatto ritenere possibile che la produzione dei 16 mulini fosse dedicata alle derrate alimentari per i naviganti, che in quel periodo rifornivano le navi con scorte di pane a lunga conservazione per affrontare i lunghi mesi della navigazione commerciale.
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Viktor Orbán durante la visita a Roma dove ha incontrato Giorgia Meloni (Ansa)
Francesca Albanese (Ansa)