2020-11-23
«Nella mia Calabria lo Stato è assente»
L'imprenditore Santo Versace: «Se Roma facesse il suo dovere, cioè portare legalità, sicurezza e lavoro, saremmo la prima regione d'Italia. Bisogna mandare subito l'esercito nelle strade e la Guardia di finanza a controllare la sanità».Santo Versace, imprenditore, ex parlamentare, simbolo della Calabria…«Per favore, non mi chieda dei commissari della sanità».Nemmeno dell'ultimo, l'ex rettore Gaudio la cui moglie non vuole trasferirsi a Catanzaro?«Questa è una barzelletta. Il problema di Gaudio è il clamore dell'inchiesta a suo carico. Comunque lasciamo perdere».Parliamo del presidente della Commissione antimafia Morra, per il quale i calabresi avendo votato Jole Santelli malata «si meritano il caos»?«Morra ha straparlato senza collegare il cervello, ma non sprechiamo il nostro tempo per parlare di lui».Che cosa sta succedendo nella sua regione?«Sono tutte conseguenze dell'assenza dello Stato».Che cosa deve fare lo Stato?«Semplicemente il suo dovere, che è quello di garantire la sicurezza ai cittadini, dare tranquillità e creare le condizioni perché le persone possano lavorare nel rispetto delle leggi come un Paese civile. Se in Calabria ci fosse lo Stato di diritto ci sarebbe la piena occupazione. Lo Stato ha tutti gli strumenti per fare il suo dovere: perché non lo fa?».Già, perché?«Abbiamo le montagne più belle del mondo: il massiccio del Pollino, la Sila, le Serre, l'Aspromonte stupendo che sprofonda nei due mari. Dalla cima dell'Aspromonte vedi Ionio e Tirreno. Abbiamo 780 chilometri di coste e 15.000 chilometri quadrati di paesaggi meravigliosi. Abbiamo una storia antichissima, arricchita dalla tradizione della Magna Grecia, araba, bizantina, normanno-sveva».Lei è un ottimo promoter della sua terra.«In Calabria si parlano 4 lingue: l'occitano, l'arberesh, il grecanico oltre naturalmente all'italiano. Sono moltissimi i calabresi di genio, è la terra di Pitagora, Tommaso Campanella, Bernardino Telesio, Corrado Alvaro, Gianni Amelio, Mimmo Calopresti che di recente ha fatto un film bellissimo, Aspromonte la terra degli ultimi, fino a Leopoldo Trieste, che lavorò con Fellini, Germi, Tornatore e con Francis Ford Coppola. Un diplomatico francese del 1800, Domenique Vivant Denon, durante una missione in Italia per conto di Napoleone definì la Calabria “la terra di ogni bene"».Si fermi.«Glielo dico da calabrese al mille per cento: quest'estate ho passato le vacanze a Lazzaro, sulla costa ionica poco distante da Reggio, ed è stata forse la vacanza più bella in tutti i 76 anni della mia vita. Qui a Roma siamo 3 milioni e mezzo di persone tutte accalcate, la Calabria ha meno di 2 milioni di abitanti. Che ci manca per essere il posto più bello del mondo?».Lei che risposta dà? Che cosa manca alla Calabria?«Lo Stato! Manca lo Stato. E i calabresi devono andarsene lontano per combinare qualcosa di buono. Ma non è un problema soltanto di oggi. Sa dov'ero 50 anni fa?».Non ne ho idea.«A Caserta, alla scuola allievi ufficiali di cavalleria mentre Reggio Calabria era in preda alle rivolte popolari contro un governo di criminali. Per frenare la ribellione ci mandarono addosso i carri armati e i mezzi corazzati. Erano momenti caldi».Lo Stato garantì sicurezza.«Ma un conto è la criminalità fisiologica, un altro quella patologica».Perché lo Stato ha abbandonato la Calabria?«Avrà altri interessi cui pensare».Lei che cosa farebbe per la sanità calabrese?«Non abbiamo la guardia di finanza che viene a controllare i bilanci nelle aziende private? E non è un suo diritto controllare anche la sanità calabrese? Non ci sono ispettori al ministero dell'Economia? Perché non li mandano? Avessi il potere di mandarli, lo farei subito».Quindi intensificherebbe i controlli.«Ci sono polizia, carabinieri, l'esercito: una volta le truppe erano schierate al confine con la Jugoslavia ma dopo la caduta del Muro di Berlino il nuovo fronte è il Mediterraneo».Schiererebbe l'esercito?«Che mandiamo a fare i militari e i servizi segreti all'estero? Teniamoli in Italia a combattere e sconfiggere il nemico interno con le nuove tecnologie. Spostiamo i soldati dove c'è bisogno, a disposizione e a supporto delle forze dell'ordine. Sa quanti problemi toglierebbero a chi deve mantenere l'ordine pubblico?».Che cos'altro farebbe?«Informatizzare la giustizia: la giustizia dev'essere celere e giusta. Semplificare. Costruire infrastrutture adeguate a poter raggiungere la regione con facilità. E un'altra cosa importante: una legge severissima contro la corruzione. Chi tocca i soldi dello Stato va al 41 bis e lo chiudiamo in una cella come Riina o Provenzano. Sa che cosa diceva Marco Porzio Catone?».Me lo ricordi.«“I ladri di beni privati passano la vita in carcere e in catene, quelli di beni pubblici nelle ricchezze e negli onori". Nella sanità italiana ci sono 30 miliardi di euro che spariscono tra corruzione, ammanchi e sperperi: con quello che abbiamo speso in 50 anni dovremmo avere la sanità migliore del mondo. Vorrei citarle una frase del grande economista Franco Modigliani».Dica.«“Le capacità imprenditoriali degli italiani sono uniche. Se avesse un sistema politico, amministrativo e sociale serio, l'Italia sarebbe il primo Paese al mondo"».Che esperienza ha fatto in 5 anni da parlamentare?«Ho già detto cose molto pesanti e le ho anche messe per iscritto».Per esempio?«Da quando ci sono le Regioni il debito pubblico è passato dal 40% a oltre il 100% del Pil. Le Regioni vanno abolite tutte in quanto “associazioni criminali di stampo politico"».Addirittura.«È scritto agli atti della Camera. Ma non è che il Parlamento fosse tanto meglio delle Regioni».In che senso?«Sono 945 persone pagate per litigare dalla mattina alla sera. Se le aziende fossero gestite come le Camere, sarebbero fallite tutte. I principi per fare buona politica sono tre: competenza, la religione del bene comune e una profonda onestà. Non mi sembra che nel Parlamento italiano ci siano a sufficienza». I calabresi credono in sé stessi?«Ma certamente! C'è un sistema universitario di altissima qualità. C'è una rete sociale e caritativa molto sviluppata, che trova nel presidente della Conferenza episcopale calabra, monsignor Vincenzo Bertolone, un animatore instancabile. Ci sono tante esperienze imprenditoriali che sono eccellenze a livello nazionale e internazionale».A chi si riferisce?«Penso, per esempio, a Rubbettino Editore: i suoi libri sono capolavori. A Nuccio Caffo, che nella sua distilleria produce l'Amaro del Capo e altri liquori di qualità. Agli Amarelli, la famiglia che dal Cinquecento lavora la liquirizia. Al gruppo agricolo Goel. Ma anche alla Spi di Maierato, una fabbrica di serramenti che acquisisce stabilimenti abbandonati dagli stranieri e crea nuova occupazione».Ha mai investito in Calabria?«Moltissimo. Da qualche tempo, insieme a un gruppo di persone molto qualificato tra cui Luca Meldolesi, Vittorio Coda e tanti altri, sto condividendo l'esperienza di Entopan, promossa da Francesco Cicione, che da molti anni lavora per costruire al Sud un ecosistema per l'innovazione sul modello dei grandi centri della Silicon Valley».Un'avanguardia tecnologica.«Stiamo costruendo un network nazionale e internazionale che include i migliori centri di competenza e fondi di investimento, tra cui la Fondazione Bruno Kessler e il Fondo nazionale per l'innovazione, e stiamo facendo crescere molti giovani locali. Sorgerà un campus di 25.000 metri quadrati dove integrare ricerca, trasferimento tecnologico, formazione. Sa qual è l'aspetto straordinario di questo progetto?».Lo spieghi.«Che per scelta tutto questo è stato fatto senza utilizzare nemmeno 1 euro di risorse pubbliche, perché questo gruppo di persone vuole dimostrare che nel Sud anche un'impresa privata può e deve dare un contributo fattivo alla costruzione del bene comune. Io ho investito sia in alcune start-up sia nella capogruppo. In altre parti d'Italia altre iniziative simili hanno avuto bisogno di molti più capitali: qui con meno soldi facciamo di più». Altre attività?«A Reggio Calabria mi sto battendo per istituire il Politecnico delle arti e dei mestieri assieme all'università».Un nuovo ateneo?«No, niente carrozzoni che nascono dal nulla e poi non sanno mai dove andare a prendere i soldi per reggere nel tempo. Riuniamo realtà già presenti e affermate, come appunto l'università, l'Accademia delle belle arti, il Conservatorio di musica: vanno messi tutti insieme e insieme si studia chi può fare le varie cose. E poi, un po' alla volta, si aggiunge quello che manca».Dove trovare i soldi?«La spesa è molto ridotta, quasi a costo zero, perché dai professori alle strutture c'è già praticamente tutto». La politica la appoggia?«Sono in stretto contatto con l'assessore alla cultura di Reggio, Rosanna Scopelliti, la figlia di Antonino Scopelliti, il magistrato ucciso dalla mafia. Ricorda la sua storia?».Fu uno dei massimi magistrati contro il terrorismo e la mafia e fu assassinato mentre era in vacanza in Calabria, la sua terra natale.«La 'ndrangheta permise alla mafia di mandare i killer sul suo territorio. Scopelliti, pubblico ministero nel maxiprocesso contro i clan, era un incorruttibile. Fu un lavoro preventivo. Oggi c'è il procuratore Nicola Gratteri che sta facendo un grande lavoro».Un segno di speranza?«E un altro sono i ragazzi e le ragazze che resistono nonostante tutto, rimanendo nella loro terra, nei tanti piccoli e bellissimi Comuni, inventandosi quotidianamente qualche cosa da fare per migliorare il presente. Grazie a loro la Calabria può farcela, e ce la farà».
L'ex amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel (Imagoeconomica)